samanta
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sabato 11 agosto 2018
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il carattere è il destino dell'uomo
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Ho visto il film in DVD e ho un giudizio assai positivo. Inanzitutto alcuni critici, come già notato, hanno frainteso il film quasi fosse una copia de ''L'attimo fuggente" l'unica cosa in comune è che ambientato in una scuola e ha come protagonista un insegnante, ma quello è ambientato in altri tempi, pre contestazione del '68, diversa la personalità dell'insegnante, come diversa è la storia e la morale, insomma se si usasse questo criterio allora tutti i film che hanno come soggetto una scuola e un insegnante sono remake di Addio mister Chips.
Il film che si svolge nell'arco di tempo dal 1972 al 2001, ha come protagonista un insegnante, Hundert (Kevin Kline), di storia antica in una prestigiosa High School.
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Ho visto il film in DVD e ho un giudizio assai positivo. Inanzitutto alcuni critici, come già notato, hanno frainteso il film quasi fosse una copia de ''L'attimo fuggente" l'unica cosa in comune è che ambientato in una scuola e ha come protagonista un insegnante, ma quello è ambientato in altri tempi, pre contestazione del '68, diversa la personalità dell'insegnante, come diversa è la storia e la morale, insomma se si usasse questo criterio allora tutti i film che hanno come soggetto una scuola e un insegnante sono remake di Addio mister Chips.
Il film che si svolge nell'arco di tempo dal 1972 al 2001, ha come protagonista un insegnante, Hundert (Kevin Kline), di storia antica in una prestigiosa High School. Il professore che insegna in modo appassionato cerca di convincere gli alunni che le persone che hanno agito rettamente e comunque con un ideale hanno lasciato delle tracce, insomma la storia vista come Historia magistra vitae, questo suo modo di insegnare lo fa se non amare rispettare dagli alunni e dai colleghi. Questo tranquillo trat tran è rotta da un alunno: Sedgewick Bell che ad anno scolastico iniziato viene iscritto alla scuola dal padre Senatore ricchissimo uomo d'affari e influente politico, il ragazzo è un viziato, sfaticato e si scontra con l'insegnante che dopo avere conosciuto il padre al quale aveva fatto presente il pessimo comportamento del figlio capisce la situazione del ragazzo il cui padre non ha tempo da perdere con lui. Nella scuola da quasi un secolo c'è una importante gara di storia il cui vincitore insignito del titolo di Giulio Cesare è inserito nell'Albo d'onore del Club degli imperatori. Il professore cerca di aiutare il ragazzo a partecipare alla gara, all'inizio forse anche stimolato dalla possibilità di trasformare il carattere per farlo diventare una persona retta. Il ragazzo a superare varie prove ma in quella che seleziona i 3 finalisti non passerebbe se il professore non lo aiutasse escludendo uno più meritevole . Però nella finale si accorge che il ragazzo copia e con una domanda trappola lo fa perdere, per evitare su pressione del Preside uno scandalo. Passano 25 anni e il professore ha lasciato la scuola deluso della mancata nomina a preside e viene coinvolto nel rifacimento della finale voluto da Sedgewuick diventato non solo ricchissimo ma anche che vuole entrare in politica, ma barerà di nuovo e il professore gli farà nuovamente una domanda trappola per escluderlo.
Il film ha come tema che il carattere determina il destino dell'uomo, ma che è possibile modificarlo a prezzo di sacrificio ed impegno. Non è affatto una filippica contro la politica, ma piuttosto come il potere (di qualunque tipo) sia spesso considerato al di fuori di ogni valore etico o morale e che conti solo raggiungerlo per poi fare, eventualmente ..., alcune cose utili per la società. Importante è la scena nel bagno subito dopo la seconda gara con lo scontro tra Hundert e Sedgewick diventato uno spregiudicato uomo di affari deciso ad entrare in politica. Una pellicola non solo gradevole. ma perché in modo interessante e piacevole, sviluppa temi che richiedono una notevole riflessione, certo che il film è agevolato da una interpretazione super di Kevin Kline e buona degli altri comprimari, nonché da un'ambientazione gradevole e accurata della vita di un collegio. A mio avviso ha nuociuto al film il taglio di alcune scene che sono però inserite nei contenuti speciali del DVD. Per concludere come diceva il Preside della Scuola "La fine dipende sempre dall'inizio".
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gabrisaltgr
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venerdì 21 aprile 2017
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eccellente film un po' dimenticato
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Un film che non vuole essere il continuo dell'attimo fuggente, ma che fortunatamente gli si avvicina parecchio. Kline strepitoso e commovente. Da far vedere nelle scuole, per far capire il ruolo dell'insegnante e il suo senso di fallimento quando gli alunni non rendono al massimo o non percepiscono i principi cardine dell'istruzione come l'onesta e la passione per il sapere.
