kronos
|
sabato 31 dicembre 2016
|
vil denaro
|
|
|
|
L'ultimo film di Robert Bresson è una parabola pessimista sul denaro, descritto come origine di tutti i mali del mondo.
Il tipico stile minimalista e antispettacolare dell'autore, qui mal si coniuga con una sceneggiatura palesemente didascalica e in difetto d'equilibrio.
Se inizialmente si prova un certo interesse per la concatenazione d'eventi scaturita da una ragazzata adolescenziale, cammin facendo il film si appesantisce, finendo per concentrarsi su un personaggio e dimenticando per strada tutti gli altri.
Non è d'aiuto la legnosità degli interpreti e una scansione narrativa rigida come uno stoccafisso.
E così un potenziale "La ronde" sul vil denaro, si trasforma in una lagnosa discesa gli inferi d'un disgraziato senza spina dorsale, vittima innocente di un banale raggiro che istantaneamente si trasforma, licenza cinematografica, in malvivente e serial killer.
[+]
L'ultimo film di Robert Bresson è una parabola pessimista sul denaro, descritto come origine di tutti i mali del mondo.
Il tipico stile minimalista e antispettacolare dell'autore, qui mal si coniuga con una sceneggiatura palesemente didascalica e in difetto d'equilibrio.
Se inizialmente si prova un certo interesse per la concatenazione d'eventi scaturita da una ragazzata adolescenziale, cammin facendo il film si appesantisce, finendo per concentrarsi su un personaggio e dimenticando per strada tutti gli altri.
Non è d'aiuto la legnosità degli interpreti e una scansione narrativa rigida come uno stoccafisso.
E così un potenziale "La ronde" sul vil denaro, si trasforma in una lagnosa discesa gli inferi d'un disgraziato senza spina dorsale, vittima innocente di un banale raggiro che istantaneamente si trasforma, licenza cinematografica, in malvivente e serial killer. Mah.
Non ci si stupisce che in seguito Bresson non abbia mai più trovato finanziamenti.
Voto al netto del blasone: UNA STELLINA E UN QUARTO
[-]
[+] ignoranza
(di giorgia1971)
[ - ] ignoranza
|
|
[+] lascia un commento a kronos »
[ - ] lascia un commento a kronos »
|
|
d'accordo? |
|
jacopo-bologna
|
martedì 16 marzo 2010
|
l'ultimo saggio morale
|
|
|
|
Bresson nel suo altimo film pone l'accento ancora su un'umanità falsa e bugiarda; si arriva ad una situazione tragica per un'inezia : il protagonista perde tutto, lavoro, famiglia, libertà,speranza e ragione, questo fa scattare un meccanismo di morte sartriana dove l'omicidio viene completamente svuotato di significato e di gravità. Come in ogni film di Bresson si arriva alla totalità solamente per deduzione perchè l'autore ci mostra solo i dettagli ed i particolari, l'inizio e la conseguenza di un'azione mai il nucelo, mai lo svoglimento; non musica ma rumori, nessun elemento spettacolare : grande assente qui è la suspense.
