danielamacherelli
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sabato 4 novembre 2017
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diario di uno scandalo: sentimenti inconfessabili
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Nell’intrecciarsi di sentimenti che questo film mette impietosamente a nudo, la figura di Barbara mostra moti dell’animo netti e decisi, che vedono una costante nel desiderio di possesso della persona amata e nel conseguente suo spietato annientamento, anche se non fisico, quando si sente tradita. L’opera mostra lucidamente le dinamiche mentali e affettive di Barbara, una insegnante con un carattere volitivo e piuttosto rigido, che si innamora di una collega sposata e più giovane di lei, Sheba, che non ricambia il sentimento, indirizzandolo invece verso uno studente quindicenne, con cui avvia una relazione vissuta all’insegna del senso di colpa, ma a cui non riesce a sottrarsi.
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Nell’intrecciarsi di sentimenti che questo film mette impietosamente a nudo, la figura di Barbara mostra moti dell’animo netti e decisi, che vedono una costante nel desiderio di possesso della persona amata e nel conseguente suo spietato annientamento, anche se non fisico, quando si sente tradita. L’opera mostra lucidamente le dinamiche mentali e affettive di Barbara, una insegnante con un carattere volitivo e piuttosto rigido, che si innamora di una collega sposata e più giovane di lei, Sheba, che non ricambia il sentimento, indirizzandolo invece verso uno studente quindicenne, con cui avvia una relazione vissuta all’insegna del senso di colpa, ma a cui non riesce a sottrarsi. Barbara appare quasi diabolica nel suo desiderio, destinato a rimanere inappagato, di conquista di Sheba, che non ha il suo stesso orientamento sessuale e la vive solo come un’amica; l’incontro tra le due donne dalle personalità opposte, una pretenziosa e risoluta, l’altra fragile e insicura, ingenera però una dinamica affettiva il cui esito scatenerà nella prima una reazione crudele quanto spietata: infatti distruggerà moralmente la persona che ama quando ha la conferma di non avere il primo posto nel cuore della sua amica, che in varie occasioni antepone famiglia e amante alle sue richieste di attenzione. Il percorso psicologico di Barbara segue tappe precise, che scandiscono il procedere del film. Inizialmente la matura insegnante si illude, senza confrontarsi con la realtà, di poter avere tutta per sé la giovane collega, che invece vive la sua vita su un altro registro; Sheba però, dal canto suo, ha bisogno dell’amica, che rappresenta per lei un punto fermo nel mare agitato della sua affettività, ed è l’unica a condividere con lei il segreto del suo amore per l’adolescente. Tale condivisione crea fra le due un rapporto sbilanciato, che rende Sheba ricattabile e manovrabile, mentre Barbara diventa il deus ex machina di una vendetta raffinata quanto spietata. In questo intricato intreccio di egoismi, sentimenti di possesso, bisogni da appagare e speranze deluse, la protagonista Judi Dench (Barbara) è efficace nel delineare una personalità segnata da una solitudine (“Tu non sai cosa significa passare un week end nel quale l’unico incontro che fai è quello con la commessa della lavanderia”, dice fra sé e sé pensando a Sheba) che suscita in lei rivalse e prepotenze: la postura rigida, gli sguardi che lasciano intravvedere lampi di follia, subitanei passaggi dalla dolcezza alla cattiveria disegnano con forza il ritratto di una donna sofferente e problematica, ma sempre pronta a ricominciare daccapo nella sua ricerca di conferme affettive, come si evince dal finale del film. Dal canto suo Cate Blanchett (Sheba) porta sullo schermo con altrettanta bravura una donna in balia di forze interiori che non riesce a controllare, di insicurezze e timori veicolati da uno sguardo spesso smarrito, da una recitazione ansiosa e a tratti nevrotica, che fa risaltare una personalità drammaticamente divisa fra desiderio di trasgressione e rispetto delle regole. Entrambe le attrici sono state meritatamente candidate all’Oscar 2007 per le loro interpretazioni in questo film. La regia e la sceneggiatura procedono nel complesso spedite, senza sbavature e punti morti, e risultano coraggiose nel mettere in campo problematiche che possono risultare ancora oggi difficili da affrontare.
