Paolo D'Agostini
La Repubblica
Un po’ di Indiana Jones, un po' di James Bond, e un po' di quei film giallo-rosa anni 60 alla "Come rubare un milione di dollari e vivere felici" (Audrey Hepburn e Peter O'Toole) o alla "Gambit grande furto al Semiramis" (Shirley MacLaine e Michael Caine), leggeri e avventurosi. La contaminazione è piuttosto gradevole, decisamente scorrevole. E Nicolas Cage, solitamente piuttosto cupo, non diciamo che competa in charme con Cary Grant, ma insomma lascia soddisfatti.
Il protagonista è il discendente di una famiglia che si danna da duecento anni all'inseguimento di un tesoro che, raccolto e custodito dai Cavalieri Templari nel corso dei secoli, sarebbe poi stato messo al sicuro in America dalla Massoneria che contava illustri adepti tra i padri fondatori della prima democrazia del mondo.
L'ossessiva ricerca mette però l'eroe e il tesoro nel mirino di un tipo senza scrupoli (Sean Bean, il Boromir di "Il signore degli anelli") che condivide malauguratamente la grande scoperta: il segreto sta tra le righe del manoscritto della Dichiarazione d'Indipendenza, dunque è necessario rubarla. E, per evitare che lo faccia il Cattivo, il Buono deve precederlo. Coadiuvato dalla bella direttrice degli Archivi Nazionali. Folla di guest stars: Jon Voight (nel film padre di Nicolas Cage), Christopher Plummer (il nonno), Harvey Keitel (il poliziotto che indaga). Niente di che, ma divertente.
Da La Repubblica, 9 dicembre 2004)
di Paolo D'Agostini, 9 dicembre 2004)