Il sangue dei vinti |
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Un film di Michele Soavi.
Con Michele Placido, Barbora Bobulova, Alina Nedelea, Valerio Binasco, Ana Caterina Morariu.
continua»
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 8 maggio 2009.
MYMONETRO
Il sangue dei vinti
valutazione media:
2,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film contro il conformismodi Franz1971Feedback: |
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sabato 20 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che ho visto questo film a distanza di 5 anni dalla sua uscita e non ho mai letto il libro di Giampaolo Pansa, ma conosco sufficentemente bene la storia del periodo della guerra civile 1943-1945, per dire che il film di Michele Soavi ha il pregio di tentare di togliere a quel periodo il velo della retorica e dell'ipocrisia messo dalla storiografia ufficiale per cui i partigiani rappresentano i "liberatori" da una dittatura sanguinaria, mentre i fascisti della Repubblica Sociale Italiana sono i reietti, i "carnefici" al servizio dell' occupante nazista. Come il personaggio di Lucia evidenzia, il motivo per cui centinaia di migliaia di giovani e giovanissimi si arruolarono volontariamente nelle Forze Armate della RSI, principalmente fu il senso dell'Onore e della Fedeltà all'Idea fascista, oltre all'amore per la propria Patria e alla fierezza di essere Italiani. Dall'altra parte della barricata troviamo il fratello Ettore, partigiano, il quale rivendica il suo impegno nella resistenza in nome della giustizia e della libertà; egli rappresenta il ribelle in una famiglia che vede nel personaggio del fratello maggiore Franco, l'emblema dell'attendismo e di quella "zona grigia" che non si è mai schierata nè a favore dei partigiani nè nel campo fascista. Insomma il buon Michele Placido "Franco" è lo stereotipo dell' italiano che non prende posizione nella guerra civile italiana, pur provenendo da una famiglia che ha partecipato alla Grande guerra ha perso forse quello spirito di avventuriero che invece caratterizzano i fratelli più giovani, e forse per questo più idealisti. Il dubbio che mi assale, non avendo letto il libro da cui è tratto il film, è che forse si sia voluto mettere il silenziatore agli eccessi delle vendette partigiane, soprattutto nella maggioranza delle formazioni comuniste, compiute intorno al 25 aprile. Nel complesso giudico il film più che discreto per il coraggio di aver voluto trattare un periodo storico cercando di uscire dal conformismo della storia ufficiale, in un arte, quella cinematografica (guarda a caso voluta dal Fascismo) in cui l'egemonia conformista della sinistra ha sempre fatto da padrone.
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