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fabal
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mercoledì 8 marzo 2017
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dramma di manipolazione magistralmente recitato
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In una scuola superiore londinese arriva una nuova, giovane professoressa, dal look casual e lo sguardo dolce: è la bella Sheba, che presto stringe amicizia con la più anziana e arcigna Barbara. La frequentazione tra le due donne si fa, via via, più stretta: Barbara, che vive in solitudine, entra nella famiglia della collega, sposata con un uomo molto più vecchio e con due figli, di cui uno affetto da sindrome down. Sheba, presto, si lascia andare a confidenze da cui la traspare la sua infelicità di fondo. L'attaccamento che l'anziana insegnante prova nei confronti della donna appare subito di natura morbosa e va oltre la semplice amicizia: quando, per caso, scopre la collega durante un rapporto sessuale con un allievo quindicenne, la gelosia lascia spazio alla possibilità del ricatto morale.
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In una scuola superiore londinese arriva una nuova, giovane professoressa, dal look casual e lo sguardo dolce: è la bella Sheba, che presto stringe amicizia con la più anziana e arcigna Barbara. La frequentazione tra le due donne si fa, via via, più stretta: Barbara, che vive in solitudine, entra nella famiglia della collega, sposata con un uomo molto più vecchio e con due figli, di cui uno affetto da sindrome down. Sheba, presto, si lascia andare a confidenze da cui la traspare la sua infelicità di fondo. L'attaccamento che l'anziana insegnante prova nei confronti della donna appare subito di natura morbosa e va oltre la semplice amicizia: quando, per caso, scopre la collega durante un rapporto sessuale con un allievo quindicenne, la gelosia lascia spazio alla possibilità del ricatto morale.
Un crudele gioco del gatto col topo, una storia di manipolazione forse troppo urlata ma brillante, supportata da due attrici gigantesche che fin da subito si pongono come antitetiche. Da una parte la Dench, ottimo ritratto di donna arcigna ultra british, possessiva perché sola, morbosamente attaccata al gatto e a qualsiasi sorgente di affetto che la vita le presenti. Il suo concetto di amore è univoco, assoluto, perennemente accompagnato dal terrore dell'abbandono. Il suo piglio verso il mondo è austero, condito da un classismo dispregiativo tipico della upper class, che, sulle prime, etichetta come ipocrita anche l'atteggiamento easy della giovane collega.
Dall'altra la meravigliosa Cate Blanchett, che non interpreta un personaggio ma si getta a capofitto nel ruolo di donna sensibile e tormentata, fatto di espressioni sfuggenti, occhi gonfi di lacrime, gestualità ingenua.
L'amicizia tra le due colleghe assume fin da subito il carattere dell'evanescenza, dell'illusione destinata a infrangersi tra le reciproche accuse.
Diario di uno scandalo si avvale di dialoghi taglienti, spietati, capaci di generare una grande tensione emotiva e tenere lo spettatore sulla graticola per tutta la sua durata. La voce fuori campo della Dench è il burattinaio che vorrebbe dirigere tutta la storia, ma ne resta ingabbiata esattamente come la Blanchett, e dimostrando come ad accomunare le due donne sia, in sostanza, la fragilità.
Richard Eyre dirige il testo di Patrick Marber con una regia asciutta e immediata, consacrando la natura dialogica piuttosto teatrale tipica dello sceneggiatore di Closer. La sintonia di Eyre con la Dench, con la quale ha già lavorato in Iris, permette all’attrice di muoversi con la piena libertà della protagonista navigata. Nonostante la lena macchinosa di Barbara sia un tantino esasperata, il film si mantiene credibile per tutta la sua durata, né troppo lunga, né troppo breve, quel tanto che basta a non perdere la sua intensità, accompagnata dalle note leggermente invasive di Philip Glass.
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luigi chierico
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giovedì 2 luglio 2015
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un film fuori classe
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Quando l’amore non si consuma nelle mura domestiche col proprio compagno o coniuge allora è “Scandalo”;quando è attrazione tra due donne o due uomini è ”Scandalo”; quando coinvolge nell’esperienza amorosa un minore è “Scandalo”. Diario di uno scandalo è il titolo dato a questo ottimo film dal suo regista Richard Eyre. Una regia perfetta, racconta tutte queste situazioni “Scandalose” con garbo,senza eccedere nell’immagine fotografica ma esasperando gli animi. Non è il nudo che fa scandalo quanto un sentimento. Momenti eccezionali vivono le due principali figure femminili: Cate Blanchett e Judi Dench, rispettivamente Sheba Hart e Barbara Covett, due insegnanti delle scuole superiori. Sheba sposata con marito e figli, Barbara anziana signorina.
