chriss
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mercoledì 11 agosto 2010
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il demonio guida una plymouth fury...
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Nei bellissimi Anni Ottanta, mentre crescevo con pane e nutella o le famose patatine Cipster, ho potuto vedere i film di John Carpenter, un maestro dell' horror, nonché compositore di musiche delle sue stesse opere. Ebbene, tali film sono stati come la manna dal cielo per me ed i miei amici. Ne elenco alcuni: La cosa, Essi vivono, Halloween, The fog e naturalmente Christine, la macchina infernale. Come The Car, La macchina nera, anche Christine, ha tutti i favori della mia recensione. E non potrebbe essere altrimenti! Confesso di aver amato e di amare ancora quei film, anche se fatti a basso costo. In questi film i veicoli a motore, posseduti dal Demonio, non si fanno tanti scrupoli: essi uccidono senza pietà o giustiziano chi ha avuto a che fare con loro.
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Nei bellissimi Anni Ottanta, mentre crescevo con pane e nutella o le famose patatine Cipster, ho potuto vedere i film di John Carpenter, un maestro dell' horror, nonché compositore di musiche delle sue stesse opere. Ebbene, tali film sono stati come la manna dal cielo per me ed i miei amici. Ne elenco alcuni: La cosa, Essi vivono, Halloween, The fog e naturalmente Christine, la macchina infernale. Come The Car, La macchina nera, anche Christine, ha tutti i favori della mia recensione. E non potrebbe essere altrimenti! Confesso di aver amato e di amare ancora quei film, anche se fatti a basso costo. In questi film i veicoli a motore, posseduti dal Demonio, non si fanno tanti scrupoli: essi uccidono senza pietà o giustiziano chi ha avuto a che fare con loro. Ma, a differenza di The Car, alla cui guida non c' era nessuno, Christine riprende forma e vita grazie a colui che ha creduto in lei fin dal principio, fino a diventarne totalmente succube. Parlo di Arnie Cunningham, un ragazzo imbranato che viene molestato dai suoi compagni di scuola. Inizialmente viene sconsigliato da Dennis, il suo migliore amico, ad acquistare Christine, una Plymouth Fury assai malridotta. Christine, però, è una macchina speciale ed Arnie, lavorandoci su con grande dedizione, se ne accorge. La rimette a nuovo, facendosi beffa di tutti. Non solo: conquisterà la ragazza più desiderata della scuola. Il guaio è che nessuno può mettersi tra Arnie e Christine. La macchina è viva e pure gelosa. Prima tenterà di soffocare Leigh, la ragazza di Arnie, poi ucciderà chi l' aveva distrutta. Il finale dovrebbero conoscerlo tutti, ma invito i ragazzi più giovani di me, che non l' hanno visto, di dargli un' occhiata. E' quasi scontato dire che non è un capolavoro del cinema horror alla pari con La cosa, sempre dello stesso Carpenter, ma, perlomeno, va visto: a tutti i costi. Eppoi bisogna calcolare che son passati più di vent' anni dalla sua uscita. Mica pochi, no? Il film non è il peggiore tra quelli di Carpenter. Anzi, ebbe un discreto successo, nonostante i già famosi Duel e The Car. Christine, nel suo mantello rosso infuocato, ha un suo fascino particolare. E' accattivante in quel suo color sangue e morte. Eppoi, il pezzo del film in cui si rigenera da sola, è davvero mozzafiato. Io non lo butterei via così nel dimenticatoio del cinema horror. Oggi, con un adeguato remake fatto da un grande regista con mano sapiente, farebbe ancora la sua bella figura. Tre stelle dunque per Christine, la Plymouth Fury indemoniata! Chriss...
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claudiofedele93
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sabato 18 gennaio 2014
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la diabolica macchina di carpenter!
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Dopo che registi come Brian De Palma e Stanley Kubrick si furono impegnati a portare sul grande schermo storie tratte dai romanzi di Stephen King, stiamo parlando dei famosi Carrie- Lo Sguardo di Satana e Shining rispettivamente nel 1976 e nel 1980, anche a John Carpenter toccò la medesima sorte.