[+]
Bresson nel suo altimo film pone l'accento ancora su un'umanità falsa e bugiarda; si arriva ad una situazione tragica per un'inezia : il protagonista perde tutto, lavoro, famiglia, libertà,speranza e ragione, questo fa scattare un meccanismo di morte sartriana dove l'omicidio viene completamente svuotato di significato e di gravità. Come in ogni film di Bresson si arriva alla totalità solamente per deduzione perchè l'autore ci mostra solo i dettagli ed i particolari, l'inizio e la conseguenza di un'azione mai il nucelo, mai lo svoglimento; non musica ma rumori, nessun elemento spettacolare : grande assente qui è la suspense. Bresson attraverso questo saggio ci mostra come la fede in Dio ce l'abbiano solo i miserabili, quelli che vengono ingiustamente definiti " dimenticati da Dio" e che però non lo hanno dimenticato di certo, loro ( il carcerato che prega sempre per i suicidi perchè possano avere anche loro un pò di misericordia e che il loro gesto estremo sia considerato una liberazione, non una debolezza imperdonabile). Per l'autore l'umanità ha abbandonato il Dio silenzioso e invisibile per dedicarsi ad un Dio più accessibile il quale culto non comporta impegni morali : l'argent appunto; è un'umanità arrresa che va verso il grande punto di domanda come fossero dei morti viventi (Bresson non psicologizza nessuno dei personaggi), come corpi deambulanti che proseguono il loro cammino per inerzia. La decadenza spirituale e della civiltà in genereè da sempre il protagonista del forte cinema morale di Bresson. Emblematica metafora la scena finale dove la gente fissa il vuoto, perchè è il vuoto che li sovrasta ( ce l'hanno dentro quel vuoto, un vuoto riempibile solo attraverso la fede ed i valori ), loro guardano fuori, ma il problema è dentro di loro : trovare la forza e la motivazione per combattere la solitudine e l'estraniamento verso il mondo circostante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jacopo-bologna »
[ - ] lascia un commento a jacopo-bologna »
|
|
d'accordo? |
|
du
|
martedì 10 luglio 2007
|
l'ultimo bresson..
|
|
|
|
Un giovane e onesto lavoratore viene accusato di aver spacciato banconote false dalle stsse persone che lo hanno ingannato.Inizia qui il lungo calvario che porta il protagonista a cambiare la propia esistenza finendo così , per rubare, uccidendo una coppia di albergatori e un intera famiglia. Ultimo lavoro del maestro Robert Bresson, sulla tristezza e desolazione dell essere umano, spinto a una ricerca di riscatto che lo porta a una piu totale autodistruzzione.
Ci lascia una risposta alla vita, fatta di casulatà e predestinazione che Bresson ci rappresenta con il suo solito stile spoglio e castro, con una fotografia splendida di De Santis che illumina ogni breve scena come un quadro, di piccole immagini e dettagli apparentemente ininfluenti ma di alta qualità espressiva.
[+]
Un giovane e onesto lavoratore viene accusato di aver spacciato banconote false dalle stsse persone che lo hanno ingannato.Inizia qui il lungo calvario che porta il protagonista a cambiare la propia esistenza finendo così , per rubare, uccidendo una coppia di albergatori e un intera famiglia. Ultimo lavoro del maestro Robert Bresson, sulla tristezza e desolazione dell essere umano, spinto a una ricerca di riscatto che lo porta a una piu totale autodistruzzione.
Ci lascia una risposta alla vita, fatta di casulatà e predestinazione che Bresson ci rappresenta con il suo solito stile spoglio e castro, con una fotografia splendida di De Santis che illumina ogni breve scena come un quadro, di piccole immagini e dettagli apparentemente ininfluenti ma di alta qualità espressiva.
Non si smentisce così il regista in questa sua ultima opera, privando di tempo e spazio scene di rapina e omicidi(non durano neanche qualche minuto) ma dando vita a quella drammaticità in piccoli spazi disarredati e in piccoli movimenti e battute dei protagonisti, rese cosi magnifiche ed essenziali solo dallo stile e dall' arte di un maestro come Bresson.
Si conclude con questo film un cammino di pessimismo e demoralizzazione che ha caratterizzato tutti i protagonisti Bressoniani, portati a una decadenza spirituale e a una cecità logica che essi provano nell' inutle ricerca di non si sa cosa(come la folla finale di L'Argent che scrtuta dentro al bar verso il ''niente'') sensa accorgersi che il vero riscatto sta piu vicino di quanto pensino,ovvero dentro di loro, ovvero, battere quella solitudine e quell'estraniamento verso il mondo circostante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a du »
[ - ] lascia un commento a du »
|
|
d'accordo? |
|
|