Stefano Reggiani
Nella memoria di Brass il mondo è una scena di povertà con intervalli di depressione e lampi di guerra; si capisce che per gli abitanti di questa desolazione il sesso sia l'unica speranza possibile, praticato ma più spesso vagheggiato con franca vocazione guardonica. Collocato in un tempo povero che qui riflette gli anni quaranta e cinquanta aggiustati ai bisogni dell'autore, Miranda dovrebbe essere un film di culto corporale, una celebrazione del sesso femminile in senso stretto. Niente di più brassiano, ma l'ingegno intemperante dell'autore è ormai troppo scettico per progettare una vera storia e la pratica rottura dei vincoli censori ha colto proprio lui impreparato, sul confine; gli sarebbe ormai più facile abbandonare il ruolo conflittuale di regista erotista per quello più semplice di maestro hard core per luci rosse (più connivente che irrispettoso). [...]
di Stefano Reggiani, articolo completo (3311 caratteri spazi inclusi) su 18 ottobre 1985