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Dopo che registi come Brian De Palma e Stanley Kubrick si furono impegnati a portare sul grande schermo storie tratte dai romanzi di Stephen King, stiamo parlando dei famosi Carrie- Lo Sguardo di Satana e Shining rispettivamente nel 1976 e nel 1980, anche a John Carpenter toccò la medesima sorte. A lui fu affidata la realizzazione di Christine – La Macchina Infernale tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore delMaine. Trova così conferma il fenomeno King e da questa nuova collaborazione tra cinema e letteratura usciranno successivamente lavori di rara bellezza tra cui Le Ali della Libertà, Stand By Me, Il Miglio Verde ed altri più modesti come 1408, Pet Sematary o It.
Sebbene Carpenter sia noto ai più per essere uno dei padri fondatori del genere horror, i cui film registi come Wes Craven hanno utilizzato come fondamenta, omaggiato e ne hanno cavato ispirazione, questo lungometraggio, a lui affidatogli dalla Columbia Pictures, rimane forse uno dei suoi lavori più “quadrati”. C’è indubbiamente una maestria ed una tecnica nel girare le scene di Christine da manuale e degne di nota, ne consegue quindi che il prodotto dal punto di vista registico è ben fatto e curato eppure, per quanto riguarda la storia, si vede abbastanza nitidamente che il lavoro deve molto al romanzo da cui trae spunto e che è un racconto fatto integralmente alla King con i suoi lati positivi e negativi. In tutto ciò, nel vedere la macchina Christine, inteso come ente demoniaco, che per tutto il film lo vedremo attirare sempre più l’attenzione dello spettatore fin quasi a diventare un co-protogonista, è affascinante osservare come già negli anni ’80 (anni in cui è stato realizzato il lungometraggio) alcuni aspetti della società fossero ben delineati. All’interno della pellicola vi è un forte messaggio, racchiuso nell’esplicita metafora che vede il valore del personaggio principale legato unicamente ai mezzi che questo possiede. Di fatto il giovane Cunningham inizia un percorso di maturazione perversa che lo vede passare da vittima degli atti di bullismo dei suoi compagni e alunni della sua scuola più grandi a (semi) teppista antipatico, ma sopratutto da innocuo e bravo ragazzo a giovane corrotto, pieno di odio verso il prossimo e distrutto nel suo intimo grazie unicamente all’influenza e alla presenza della macchina, che in una società come gli anni ’70 (ma questo discorso vale anche tutt’oggi se ci pensiamo bene) non si limitava solo ad essere intesa come un oggetto, ma qualificava e rispecchiava le persone per come erano davvero e a che tipo di famiglie appartenessero (o fossero). E’ poi senza dubbio meritevole di nota il lavoro che Carpenter sia riuscito a realizzare con i pochi mezzi a disposizione e gli effetti speciali dell’epoca, riuscendo a far di Christine un personaggio realistico, credibile e di cui aver timore e paura anche se si è consci che essa è solo un mezzo a quattro ruote, ma che con il progredire dei minuti acquista quegli atteggiamenti umani che mette a nudo con canzoni e vari inseguimenti.
Christine – La Macchina Infernale è la dimostrazione da una parte della grandezza della penna di King e di come le sue storie si adattino bene al grande schermo e dall’altra è l’ennesima prova delle capacita cinefile di un autore come Carpenter, il quale sebbene non abbia, stavolta, dato alla luce il suo capolavoro, rimane comunque su alti livelli e che può essere apprezzato da una larga fetta di pubblico, portando alla luce tutta una serie di riflessioni e critiche di una società basata sull’apparenza e sul possesso effimero che ancora oggi hanno un’importanza fondamentale.
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onufrio
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sabato 13 giugno 2015
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un "amore" di macchina
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Tratto da un romanzo di Stephen King, il regista Carpenter confeziona un ottimo film basandosi per l'appunto su di un solido copione. A distanza di oltre 20 anni, una vecchia macchina di nome Christine viene rimessa in vita dal giovane ed impacciato Arnie, questi da quando incontra la vecchia carcassa di lamiere trova in lei un amore viscerale, fra la vettura ed il ragazzo si crea un legame morboso, ed il giovane da impacciato cambia drasticamente il proprio carattere divenendo sempre più aggressivo e spavaldo; gli amici intuiscono cosa stia accadendo e provano di tutto per fermare questa macchina infernale.
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iuriv
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lunedì 23 novembre 2015
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l'auto è femmina.
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Christine è una storia d'amore. Uno di quei rapporti malati e soffocanti che si possono risolvere in un modo solo.
