Juno

Ellen Page sembra preferire gli script antimaschili: vi siete accorti a cosa sono ridotti i masschi in questo film ? Una sottospecie di fuchi usa-e-getta, da spingere al di fuori dell'alveare quando non servono piu'. Il fanciullo neo-padre sembra un "clone-raeliano" asessuato, privo di reazioni a qualsiasi stimolo sensoriale: non parla, non guarda, non tocca, non sente, forse non vive. Il musicista e' un bambino-mai-crsciuto che preferisce inseguire gli accordi di chitarra e non ha relazioni comunicative da essere umano con lo "schianto di donna" emancipata che gli gira per casa. Il padre di Giunone rinuncia ad occuparsi della figlia, "al massimo la accompagna a vendere il figlio", ma preferisce riparare motori di lavatrice sul tavolo della cucina. Se nel suo precedente "Hard Candy" Ellen torturava un giovane fotografo come un ministro dell'inquisizione, qui rinucncia addirittura al maschio, non le serve piu': l'uomo e' ridotto ad una "trinita'" informe "padre-amante-marito" i cui componenti, se non interscambiabili, appaiono perlomeno indistinguibili. Questo "ingenio", "candido", "fanciullesco" film potrebbe nascondere un dirompente messaggio evolutivo: il maschio e' avviato all'estinzione. Donne fate qualcosa prima di perderlo per sempre ! Film splendido ed indimenticabile come una filastrocca per bambini !