I figli degli uomini |
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Un film di Alfonso Cuarón.
Con Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam.
continua»
Titolo originale Children of Men.
Drammatico,
durata 114 min.
- Gran Bretagna, USA 2006.
uscita venerdì 17 novembre 2006.
MYMONETRO
I figli degli uomini ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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MASCOLINITA' IN DISARMO
di bloggerFeedback: |
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lunedì 20 novembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A dire il vero, non si capisce bene il perché migliaia di profughi provenienti da ogni angolo del globo vogliano raggiungere l’Inghilterra, dove ad attenderli, nella maggior parte dei casi, trovano mitra spianati e lager: non c’è mai fine al peggio, si dice, ed è probabile che altrove la situazione sia ancora peggiore, tuttavia è difficile immaginare qualcosa di peggio della Londra del 2027, in realtà la Londra di oggi, imbruttita efficacemente dall’ortografia allucinata di Alfonso Cuaròn(Y tu mamà tambien, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban) ne I figli degli uomini. Il filone anti-utopistico, tipicamente britannico, di fatto ha sempre avuto la sua logica nell’estremizzare le storture delle epoche contemporanee: I viaggi di Gulliver stigmatizzava costumi e mentalità del ‘700 inglese, il mondo creato da Orwell in 1984, pubblicato nel 1949, era una allegoria dei totalitarismi del ‘900; il romanzetto della James, da cui la pellicola è tratta, ipotizza un futuro dell’umanità in cui tutti i nodi irrisolti ai giorni nostri vengano al pettine fra qualche decennio. Una pandemia rende sterili le donne e la minaccia dell’estinzione arresta il progresso civile: uno stato totalitario e gruppi terroristici trasformano la metropoli in un cupo campo di battaglia, dove a nessuno è consentito sopravvivere guardando dall’altra parte o rifugiandosi in una casa isolata nella campagna. A questo punto l’homo sapiens può salvarsi solo grazie a un miracolo: proprio quando l’unico adolescente rimasto al mondo muore un’ emigrata di colore rimane incinta e il neonato sarà forse l’inizio della palingenesi. L’evento soprannaturale necessita però per concretarsi nella Storia dell’azione umana e in tale contesto disperato l’individuo comune è costretto a mettere da parte i propri casi personali e a farsi eroe, potendo contare sulla commossa solidarietà di chi intuisce e condivide la sacralità della sua missione. Niente di sorprendente o di particolare dunque nell’intreccio, nelle scoperte simbologie e nei rimandi all’attualità: il motivo cristologico/messianico sullo sfondo, la fuga di un manipolo di temerari per le strade di città popolate esclusivamente da reietti, truci guerrieri e benefattori bizzarri, battaglie combattute in mezzo a palazzi sventrati, folle di emigranti e gli immancabili schermi televisivi, sono immagini e figure di una trama già vista molte volte e ne I figli degli uomini non sono altro che singoli momenti, molto spesso suggestivi visivamente, ma non saldati da una tensione etica o dalla visione d’insieme dell’autore e neppure dall’evoluzione psicologica del protagonista del film eccessivamente implicita; a meno che non si voglia considerare collante sarcastico la mascolinità, in disarmo nell’apocalisse, di Clive Owen, a quanto pare, uno degli uomini più sexy del pianeta. http:/slilluzicando.splinder.com
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