Adattamento cinematografico di uno dei migliori (e più sottovalutati) romanzi di King, questo film narra le avventure di Arnie Cunningam e della sua automobile pazza. E qualcosa si perde per strada. Se nel libro il protagonista era Arnie, con il suo inquietante cambiamento, qui a prendersi tutta la scena è la macchina, una Plymouth Fury rossa, bellissima e sensuale quanto capricciosa e pericolosa.
Carpenter è costretto a giocare fuori casa e inevitabilmente deve a rinunciare a molte delle sue prerogative. A voler fare uno sforzo, si potrebbe pescare una velata critica a ciò che significa il senso del possesso nella società occidentale, ma il rumore stridente delle unghie sullo specchio rischierebbe di farsi sentire.
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Christine è una storia d'amore. Uno di quei rapporti malati e soffocanti che si possono risolvere in un modo solo.
Adattamento cinematografico di uno dei migliori (e più sottovalutati) romanzi di King, questo film narra le avventure di Arnie Cunningam e della sua automobile pazza. E qualcosa si perde per strada. Se nel libro il protagonista era Arnie, con il suo inquietante cambiamento, qui a prendersi tutta la scena è la macchina, una Plymouth Fury rossa, bellissima e sensuale quanto capricciosa e pericolosa.
Carpenter è costretto a giocare fuori casa e inevitabilmente deve a rinunciare a molte delle sue prerogative. A voler fare uno sforzo, si potrebbe pescare una velata critica a ciò che significa il senso del possesso nella società occidentale, ma il rumore stridente delle unghie sullo specchio rischierebbe di farsi sentire.
In realtà si tratta di una pellicola piuttosto ordinaria (almeno per lo stile carpenteriano), che soffre di una sceneggiatura traballante. Ciò avviene per la scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari (che sono tutti, tranne Christine) che si riflette in dialoghi poco brillanti. Nonostante la recitazione generale non sia malaccio, viene presto alla luce la difficoltà di rendere credibile l'accettazione di una macchina demoniaca in un universo molto aderente alla quotidianità. Il regista non può portarci nel suo mondo e questo finisce per penalizzare il tutto.
Carpenter prova a risolvere le cose con l'utilizzo della tecnica. Il piano sequenza iniziale dentro la fabbrica e la vettura infuocata nella notte sono due esempi della maestria di John, il quale tenta anche di inserire la sua musica all'interno della visione, costruendo scene di inseguimento efficaci.
Però manca l'inquietudine. Christine è un horror che non fa paura e non disturba. Forse perché il regista non è riuscito a rendere sullo schermo lo spirito demoniaco della Fury rossa, o forse solo perché non c'è stato abbastanza tempo per proiettare questa figura meccanica dotata di vita autonoma all'interno di una struttura sociale complessa.
Fatto sta che il film funziona solo dal punto di vista estetico, non riuscendo a trovare il pertugio giusto per entrare con la forza nelle anime degli spettatori. Un vero peccato, considerate le potenzialità del soggetto. Ma è chiaro anche che la lenta trasformazione di Arnie sarebbe stata difficile da portare sullo schermo con la giusta forza. Quindi Carpenter ha preferito concentrarsi su Christine, sbagliando però l'approccio.
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mr.duff
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martedì 1 febbraio 2011
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film guardabile ma pecca di originalità
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Mi ha ricordato un po la storia di James Dean e la sua macchina che per chi nn lo sapesse ha portato molte morti (dopo quella dell'attore)ritenendola maledetta e dall'altro lato mi ha ricordato Hearbie il maggiolone in versione cattiva.Alla fine non penso sia il film/romanzo più originale di King, c'è sempre un pazzo, un bravo ragazzo un male primordiale e antico la bella donna e famiglie severe e incomprensibili...leggendo e vedendo le opere di King mi sto rendendo conto che c'è sempre lo stesso filo conduttore...mi sono meravigliato di come non ci fosse uno scrittore nel film (elemento onnipresente nelle nei sui romanzi)Cmq lo consiglio ma fino a un certo punto
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tia
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venerdì 15 agosto 2008
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film poco efficace
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un film che nonostante una regia di prestigio risulta poco efficace,colpa di una delle trame più banali e meno avvincenti della produzione di King più che della regia,anche se i dialoghi non funzionano sempre e alcune scene come l'inseguimento di Christine sono un po' fredde.
Mediocre.
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(di megaman)
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