"L' Ingorgo - una storia impossibile" e' un film del 1979 di Luigi Comencini.
Ispirato da un racconto di Julio Cortazar e' stato un film purtroppo spesso sottovalutato.
Il regista sfrutta il tema di un ingorgo usato come microcosmo per rappresentare una umanita' spaventosamente cannibalesca.
Una galleria di attori grandiosi italiani, francesi e spagnoli quasi una sorta di internazionale filmica.
Cattivo il regista nel dipingere alcuni personaggi. Una pennellata maligna per evidenziare i tratti di chi ha il potere e umilia chi non lo ha.
Di chi gode nel mettere i piedi in testa ai piu' deboli.
La pennellata maggiormente riuscita e' quella che sviluppa i tratti del ripugnante avvocato interpetrato da un brillante Alberto Sordi.
Personaggio antipatico dai primi dialoghi del film riguardo i suoi concetti inerenti al continente Africa. Ancor di piu' nelle sue becere teorie di un socialismo ruffiano.
Il film e' del 1979 ed e' pregno dell'atmosfera proprio degli anni settanta. Femminismo, aborto, adulterio sono argomenti che agitavano e scuotevano il pubblico di quel periodo.
Film cattivo nel far emergere quel che l'umanita' di peggio puo' offrire.
Il disgustoso stupro ai danni di una ragazza femminista sotto gli occhi impassibili e anzi complici di un gruppo di anziani criminali infarciti di pensieri stucchevolmente moralistici.
Una ragazza che con le unghie cerca di difendere la sua creatura che ha dentro di se' da un padre padrone che vuole farla abortire poiche' non si conosce chi sia il vero padre.
Un povero cornuto interpetrato da Gérard Depardieu che scopre il feeling amoroso tra sua moglie interpetrata da una sensulissima e dolcissima Miou Miou ed un amico intellettualoide professore che e' rappresentato da un bravissimo Ugo Tognazzi.
Memorabile e nello stesso tempo detestabile il bacio scambiato tra il professore e la moglie.
Il film non ha una vera trama che comporta percio' anche una sorta di noiosita' ; ma brillanti sono le situazioni che si creano in questo microcosmo.
Anche le piu' assurde, come il dialogo surreale tra la giovane hippy e il taxista. Quasi una sfida di due generazioni, la voglia di viaggio nella prima, la staticita' nel secondo che non ne vuol sapere assolutamente di India e Nepal e imperterrito lascia che il suo tassametro scorra e il prezzo salga.
L'Ingorgo e' un grande occhio filmico che aprendosi registra il malessere di quegli anni; ma richiudendosi cancella automaticamente tutta la sua memoria visionata. Apparentemente tutto ritorna normale, ma e' una finzione, come il falso socialismo dell'avvocato, come il moralismo insopportabile dei quattro anziani, come il padre padrone riguardo la questione dell'aborto
La sporcizia dell'umanita' rimane, la verita e' venuta a galla, la maschera dell'ipocrisia e' stata calata.
MARCOS
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