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Quando l’amore non si consuma nelle mura domestiche col proprio compagno o coniuge allora è “Scandalo”;quando è attrazione tra due donne o due uomini è ”Scandalo”; quando coinvolge nell’esperienza amorosa un minore è “Scandalo”. Diario di uno scandalo è il titolo dato a questo ottimo film dal suo regista Richard Eyre. Una regia perfetta, racconta tutte queste situazioni “Scandalose” con garbo,senza eccedere nell’immagine fotografica ma esasperando gli animi. Non è il nudo che fa scandalo quanto un sentimento. Momenti eccezionali vivono le due principali figure femminili: Cate Blanchett e Judi Dench, rispettivamente Sheba Hart e Barbara Covett, due insegnanti delle scuole superiori. Sheba sposata con marito e figli, Barbara anziana signorina. Cupido non conosce sesso ed età rendendo così vulnerabile sia Sheba che Barbara. C’è da chiedersi se sia più trasgressiva l’omosessualità o l’adulterio, ed ancora l’adulterio o la corruzione di minore? A decidere in sala è lo spettatore e la spettatrice, per il regista, ovvero per l’autore del dramma, è la Giustizia voluta dagli uomini,da quella Divina “chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli”. Nel film non ci sono coinvolgimenti, direi che non si vede partire il dardo lanciato per l’occasione dal giovane studente di quindici anni Steven Connelly,interpretato da Andrew Simpson, che ancora oggi potrà vantarsi di essere stato accanto alla bellissima quanto bravissima Kate Blanchett. Nulla di lui giustifica i fatti e le emozioni, il desiderio ed il peccato. Una, figura insignificante, Steven è un imberbe, non è prestante né un genio, visto dall’esterno non si capisce perché mai una bella onna,insegnante,regolarmente sposata con figli, rispettata debba lasciarsi andare al punto di innamorarsene sino a perdere tutto. L’amore è cieco e tanto basta. Peraltro a conoscere la storia,la mitologia e le umane vicende anche dei giorni nostri non c’è proprio di cui meravigliarsi. Si sostiene che la trasgressione appartiene più al mondo maschile che a quello femminile, più a Paride che ad Elena. Ma cosa veramente si conosce dell’intimo di ciascun essere? Si analizzano i fatti che fanno cronaca non si possono giudicare i desideri rimasti soffocati dalla paura che si possa dire: “Scandalo”. Quante pagine di diario ci sono scritte e non scritte oltre a quelle di Barbara Covett. La vicenda intrigante, la ricerca disperata di una donna per un contatto umano è struggente, la ricerca senza scrupoli di avere una donna accanto sono le vere ragion d’essere di questo bellissimo film, la cui triste vicenda è ampiamente superata dall’apprezzamento per l’interpretazione di tutti. Sovrasta in assoluto quella di Kate Blanchett (Oscar in “Blue Jasmine) e di Judi Dench (nomination quale migliore attrice protagonista). La scena della scoperta del “Diario dello scandalo”, con la furibonda scenata che ne segue, rimane una pagina di straordinaria bravura, una partecipazione totale che ben poche attrici sono in grado di dare. I biondi capelli della bella capigliatura di Kate, scompigliati, arruffati, scossi dalle sue urla disperate di fronte ad una verità scoperta lasciano ogni spettatore interdetto, eppure c’è un velo di pietà verso colei che vede perdere insieme ai suoi sogni, il suo prezioso diario, unico compagno della sua solitudine,l’unica cosa che ha avuto nella sua travagliata vita, rincorrendo un affetto impossibile, ma certo non scandaloso.chibar22@libero.it
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dario
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giovedì 23 aprile 2015
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vero
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Il film è tutto sulle spalle della Dench, ma la Dench è brava e lo regge bene. Notevole anche la Blanchett, in un ruolo difficile, complesso e sostanzialmente non risolto. La relazione con il minorenne non ha motivi e non ha sviluppo. E' un pretesto. La regia procede un po' a zig zag, a causa di una sceneggiatura con qualche buco e qualche incertezza, tuttavia è una regia solida, di mestiere e funziona. Anche la recitazione, in genere, è di mestiere, però la Dench fa vedere come si fa a recitare con tutto il corpo e con pertinenti espressioni del volto.