Costruito egregiamente, con una trama ben studiata e sorprendente. Per me, a livello educativo, una spanna sopra il capolavoro di Robin Williams.
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r.a.f.
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martedì 10 settembre 2019
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la stupidità dura per sempre
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Il professor Anderson insegna storia greca e romana in un celebre college americano; innamorato della sua materia, cerca di farvi appassionare anche i suoi studenti. I suoi metodi funzionano finché arriva un nuovo studente, figlio viziato di un politico, che non solo non è interessato allo studio, ma sembra pure non subire minimamente il fascino del professore. Dopo un rapporto inizialmente conflittuale con il ragazzo, Anderson riesce ad appassionarlo allo studio, fino a farlo partecipare ad una prestigiosa gara di storia. Il ragazzo proverà a vincere imbrogliando, ma uscirà sconfitto. Dopo molti anni, però, diventato importante uomo d'affari, il giovane pretenderà che quella gara di storia venga rifatta, coinvolgendo gli ex-compagni e il professore, ormai anziano, nella sua rivincita.
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Il professor Anderson insegna storia greca e romana in un celebre college americano; innamorato della sua materia, cerca di farvi appassionare anche i suoi studenti. I suoi metodi funzionano finché arriva un nuovo studente, figlio viziato di un politico, che non solo non è interessato allo studio, ma sembra pure non subire minimamente il fascino del professore. Dopo un rapporto inizialmente conflittuale con il ragazzo, Anderson riesce ad appassionarlo allo studio, fino a farlo partecipare ad una prestigiosa gara di storia. Il ragazzo proverà a vincere imbrogliando, ma uscirà sconfitto. Dopo molti anni, però, diventato importante uomo d'affari, il giovane pretenderà che quella gara di storia venga rifatta, coinvolgendo gli ex-compagni e il professore, ormai anziano, nella sua rivincita... Il film ricorda vagamente l’attimo fuggente ma il messaggio che manda è differente: non il "carpe diem" che spronava a cogliere al volo le occasioni della vita, ma piuttosto "finis origine pendet", come dice il preside agli alunni, ovvero la fine dipende sempre dall’inizio e solo con il duro lavoro e l’impegno costante si può raggiungere il traguardo. Kevin Kline è meraviglioso e commuovente nel suo coraggioso tentativo di trasmettere valori come l’onestà e la passione per il sapere, e ci dimostra che si può amare e rispettare anche un professore che insegna a venerare i libri, anziché a strapparne le pagine. In Anderson non c'è sicuramente la forza eversiva di Keating, ma anche in lui, pur ligio alle regole e ostinatamente conservatore, c'è il seme della ribellione.Pur così differenti, sia il professor Keating de l'Attimo fuggente, sia Anderson, spronano gli studenti ad una rivoluzione: Keating spingeva al rifiuto di regole ottuse e limitanti, che riducono la cultura ad arido nozionismo, Anderson invece cerca di insegnare alle nuove generazioni a seguire le orme dei grandi del passato, rifiutando i compromessi e le facili scappatoie che soldi e potere spesso offrono. Entrambi meravigliosi insegnanti, ed entrambi film indimenticabili, ma se dovessi sceglierne solo uno da far vedere in tutte le scuole, sceglierei senza dubbio il secondo. Soprattutto per il finale.
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cronix1981
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mercoledì 8 settembre 2010
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il club degli imperatori
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Forse è vero che questo film è "nato per piacere", o forse vuole lasciare un messaggio forte che però di forte sembra avere ben poco. Sta di fatto che il film non è affatto banale e stimola una riflessione approfondita. A mio parere il paragone con "L'attimo fuggente" è impietoso e fuorviante. Lo scopo del film non è certo raccontare la ribellione all'interno di una società conformista e repressiva come quella dei college americani degli anni passati. Questo film si incentra più sulla figura dell'insegnante come plasmatore di giovani menti, che di fronte ad un giovane (Sedgewick Bell) quantomeno privo di scrupoli morali cerca di stimolarlo verso un cambiamento.
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Forse è vero che questo film è "nato per piacere", o forse vuole lasciare un messaggio forte che però di forte sembra avere ben poco. Sta di fatto che il film non è affatto banale e stimola una riflessione approfondita. A mio parere il paragone con "L'attimo fuggente" è impietoso e fuorviante. Lo scopo del film non è certo raccontare la ribellione all'interno di una società conformista e repressiva come quella dei college americani degli anni passati. Questo film si incentra più sulla figura dell'insegnante come plasmatore di giovani menti, che di fronte ad un giovane (Sedgewick Bell) quantomeno privo di scrupoli morali cerca di stimolarlo verso un cambiamento. A 25 anni di distanza dagli eventi narrati nel film l'insegnante si renderà conto dell'incapacità di aver formato Sedgewick Bell. Per l'ennesima volta il giovane, ormai uomo, non avrà nessuno scrupolo nell'ammettere le proprie colpe, e anzi cercherà di proporre la propria morale come vincente.
