Il bambino con il pigiama a righe |
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Un film di Mark Herman.
Con Asa Butterfield, Zac Mattoon O'Brien, Domonkos Németh, Henry Kingsmill, Vera Farmiga, Cara Horgan, Zsuzsa Holl, Amber Beattie.
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Titolo originale The Boy in the Striped Pyjamas.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- USA 2008.
- Buena Vista International Italia
uscita venerdì 19 dicembre 2008.
MYMONETRO
Il bambino con il pigiama a righe
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il più bel film di quest'anno!
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| domenica 21 dicembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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PREGO LA REDAZIONE DI CANCELLARE IL TORPILOQUIO CHE MI PRECEDE. GRAZIE. E' un film bellissimo. Di certo non è un film "natalizio". Non andate a vederlo il giorno di natale perchè è tragico, con un finale che è un pugno nello stomaco; scegliete un altro giorno. L'Olocausto è un tema "forte": la più grande vergogna del mondo occidentale. Probabilmente cose simili sono successe (o succedono :-( ) in altre parti del mondo, ma nessuno ne parla perchè non è tanto il tema dello sterminio di massa a lasciare esterrefatti, ma quanto "dove" è avvenuto: nella civilissima Europa del XX secolo. Un film che ha per tema l'Olocausto corre il rischio di diventare "banale", proprio perchè affrontato in molti altri film in maniera più o meno storica, più o meno poetica. In questo, si vede come l'odio veniva vissuto, contemplato, osannato, insegnato... e respirato! Chi vedrà il film, spero in molti, capirà l'ultimo participio. L'odio assume i volti inaspettati del padre, della sorella, del precettore dal falso aspetto mite. Restano aperte nel film alcune domande che l'opinione pubblica si è sempre chiesta: quanti sapevano? E, se sapevano, cosa sapevano? Perchè nessuno ha fatto niente? Domande assolutamente sbagliate, poste al solo fine di usare il popolo tedesco come capro espiatorio. Ricordo a tutti che noi eravamo fascisti ed il nazismo salì al potere con il plauso di tutte le nazioni europee (e non!). Gli occhi di Bruno deformano la realtà osservata da una finestra, proiettandola in un mondo fantastico ed innocente, che però sembra più sensato di quello dal quale esso proviene. Le verità deliranti che gli vengono insegnate sono messe in dubbio dalla vivida intelligenza del bambino, che si scontrano con l'ottusità del precettore. Il piccolo Bruno non riesce a capire fino in fondo la realtà che sta esplorando, perchè essa supera di gran lunga le storie fantastiche dei suoi libri, ed al tempo stesso esplorerà dolorosamente anche una parte di sè stesso che non conosceva. Bruno porrà domande semplicissime a cui "i grandi" non sapranno cosa rispondere... e come rispondere. Tanta bontà ed innocenza è fuoriposto in un tempo ed in un luogo, dove un pallone da calcio è un "oggetto pericoloso" e non si puo' dare del cibo ad un "bambino in pigiama". Il destino di Bruno non è tanto una punizione troppo forte per la sua eccessiva imprudenza, ma piuttosto il principio del contrappasso dantesco applicato alla sua famiglia, cioè all'umanità, che sconterà la pena già in questo mondo anzichè nell'altro.
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