elgatoloco
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lunedì 2 dicembre 2019
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riuscito al massimo in parte
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"Wake of Death"(2004, Philippe Martinez, ma era stato assegnato a un altro regista)è film che certamente risente di elementi vari, probabilmente da attribuire al cambio di regia. Complessivamente, presenta comunque un Jean-Claude Van Damme uscito da una fase d'incubazione dove era solo il"forzuto"campione belga per divenire un vero interprete, votato al cinema nel senso più pieno del termine. Anche l'ambientazione, tra Marseille e Los Angeles e in particolare la"Chinatown"di L.A., sembra contribuire a una certa confusione nel film, che tra l0altro obbliga Van Damme a interpretare il"cattivo-buono"o meglio il vilain che diventa, volens nolens, una persona capace di commuoversi alla sorte della bambina cinese(figlia di un importante mafioso cinese, per meglio dire), per diventare"altro"rispetto a quanto era prima.
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"Wake of Death"(2004, Philippe Martinez, ma era stato assegnato a un altro regista)è film che certamente risente di elementi vari, probabilmente da attribuire al cambio di regia. Complessivamente, presenta comunque un Jean-Claude Van Damme uscito da una fase d'incubazione dove era solo il"forzuto"campione belga per divenire un vero interprete, votato al cinema nel senso più pieno del termine. Anche l'ambientazione, tra Marseille e Los Angeles e in particolare la"Chinatown"di L.A., sembra contribuire a una certa confusione nel film, che tra l0altro obbliga Van Damme a interpretare il"cattivo-buono"o meglio il vilain che diventa, volens nolens, una persona capace di commuoversi alla sorte della bambina cinese(figlia di un importante mafioso cinese, per meglio dire), per diventare"altro"rispetto a quanto era prima. Non lo si può definire propraimente un film"d'azione"(la definizione di genere rischia comunque sempre di sforare in altri generi, dal thriller al nir al fantastico ad altro ancora), ma non riesce neppure ad essere altro, ma in complesos, tenendo conto delle peripezie registico-produttive, non lo si può neppure dannare tout court come un film da nulla, pur rimanendo confuso e decisamente incerto riguardo alle piste narrative da seguire. Altri/e intepreti complessivamente accettabili, ma senza alcuna eccellenza. Un film come altri, che in quache modo non sa che strada prendere, rimanendo"a metà del guado", come spesso si sente dire.... El Gato
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onufrio
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martedì 24 novembre 2015
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scia di sbadigli
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In questa "Scia di morte" anche la sceneggiatura è venuta a mancare prematuramente; copione scarno, classici stereotipi degli action movie basati sul tema della vendetta, ma come se non bastasse ci si ritrova a seguire un film d'azione con un ritmo davvero molto lento, intervallato spesso dalle emozioni di un Van Damme che se c'è una cosa che gli manca(fra le tante) è proprio l'espressione, il saper trasmettere il sentimento allo spettatore, dunque bando alle ciance, più azione meno dramma.
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simo8788
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lunedì 15 giugno 2015
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vendetta senza esclusione di colpi
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A me è piaciuto, anche se potrebbe sembrare uno dei tanti film sul tema della vendetta, ma colui che fa la differenza è proprio Van Damme con il suo stile reale di combattimento.
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andrea
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domenica 28 settembre 2008
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van damme contro le triadi cinesi
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Ben Archer, uomo della mafia di Marsiglia, dopo un'ultimo incarico sporco, decide di lasciar stare con il mondo della mafia e di dedicarsi alla famiglia. Dopo che sua moglie, lavoratrice per l'INS, accoglie in casa sua Kim, giovane ragazza cinese figlia di un boss delle triadi, quest'ultimo fa uccidere dai suoi aguzzini la moglie di Archer e la famiglia senza però trovare la figlia. Per Ben è giunto il momento di attuare la sua vendetta e di salvare suo figlio dalle triadi con il pretesto di riavere da Ben la figlia del boss, Kim. Dopo il piccolo successo di In Hell, Van Damme ritorna al cinema con una storia che ha dei rimandi ai film con trame spionistiche tanto cari al suo alter ego Steven Seagal, impegnato a combattere anche lui contro la mafia cinese.
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Ben Archer, uomo della mafia di Marsiglia, dopo un'ultimo incarico sporco, decide di lasciar stare con il mondo della mafia e di dedicarsi alla famiglia. Dopo che sua moglie, lavoratrice per l'INS, accoglie in casa sua Kim, giovane ragazza cinese figlia di un boss delle triadi, quest'ultimo fa uccidere dai suoi aguzzini la moglie di Archer e la famiglia senza però trovare la figlia. Per Ben è giunto il momento di attuare la sua vendetta e di salvare suo figlio dalle triadi con il pretesto di riavere da Ben la figlia del boss, Kim. Dopo il piccolo successo di In Hell, Van Damme ritorna al cinema con una storia che ha dei rimandi ai film con trame spionistiche tanto cari al suo alter ego Steven Seagal, impegnato a combattere anche lui contro la mafia cinese. Il regista Philippe Martinez costruisce un film alla John Woo dove inseguimenti in moto e in auto sono ben realizzati e tengono alta la tensione del film. Quello che fa perdere originalità alla pellicola è appunto la trama di routine da una sceneggiatura del regista, Laurent Fellous e Mick Davis. Nel complesso il film non è male e l'azione e il drammatico sono ben miscelati e credibili. Sequenza finale strappalacrime. Uno tra i migliori film di Jean Claude Van Damme dal 2000 in poi.
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maclane
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mercoledì 23 gennaio 2008
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il peggior film di van damme
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Per chi come me è un fan di Van Damme, pur riconoscendo che non stiamo parlando di un grande attore, Wake of Death è sicuramente il suo film peggiore. Trama ridotta all'osso, ritmo e tensione inesistente, cast e regia indecenti.
Da scartare assolutamente.
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