Credo che il miglior metodo per valutare la bellezza e l'efficacia di un film tratto da un romanzo sia guardarlo subito dopo avere letto il romanzo.
In questo caso "il buio nella mente" vale almeno 4 stelle, in primis per la morbosità del tema. Non c'entra il solito porno, ai giorni nostri l'analfabetismo è un soggetto molto più morboso del sesso, ormai banalizzato in ogni salsa.
Poi per la bravura di due attrici di primo piano come Bonnaire ed Huppert, capaci di scendere nei panni di personaggi molto più complicati di due sempliciotte mangiahamburger come Thelma e Louise, a cui qualcuno vorrebbe affiancarle.
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Credo che il miglior metodo per valutare la bellezza e l'efficacia di un film tratto da un romanzo sia guardarlo subito dopo avere letto il romanzo.
In questo caso "il buio nella mente" vale almeno 4 stelle, in primis per la morbosità del tema. Non c'entra il solito porno, ai giorni nostri l'analfabetismo è un soggetto molto più morboso del sesso, ormai banalizzato in ogni salsa.
Poi per la bravura di due attrici di primo piano come Bonnaire ed Huppert, capaci di scendere nei panni di personaggi molto più complicati di due sempliciotte mangiahamburger come Thelma e Louise, a cui qualcuno vorrebbe affiancarle.
Infine, per la volontà e la capacità della regìa di essere fedele al romanzo originale, al di là di secondari adattamenti di luogo e spazio. Non era facile, perchè il soggetto è e rimane tra i più inquietanti descritti dal cinema recente.
Per gli ammiratori di Vincent Cassel, da notare la straordinaria somiglianza somatica tra Jean Pierre Cassel, qui in un ruolo di co-protagonista, e il più famoso figlio Vincent.
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