paolo ciarpaglini
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venerdì 21 dicembre 2007
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bruce lee
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Cinque stelle per Bruce...sono poche. Nelle mie riflessioni ho compreso che ogni uomo nasce con un determinato compito da portare a termini nella vita. Sia esso fare il meccanico, il pasticciere e così via. Bruce Nacque per cambiare la fisionomia delle arti marziali e per divenire, non l'uomo più forte del mondo, ma il più grande marzialista che la storia ricordi. Per il suo impegno, carisma, genialità e molte altre doti che fanno di un'essere umano qualcosa di speciale. Nell'unica intervista esistente, lui stesso ammette che in origine non avrebbe mai creduto che il Gung-fu, sarebbe divenuta la sua 'Via'. Effettivamente e molto spesso ognuno di noi finisce per fare o essere ciò che mai avrebbe creduto, sognato, immaginato.
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Cinque stelle per Bruce...sono poche. Nelle mie riflessioni ho compreso che ogni uomo nasce con un determinato compito da portare a termini nella vita. Sia esso fare il meccanico, il pasticciere e così via. Bruce Nacque per cambiare la fisionomia delle arti marziali e per divenire, non l'uomo più forte del mondo, ma il più grande marzialista che la storia ricordi. Per il suo impegno, carisma, genialità e molte altre doti che fanno di un'essere umano qualcosa di speciale. Nell'unica intervista esistente, lui stesso ammette che in origine non avrebbe mai creduto che il Gung-fu, sarebbe divenuta la sua 'Via'. Effettivamente e molto spesso ognuno di noi finisce per fare o essere ciò che mai avrebbe creduto, sognato, immaginato. Le sue eccezionali doti psicofisiche, la sua straordinaria carica emotiva e fisica, travolsero e stravolsero per sempre dettami 'inviolabili', millenari. In ogni campo, vi sono dei pionieri, dalla matematica, alla fisica e così via. Lee, sebbene iniziò a studiare le arti marziali in giovane età, era una persona poliedrica. Ottimo ballerino, sapeva disegnare bene, era un buon prestigiatore dilettante. Persona affabile, amava ridere e scherzare, ma in un attimo poteva divenire uno dei pensatori più profondi che io abbia conosciuto (non personalmente ovviamente). Era chiaro che tutto ciò non poteva restare in silenzio, passare inosservato. Lee trovò nelle arti marziali la sua 'Via' e lì convogliò tutte le sue energie, il suo impegno, il suo stile di vita. Era nato per questo e nessuno potrà mai ne intaccarne il mito, ne tantomeno avvicinarne le gesta. Così come potrà mai nascere un nuovo Giotto o Vhan Ghog, Leonardo o Alessandro Volta, Newton etc. Il suo gung-fu possedeva
'qualcosa' di inspiegabile. Ci sono oggi molti marzialisti che per abilità sono nettamente superiori a Lee, ma metteteli sullo schermo o davanti a mille persone e nessuno di loro saprà incantare, ammaliare il pubblico come lui. ciò è dovuto al fatto che Lee seguì una via nuova, da lui compresa e messa in pratica negli anni e sempre più perfezionata. Gli altri, per quanto bravi possano essere non possiedono le principali doti che facevano di Bruce un'uomo unico nel suo genere: il saper fondere e far suoi i principi della lotta con la filosofia nella sua forma più semplice e pura. Basta osservarlo un minuto per capire che egli era diverso da tutti. Oggi, a 35 anni dalla sua scomparsa, ciò che ha sempre 'predicato' e che gli altri non accettavano, è divenuto realtà e soprattutto si è dimostrato vero. Dedicarsi a una disciplina di autodifesa è limitativo, dedicarsi a varie discipline è altrettanto limitativo se non si possiede la capacità di estrapolare da ognuna 2solo ciò che serve", come lui amava dire. Meglio conoscere poco ma a fondo che molto e male. Chì sono i lottatori più forti oggi al mondo?. Quelli del K1. Perchè?. Perchè nessuno come loro riesce ad adottare la tecnica più opportuna al momento opportuno. Prendete il Tyson degli anni d'oro e fatelo combattere contro Mirko Crocop, l'esito è pressochè scontato, poichè il pugile deve mettere a segno un pugno per battere il nemico, è 'limitato'. La stessa limitatezza che Lee vedeva nelle arti marziali convenzionali, ognuna delle quali carente al di fuori delle proprie tecniche. Un 'profeta' potremmo dire, ecco la parola giusta. Uno di quegli uomini che nascono, una volta ogni cento anni, questo era Bruce Lee. E lo resterà per sempre.
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paolo ciarpaglini
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mercoledì 27 dicembre 2006
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il primo film di lee.
