American Gangster

Ridley Scott è tra gli autori cinematografici più altalenanti del cinema americano. Alcuni film rasentano il capolavoro e sono dei veri punti di riferimento per cinefili ma anche per altri autori. Tra i migliori, a mio avviso, ci sono "I duellanti", "Blade runner", "Alien", "Thelma e Luise". Altri, invece, sono davvero dei lavori che lasciano molto a desiderare. Tra i peggiori, invece, posso sicuramente citare "Soldato Jane", "Chi protegge il testimone" e "Hannibal". "American Gangster" si pone sicuramente tra i peggiori girati da Scott. E' un film lungo, prolisso, presuntuoso, frammentario, con una fotografia mediocre, attori "di mestiere" e c'è persino una specie di "happy end". Si salva l'ambientazione anni '70 anche se New York appare irriconoscibile. La storia sarebbe anche interessante ma il film ha troppi difetti. Eppure, tra noi italiani, chi sapeva che negli anni '70-'80 un uomo di colore era il più importante gangster americano con un'organizzazione degna di una "famiglia" mafiosa? Credo pochissimi, come pochissimi conoscevano questa interessante carriera da gangster anche in altre parti del mondo e, forse, anche negli Stati Uniti. Questo è sicuramente il maggior pregio del film, averci fatto conoscere questo personaggio. Un'altra chiave di lettura è quella del cosiddetto "sogno americano" che qui, come in altri film recenti (vedi il bellissimo "Il petroliere")viene mostrato come un incubo. Per il resto, un film molto mediocre, da dimenticare. milomar