Due appunti da fare al film. il primo è prettamente accademico: mi aspetterei che almeno in un film in cui si cerca di promuovere la cultura come mezzo di emancipazione si facesse attenzione a cio che si scrive. Se le parole sono come pietre, allora "Il club degli imperatori" è una gaffe imperdonabile. Che Giulio Cesare non fosse mai stato imperatore è un elemento basilare. E veniamo al secondo punto. L'aver identificato il comportamento amorale e privo di scrupoli solo ed esclusivamente nella classe politica, quando si può bene vedere che l'amoralita è purtroppo un malcostume diffuso a tutti i livelli delle classi dirigenti. Questa nota è forse la pecca maggiore del film: identificare il male assoluto nella politica, quando è la società intera che non si fa scrupoli a nessun livello.
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[+] ave, caesar.
(di pierogiombi)
[ - ] ave, caesar.
[+] mala cosa nascer poveri, caro il mio renzo.
(di mencio)
[ - ] mala cosa nascer poveri, caro il mio renzo.
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v4v
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lunedì 23 luglio 2007
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film copiatura, film storpiatura
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Solitamente sono morbido con i film che mettono in cattiva luce la politica, cosa che questo non fa indi per cui non sarò punto morbido.
Se cerchiamo di paragonare "Il club degli imperatori" (Questa volta i titolisti italiani non c'entrano, il regista non sapeva che Cesare non era imperatore a quanto pare...) a "L'attimo fuggente" è ovvio che il secondo è svariate spanne sopra sia per onestà d'intenti che per qualità vera e propria ma, anche non facendo un facile confronto, la sensazione resta quella di un film artificiale e artificioso.
Prima di tutto l'idea del continuum temporale interrotto e ripreso decine d'anni dopo è fastidiosissimo nonchè di pessimo stile ma la superficialità (nonchè l'ingenuità) con cui sono delineati i personaggi e le situazioni è estrema: così troviamo classi intere di ragazzi modello come alibi per bacchettare il discolo (ma lo studio nozionistico sarà così fondamentale come viene dipinto? Rifletteteci.
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Solitamente sono morbido con i film che mettono in cattiva luce la politica, cosa che questo non fa indi per cui non sarò punto morbido.
Se cerchiamo di paragonare "Il club degli imperatori" (Questa volta i titolisti italiani non c'entrano, il regista non sapeva che Cesare non era imperatore a quanto pare...) a "L'attimo fuggente" è ovvio che il secondo è svariate spanne sopra sia per onestà d'intenti che per qualità vera e propria ma, anche non facendo un facile confronto, la sensazione resta quella di un film artificiale e artificioso.
Prima di tutto l'idea del continuum temporale interrotto e ripreso decine d'anni dopo è fastidiosissimo nonchè di pessimo stile ma la superficialità (nonchè l'ingenuità) con cui sono delineati i personaggi e le situazioni è estrema: così troviamo classi intere di ragazzi modello come alibi per bacchettare il discolo (ma lo studio nozionistico sarà così fondamentale come viene dipinto? Rifletteteci...) che diventerà poi l'aspirante politico imbroglione. Ma il messaggio qual'è? Non certo che i politici sono cattivi, quanto che i politici per essere ricordati (a differenza dell'antico re dal nome impronunciabile) devono dare apporti costruttivi alla società.
Decisamente alla fine del film la domanda è: "Tutto qui?".
Un film intero per ricordare che solo gli apporti costruttivi alla società sono degni di memoria?
A questo punto agli occhi di un critico ferrato è palese la pochezza di idee nonchè la faciloneria con cui questo film è stato pensato e realizzato: macchiette su macchiette, messaggio solo apparentemente profondo e una caratterizzazione del college superficialissima (nulla dell'ambiente conservatore ed opprimente de "L'Attimo fuggente" in cui la trasgressione e la cospirazione diventavano metafore della Libertà stessa attraverso la Poesia).
Sterile, ingenuo e senza neanche un decente incasso: guardate qualcos'altro.
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[+] film un po' superficiale
(di phoebe)
[ - ] film un po' superficiale
[+] hai tratto le tue conclusioni superficialmente
(di crypto)
[ - ] hai tratto le tue conclusioni superficialmente
[+] ahi, credo che forse ce ne sia da parlare.
(di hemione dora deminervi)
[ - ] ahi, credo che forse ce ne sia da parlare.
[+] imperatori
(di willbrown)
[ - ] imperatori
[+] a me è piaciuto
(di feanor65)
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