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giacomo
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venerdì 18 ottobre 2013
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fu .... vero "scandalo"?
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e' piu' "scandaloso" Sheba che circuisce (e si lascia circuire) un ragazzetto di quasi 16 anni o Barbara che, nel significativo finale del film, continua a perseguire i suoi intendimenti morbosi? la morale comune e l'etica dei comportamenti - quasi da sempre - non ammette (giustamente) che un adulto, maschio o femmina che sia, adeschi un minore (ci mancherebbe altro in questo mondo gia' abbastanza distorto da un'imperante sottocultura) ma forse un giudice superiore avrebbe espresso una condanna per entrambe: anche la cattiveria meriterebbe la punizione. concordo pienamente comunque con la tua esposizione.
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andrea giostra
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sabato 29 settembre 2012
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l'amore saffico e la solitudine
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Film bellissimo. Trattare con classe, con grande stile, con sobrietà, con la giusta sensibilità temi assai delicati da maneggiare e ancora oggi “rinnegati” (nell’accezione freudiana del termine) dalla cultura dominante della società occidentale di impronta cattolica, quali l’attrazione tra donne e l’amore tra una donna matura e un adolescente, non dev’essere stata impresa facile per Richard Eyre,che invece riesce benissimo in questa pericolosissima impresa: il rischio era quello di cadere miseramente nel volgare o nella rappresentazione di scontati preconcetti e pregiudizi. Temi sociali importanti, arricchiti da una magistrale rappresentazione delle debolezze umane che Eyre, “utilizzando” due fantastiche donne quali Judi Dench e Cate Blanchett, riesce ad esprimere efficacemente ed empaticamente: la morbosità, la fiducia tradita, la pusillanimità, la vigliaccheria, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, l’egoismo più crudele, il cinismo più impietoso, la solitudine che indebolisce e rende vulnerabili, trafiggono lentamente lo spettatore per novantadue minuti, lasciandolo emotivamente ferito e con uno spiacevole ed amaro torpore.
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Film bellissimo. Trattare con classe, con grande stile, con sobrietà, con la giusta sensibilità temi assai delicati da maneggiare e ancora oggi “rinnegati” (nell’accezione freudiana del termine) dalla cultura dominante della società occidentale di impronta cattolica, quali l’attrazione tra donne e l’amore tra una donna matura e un adolescente, non dev’essere stata impresa facile per Richard Eyre,che invece riesce benissimo in questa pericolosissima impresa: il rischio era quello di cadere miseramente nel volgare o nella rappresentazione di scontati preconcetti e pregiudizi. Temi sociali importanti, arricchiti da una magistrale rappresentazione delle debolezze umane che Eyre, “utilizzando” due fantastiche donne quali Judi Dench e Cate Blanchett, riesce ad esprimere efficacemente ed empaticamente: la morbosità, la fiducia tradita, la pusillanimità, la vigliaccheria, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, l’egoismo più crudele, il cinismo più impietoso, la solitudine che indebolisce e rende vulnerabili, trafiggono lentamente lo spettatore per novantadue minuti, lasciandolo emotivamente ferito e con uno spiacevole ed amaro torpore. Da vedere assolutamente.
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prayant
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martedì 16 agosto 2011
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a un certo punto ha cominciato a...
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nausearmi :/ non dico che le attrici non siano state brave e abbiano saputo interpretare bene il loro ruolo, ma la storia è talmente torbida che...beh verso la fine mi ha dato una sensazione di nausea tale che i film horror non riuscirebbero mai a darmi
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loren
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martedì 4 maggio 2010
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affogò perchè si vergogna a gridare aiuto
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Barbara Covett (Judi Dench) è una anziana insegnante di storia in una scuola pubblica a Londra. Solitaria e single, è decisamente poco popolare fra colleghi e studenti, e il suo unico "rapporto" è quello che tiene col proprio diario, a cui confida tutto il disprezzo che prova per il prossimo.
