Mazzacurati ambienta la vicenda del film in quel delta del Po della grande stagione neorealista: cui subito rende omaggio, nella bella sequenza d’apertura in bianco e nero dell’incidente su una strada solitaria che costeggia il fiume, evocando Ossessione di Luchino Visconti.
Del pari richiamerà nel prosieguo i paesaggi umani e geografici de Il grido di Antonioni, dal distributore di benzina alla torre dello stabilimento industriale.
Detto dei debiti, occorre però sottolineare i molti pregi della pellicola: la capacità descrittiva e figurativa di Mazzacurati; la sua narrazione piana ed avvolgente; l’utilizzo discreto del genere (qui un atipico noir).
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Mazzacurati ambienta la vicenda del film in quel delta del Po della grande stagione neorealista: cui subito rende omaggio, nella bella sequenza d’apertura in bianco e nero dell’incidente su una strada solitaria che costeggia il fiume, evocando Ossessione di Luchino Visconti.
Del pari richiamerà nel prosieguo i paesaggi umani e geografici de Il grido di Antonioni, dal distributore di benzina alla torre dello stabilimento industriale.
Detto dei debiti, occorre però sottolineare i molti pregi della pellicola: la capacità descrittiva e figurativa di Mazzacurati; la sua narrazione piana ed avvolgente; l’utilizzo discreto del genere (qui un atipico noir). Il tutto per un risultato notevole, che prefigura il futuro sviluppo della poetica del regista.
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