Il Mistero dei Templari è un film “totale”. È una pellicola condita di quegli ingredienti narrativi che hanno fatto la fortuna della Letteratura Classica come del Cinema Hollywoodiano. C’è l’Omero di quella sempiterna vocazione umana all’esplorazione e c’è pure l’immaginifico Spielberg de I Predatori dell’Arca Perduta. L’ultimo kolossal del produttore Jerry Bruckheimer (La Maledizione della Prima Luna; King Arthur) è l’antologia di quei termini chiave dell’immaginario collettivo; in una parola sarebbe “Avventura”; ma dentro c’è “sogno”, “azione”, “misticismo”, “simbolismo”, “Storia” e addirittura “noir” (Ben è un raro esempio di paladino della Giustizia costretto a commettere crimine seppur a fin di bene), “commedia” e “amore”. Un cocktail irresistibile.
Nicholas Cage interpreta Ben Gates, un avventuriero votato alla ricerca del mitico Tesoro dei Cavalieri Templari, che leggenda addita essere la più grande ricchezza della storia dell’umanità nascosto in qualche parte degli Stati Uniti. Gli indizi portano Gates a convincersi che la mappa del Tesoro sia incisa sul retro della Dichiarazione d’Indipendenza, un documento praticamente inviolabile. Aiutato dalla biondissima Abigal (Diane Krugher) e dal genio tecnologico di Riley (Justin Bartha), Ben decide di profanare l’improfanabile riconvertendo il topic delle tombe di Indiana-Ford con gli Archivi Nazionali di Washington dove è custodita la Dichiarazione.
Ben deve compiere il crimine contro lo Stato prima possibile per impedire che il suo crudele avversario Sean Bean possa precederlo irreparabilmente.
“Siamo nel più puro stile d'evasione cinematografica” commenta il regista Jon Turteltaub, “agli agganci con la nostra storia patria tengo particolarmente e sono convinto che si possano educare le nuove generazioni anche divertendole”.
Dalla possibile, a tratti lapalissiana, eredità di Indiana Jones, Nicholas Cage ha voluto nettamente affrancarsi: “Indiana Jones è profondamente diverso da Ben Gates. È un professore colto, spericolato, in fondo autoironico. Ben è una persona qualunque apparentemente rude, ma anche fragile, dal passato perfino drammatico.”
Con novanta milioni di dollari già incassati negli Stati uniti, Il Mistero dei Templari ha tutti i numeri per imbolsire anche i botteghini nostrani.
Riccardo Corsetto
"L'AcchiappaFilm"
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