A volte sono proprio solo i soldi a fare la differenza. E non sempre gli esperimenti funzionano, specialmente quando vuoi inserire un' esile trama d'azione su un fortissimo sfondo storico. Ne esce un polpettone agro-dolce-amaro, un piatto unico dagli antipasti ai dolci, una commistione decisamente esagerata e sproporzionata.
Da una parte il film storico, una ricostruzione apparentemente impeccabile (con tanto di dialoghi in lingua maya), ma che in fondo rivela solo una produzione graziata da fiumi di denaro e da ottime consulenze. Dall'altra la più banale trama d'azione immaginabile: l'eroe a cui viene strappato l'affetto e l'idillio iniziale, subisce, si libera, comincia la vendetta e solo dopo terribili prove riesce a riottenere quanto aveva quasi perduto, con la consapevolezza di sapere quanto vale il coraggio. E nel pieno della verità storica si innesta la banalità, il ridicolo: da un'eclisse solare totale che dura 1 minuto alla corsa che l'eroe fa attraverso la foresta, trapassato da parte a parte da una freccia, ininterrottamente per ben 36 ore, inseguito da 7 uomini sani e da una pantera nera...
Ma sì, complimenti al signor Gibson, che ci fa assaporare la carcassa di un film profumandola con fiotti di sangue e di verosimiglianza storica, con la sola precisa volontà ruffiana di non poter essere contestato.
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