All'inizio del nuovo anno scolastico, arriva a scuola una nuova insegnante, l'idealista Sheba Hart (Cate Blanchett), che sembra catalizzare intorno a se l'attenzione di tutti, compresa quella di Barbara. In una occasione, Barbara aiuta Sheba a riportare l'ordine nella sua classe, ottenendone cosi la riconoscenza. Barbara coglie l'occasione per cercare di farsela amica.
Barbara scopre cosi che Sheba è sposata con un uomo molto più anziano di lei (Bill Nighy) e ha due figli, di cui uno, Ben, affetto dalla sindrome di Down (Barbara li definisce malignamente nel suo diario "una principessa sul pisello e un buffone di corte").
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Barbara Covett (Judi Dench) è una anziana insegnante di storia in una scuola pubblica a Londra. Solitaria e single, è decisamente poco popolare fra colleghi e studenti, e il suo unico "rapporto" è quello che tiene col proprio diario, a cui confida tutto il disprezzo che prova per il prossimo.
All'inizio del nuovo anno scolastico, arriva a scuola una nuova insegnante, l'idealista Sheba Hart (Cate Blanchett), che sembra catalizzare intorno a se l'attenzione di tutti, compresa quella di Barbara. In una occasione, Barbara aiuta Sheba a riportare l'ordine nella sua classe, ottenendone cosi la riconoscenza. Barbara coglie l'occasione per cercare di farsela amica.
Barbara scopre cosi che Sheba è sposata con un uomo molto più anziano di lei (Bill Nighy) e ha due figli, di cui uno, Ben, affetto dalla sindrome di Down (Barbara li definisce malignamente nel suo diario "una principessa sul pisello e un buffone di corte"). Inoltre, Barbara scopre che Sheba ha una relazione con uno studente di quindici anni, Steven Connelly (Andrew Simpson). Barbara accetta di mantenere il segreto, rendendo Sheba sempre più debitrice nei suoi confronti e convincendosi cosi di aver fortificato la loro amicizia.
Tuttavia, quando Barbara si presenta a Sheba cercando consolazione per la morte della sua gatta Portia, la donna non può prestarle attenzione perché impegnata con la recita scolastica di Ben e questo fa andare Barbara su tutte le furie. Barbara rivela "velatamente" ad un collega la relazione fra Sheba e Steven, lasciando che lui sparga la voce.
Dopo poco infatti, Sheba viene assalita dalla madre di Steven, perde il lavoro e la storia finisce su tutti i giornali. Anche Barbara viene fatta pensionare anticipatamente, perché a conoscenza dei fatti. Cacciata di casa dal marito, Sheba - convinta che a divulgare la storia sia stato Steven - cerca rifugio da Barbara.
Nonostante lo stress e il patimento di Sheba, Barbara passa in sua compagnia il mese più bello della sua vita. Un giorno, tuttavia, commette l'imprudenza di lasciarla sola in casa, dandole la possibilità di leggere il diario. Scoperta la verità, Sheba affronta duramente Barbara e lascia l'appartamento per tornare dal marito che sembra disposto a perdonarla.
Sheba viene condannata a dieci mesi, mentre Barbara, indefessa, sul finire della pellicola comincia una nuova amicizia con una giovane donna di nome Annabel, conosciuta nel luogo in cui era solita passare del tempo con Sheba.
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cucciola90
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mercoledì 14 aprile 2010
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stupendo!!
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Stupendo, uno dei miei film preferiti in assoluto, l'ho visto mille e volte e più lo vedo e più mi piace e poi ci sono le mie due attrici preferite, quindi ve lo consiglio vivamente è stupendo!!!!!
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germi86
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mercoledì 10 febbraio 2010
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errare humanum est,perseverare autem diabolicum
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bel film,reso ancora più interessante dall'interpretazione delle due attrici protagoniste:Dench(vecchia prof,solitaria,burbera,possessiva,lesbica)importante e bella è la voce fuori campo mentre scrive il suo diario;Blanchett(giovane prof appena arrivata nella scuola di North London) le due diventeranno grandi amiche,ma un avvenimento sconvolgerà tutto..
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