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Le sole due stelle che ho assegnato, riguardano esclusivamente il film, e non certamente il suo valore intrinseco. Bruce stesso racconta in alcune interviste rilasciate al tempo, (era il '71), che il copione, il soggetto, la sceneggiatura, venivano approntate man mano che le riprese andavano avanti. Girato in un piccolo villaggio della Thailandia, (Phac Cong), Bruce Lee è al suo primo ruolo da protagonista. Un piccolo produttore, Raimond Chow, staccatosi dall'allora gigante d'oriente, gli Shaw Bros, da a Lee l'opportunità che stà aspettando invano da anni ad Hollywood. Pensate, offre un contratto per due film a Bruce, per un compenso complesivo di 20.000 dollari. La cifra non è disdicevole, anzi può essere considerata alta se comparata a quanto guadagnavano allora gli attori orientali.
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Le sole due stelle che ho assegnato, riguardano esclusivamente il film, e non certamente il suo valore intrinseco. Bruce stesso racconta in alcune interviste rilasciate al tempo, (era il '71), che il copione, il soggetto, la sceneggiatura, venivano approntate man mano che le riprese andavano avanti. Girato in un piccolo villaggio della Thailandia, (Phac Cong), Bruce Lee è al suo primo ruolo da protagonista. Un piccolo produttore, Raimond Chow, staccatosi dall'allora gigante d'oriente, gli Shaw Bros, da a Lee l'opportunità che stà aspettando invano da anni ad Hollywood. Pensate, offre un contratto per due film a Bruce, per un compenso complesivo di 20.000 dollari. La cifra non è disdicevole, anzi può essere considerata alta se comparata a quanto guadagnavano allora gli attori orientali. Ridicola altresì, rispetto gli 'standard' occidentali. Lee accetta, è in ristrettezze economiche. "Al diavolo Hollywood ed i contratti per quattro settimane", disse alla moglie Linda. Nessuno in America era disposto a rischiare un solo cent su un orientale. Chow e la sua piccola casa podruttrice, la Golden Harvest ha la fortuna ed il magico intuito di scommettere su Lee. Il film, batte in poche settimane dalla sua uscita nelle sale, ogni record precedente di incassi. Il successo è senza precedenti. Lo stesso boss degli Shaw ebbe a dire: "chì poteva immaginare, era un attore come molti altri". Ma si sbagliava. Nel solo circuito di Hong Kong, il film incassò più di tre milioni di dollari. Linda, sua moglie, racconta; "quella fù per noi, una delle serate più esaltanti della nostra vita". Chen, (Lee), per la prima mezz'ora non sferra un solo calcio o pugno, legato ad una promessa fatta alla madre, in punto di morte. I suoi occhi lampeggiano, come un uragano che non può scaricare la propria energia, e lo spettatore è portato allo spasimo, nell'attesa che accada qualcosa. Quando in una zuffa in fabbrica Lee perde la piccola pietra appesa al collo, che lo legava a quella promessa, entra in azione, e... che dire, semplicemente superbo. I calci, i pugni, l'intero corpo e mente di Lee sono carichi di una energia esplosiva, trascendentale. La perfezione e grazia dei suoi movimenti, impareggiabili. C'è solo lui sullo schermo, la sua figura magnetica, sembra quasi che Bruce possieda le chiavi stesse dell'energia pura. Superbo. Il film, anche a detta di Lee, è poco più che amatoriale, lui stesso vi apporta moltissime modifiche. Tutti si accorgono che la sua presenza sullo schermo è assolutamente unica. Scrive molte lettere a Linda, in cui le dice che il mangiare è insufficente. Prende l'influenza, si taglia malamente una mano, (avrete certamente notato la fasciatura alle dita medie ed anulare della mano sinistra), si sloga addirittura una caviglia per un materasso che mal sistemato, scivola via. Questo per farvi capire da dove partì Bruce Lee. Pochi mesi dopo, era la più grande star di tutto il circuito cinematografico asiatico. Aveva atteso, atteso ed ancora atteso, adesso era il suo momento, e lo strameritava. Il film mostra un Lee in forma splendida, non ancora minimamente intaccato e travolto dall'enorme successo, con i suoi annessi e connessi. Provate a guardare il film, e subito dopo passate direttamente al suo quarto ed ultimo lavoro, 'I tre dell'operazione drago'. Lee, appare quasi irriconoscibile. Bruce cercò disperatamente il successo, voleva il benessere per la sua famiglia. " Non sò per quanto riuscirò ancora a reggere, tutto questo", confidò a Linda.
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brando fioravanti
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martedì 11 marzo 2014
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arti marziali
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Film sulle arti marziali con combattimenti assurdi e paradossali. Ma visto la moda lanciata nel mondo, lo si può valutare oggi e metterlo al di sopra dei film del genere. Stile discreto e un Bruce lee carismatico e affascinante.
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