Vado a vivere da solo |
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Un film di Marco Risi.
Con Jerry Calà, Lando Buzzanca, Elvire Audray, Francesco Salvi.
continua»
Comico,
durata 98 min.
- Italia 1982.
MYMONETRO
Vado a vivere da solo
valutazione media:
2,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Calà abbandona i genitori e si sistema altrove.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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sabato 4 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
VADO A VIVERE DA SOLO (IT, 1982) diretto da MARCO RISI. Interpretato da JERRY CALA’ – ELVIRE AUDRAY – LANDO BUZZANCA – FRANCESCO SALVI – FRANZ DI CIOCCIO – ELSA VAZZOLER – STEFANO ALTIERI – ALESSANDRA PANELLI – SERGIO DI PINTO – RENATO SCARPA § Giacomo, ventiseienne studente svogliato fuori corso, è stanco di fare il bravo figliolo di famiglia, così decide di affrancarsi dai genitori e va a vivere per conto suo: affitta un attico polveroso che arreda con mobili di seconda mano ma con uno spiccato tono d’originalità. A quel punto la sua vita dovrebbe prendere una svolta decisiva verso l’autonomia e soprattutto verso la tranquillità, ma spunterà fuori il vicino di casa Giuseppe che si fisserà di dargli un’erudizione sessuale di cui Giacomo, a suo parere, difetterebbe, e ci sarà anche la francese Françoise che gli scombussolerà non poco i connotati sentimentali. Le peripezie del povero Giacomo, tra seduzioni finite male e visitatori disturbanti indesiderati, termineranno col matrimonio con la ragazza straniera, dopo che il proprietario dell’appartamento ritornerà ed esigerà imperativo a suo uso la casa.L’esordio alla regia di M. Risi pecca di faciloneria nella messa in scena di un problema sentito spesso dai giovani di ogni epoca (l’allontanamento dai genitori e la formazione di una propria famiglia con abbinata l’indipendenza economica e affettiva), e finisce per inscenare una commedia troppo buttata all’aria per una sceneggiatura fiacca e povera di spunti veramente divertenti e spassosi. Perfino J. Calà appare più intimidito e sacrificato del solito, e non riesce ad estrapolare la sua consueta verve pirotecnica e il suo repertorio di battute graffianti e infallibili. Il migliore del cast è dunque L. Buzzanca, che col suo personaggio eccentrico e sessuomane regala un’interpretazione sopra le righe non certo da scartare. F. Salvi ed E. Audray se la cavicchiano, mentre poteva essere approfondita la parte di Di Cioccio, batterista e voce della Premiata Forneria Marconi, pseudo-guru che parte per l’India alla ricerca di sé stesso. Non male la colonna sonora, con musiche di Manuel De Sica (fratello maggiore di Christian) e un’azzeccata canzone di Lucio Battisti nella scena in cui Calà attraversa la città vedendo cartelli con la scritta vendesi ovunque. Soggetto e sceneggiatura di Enrico Vanzina insieme a Risi e Calà. Entrambi questi ultimi hanno fatto di meglio.
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