Antonio Tricomi
La Repubblica
Pastiere, sfogliatelle, babà, vermicelli, cozze, capitone, caffè, pizza e mandolini. E poi naturalmente "bassi", vicoli, scalinatelle, belle giornate di sole, lungomare e Vesuvio. Nel film Incantesimo napoletano, diretto a quattro mani da Paolo Genovese e Luca Miniero, nessun luogo comune su Napoli viene risparmiato allo spettatore. "Ma il nostro gioco -spiegano i due registi, entrambi esordienti - consiste proprio nel'esporre in sequenza, tutti i luoghi comuni che affliggono la città per poi rovesciarli e cambiarli di segno".
Ed ecco la storia. Per uno scherzo del destino, un incantesimo per l'appunto, alla coppia di napoletani "veraci" formata da Parizia (Marina Confalone) e Gianni (Gianni Ferreri) nasce una bambina, Assunta, che appena venuta al mondo dà prova di quanto ingannevole possa essere il Dna. Dal primo vagito, infatti, Assunta denuncia un accento sospetto. Poi, fin da piccolissima, dimostra un temperamento ribaldo: sputa nel piatto la pastiera e apprezza invece la polenta, disdegna il sole e sogna la nebbia, predilige abitini blu da collegiale e si raccoglie i capelli (biondi) in stucchevoli treccine, mentre incede garbata e un po' altezzosa nel vicolo tra i commenti malevoli dei vicini. E i genitor!? Sostenitori della "napoletanità" più ovvia, tutta cuore e oleografia, Patrizia e Gianni sprofondano sempre più nello sconforto e nella depressione. A far da coro, in questa piccola tragedia, gli amici e i conoscenti della coppia, a cui prestano la faccia gli attori Tonino Taiuti, Riccardo Zinna, Lello Giulivo, Lucianna De Falco, Sal vatore Misticone, Gina Perna, Antonella Stefanucci. A impersonare Assunta, nelle sue diverse età, sono invece state chiamate tre attrici: Chiara Papa, Serena Improta, Clelia Bernacchi. Nella colonna sonora, canzoni di Enzo Avitabile e il brano "Voccarossa" del cantautore lucano-partenopeo Canio Loguercio. Per alcuni Incantesimo napoletano è un successo annunciato, un nuovo caso del cinema "made in Naples". Per altri si tratta una storia troppo esile per reggere la durata di un film (in origine era un cortometraggio). Ma la pellicola un po' di rumore lo farà magari dividendo il pubblico in fazioni: i tradizionalisti che si sentiranno offesi dalla denigrazione della "neapolitan way of life", i seriosi che fraintenderanno l'intento ironico del film, i sospettosi che leggeranno, nella satira ai luoghi comuni, la minaccia di una rinnovata oleografia. Incantesimo napoletano arriva nelle sale, a sfidare direttamente il trionfo di Vincenzo Salemme e del suo Volesse il cielo, preceduto da un'accorta campagna promozionale: nei giorni scorsi i registi e il cast della pellicola hanno dato una festa "open" al cinema Duel Agnano, e la pasticceria Scaturchio, citata nella pellicola, ha presentato un nuovo babà che si chiama come il film..
In questi giorni, approfittando anche dell'atmosfera carnevalesca, squadre di "pazzarielli" battono le strade di Napoli facendo pubblicità vecchia maniera al film. Mentre la banda alterna le note di O sole mio a quelle di Mia bella Madunìna.
Da La Repubblica
di Antonio Tricomi,