ipno74
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sabato 19 febbraio 2011
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grande tognazzi
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Atmosfera surreale, proprio come la storia che racconta, ma sempre con un'ironico occhio verso la realtà.
Gli ospedali privati degli anni '70 sono allucinanti.
Si entra con un raffreddore e con cure ed analisi si esce morti!!!
Questo è quello che vorrebbe dire Ugo con questo film, che inizia con un semplice fischio al naso, appunto, ma i dottori, che con le ultime tecnologie, capiscono che lui ha altre malattie, e più la malattia è grave più si sale di piano.
I film con regia di Tognazzi hanno tutti un sorriso amaro, ma i ritmi sono buoni, basta capire che sono vecchi film e adattarsi e vedrete che ne rimarrete soddisfatti, ma soprattutto penserete che le cose in Italia non sono poi tanto cambiate.
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Atmosfera surreale, proprio come la storia che racconta, ma sempre con un'ironico occhio verso la realtà.
Gli ospedali privati degli anni '70 sono allucinanti.
Si entra con un raffreddore e con cure ed analisi si esce morti!!!
Questo è quello che vorrebbe dire Ugo con questo film, che inizia con un semplice fischio al naso, appunto, ma i dottori, che con le ultime tecnologie, capiscono che lui ha altre malattie, e più la malattia è grave più si sale di piano.
I film con regia di Tognazzi hanno tutti un sorriso amaro, ma i ritmi sono buoni, basta capire che sono vecchi film e adattarsi e vedrete che ne rimarrete soddisfatti, ma soprattutto penserete che le cose in Italia non sono poi tanto cambiate...anzi.
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elgatoloco
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lunedì 21 ottobre 2019
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geniale rilettura del grande dino buzzati
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"un fischio al naso"(Ugo Tognazzi, 1967)rilegge con grande intelligenza, coadiuvato dagli sceneggiatori Pigna, Scarnicci, Tarabusi, ma anche Rafael Azcona, che conferisce al tutto una nota ancora più surreale, il bellssimo racconto grottesco di Dino Buzzati, grande scrittore italianao(Bellunese, poi Milanese d'azione)"Sette PIani", Un industraile"precipita"in una clinica che si presenta come"centro di benessere", per un semplice fischio al naso, mnetre le terapie proposte lo porteranno.... al settimo piano, salendo lentamente(ma neppure troppo lentamente, in realtà) e inesorabilmente la"china".... Anche scenograficamente il film coglie, con più di sessant'anni di anticipo la situazione attuale, globalizzata allo spasimo, dove il caos dei segni diviene persino parossistico.
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"un fischio al naso"(Ugo Tognazzi, 1967)rilegge con grande intelligenza, coadiuvato dagli sceneggiatori Pigna, Scarnicci, Tarabusi, ma anche Rafael Azcona, che conferisce al tutto una nota ancora più surreale, il bellssimo racconto grottesco di Dino Buzzati, grande scrittore italianao(Bellunese, poi Milanese d'azione)"Sette PIani", Un industraile"precipita"in una clinica che si presenta come"centro di benessere", per un semplice fischio al naso, mnetre le terapie proposte lo porteranno.... al settimo piano, salendo lentamente(ma neppure troppo lentamente, in realtà) e inesorabilmente la"china".... Anche scenograficamente il film coglie, con più di sessant'anni di anticipo la situazione attuale, globalizzata allo spasimo, dove il caos dei segni diviene persino parossistico. Clima "fantascientico"nell'accezione vera del termine, con un Tognazzi che, impegnato come regista, ha però reso straordinariamente bene la parte dell'uomo ignaro, tendente alla protesta ma poi costretto dagli"eventi"ad accondiscendere alle terapie, certo non volute né desiderate, ma giocoforza accettate, fino a un altrettanto"grottesco"tentativo di fuga...C'è anche , poi, la vena irridente di Tognazzi8più che di Buzzati)verso la religione costituita, storicamente realizzata come chiesa, ma in genere la sua visione disincatnata sul mondo e la sua"realtà", deicsamente più presunta che"vera". Se Buzzati è da riscorpire, lo è altrettanto e ancora di più, Ugo Tognazzi regista, con allusioni anche proprio "piccanti"sui nomi , come la dottoressa"Immer Mehr"("sempre di più", in tedesco), dove i significati neppur etroppo reconditi, vista anche l0avvenenza dell0attrice(Tina Louise) sono chiari. ma poi, oltra a Franca Bettoja, moglie nella vita di Tognazzi ma qui impersonificante l'amante(sic!), a Riccardo Garrone, c'è quael diavoletto di Marco Ferreri, grande amico di Ugo , che l'avrebbe diretto ne"La grande Bouffe", se non sbaglio poco più di un lustro dopo, El Gato
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