tony montana
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domenica 14 novembre 2010
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un colosso dai piedi fragili
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I primi 22 capitoli del Genesi: Dopo il mondo e la vita, il sesto giorno Dio crea Adamo ed Eva dalla polvere e dal fango e li colloca nel giardino dell'Eden. Essi cedono però alla tentazione del Maligno e vengono cacciati. Il primogenito della coppia primordiale, Caino, uccide per gelosia il fratello Abele, poi Dio manda il diluvio per punire l'umanità scellerata, ma fa in modo che Noè salvi sull'arca la famiglia e le specie animali. Rifluite le acque del diluvio la Terra si ripopola, ma con la torre di Babele è commesso un atto di superbia che Dio punisce confondendo le lingue e rendendo gli uomini estranei gli uni agli altri. Passa il tempo, e Abramo è prescelto quale capostipite del popolo eletto.
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I primi 22 capitoli del Genesi: Dopo il mondo e la vita, il sesto giorno Dio crea Adamo ed Eva dalla polvere e dal fango e li colloca nel giardino dell'Eden. Essi cedono però alla tentazione del Maligno e vengono cacciati. Il primogenito della coppia primordiale, Caino, uccide per gelosia il fratello Abele, poi Dio manda il diluvio per punire l'umanità scellerata, ma fa in modo che Noè salvi sull'arca la famiglia e le specie animali. Rifluite le acque del diluvio la Terra si ripopola, ma con la torre di Babele è commesso un atto di superbia che Dio punisce confondendo le lingue e rendendo gli uomini estranei gli uni agli altri. Passa il tempo, e Abramo è prescelto quale capostipite del popolo eletto.
Nelle intenzioni del leggendario produttore Dino De Laurentiis ( morto qualche giorno fa ), doveva essere il primo capitolo di una trilogia dedicata al Libro Sacro ( per giunta al primo posto dei libri più letti al mondo ), ma visto l’insuccesso che la pellicola ha avuto, il progetto è stato accantonato e il racconto rimane concentrato solo sul primo libro: la Genesi.JohnHuston legge la Bibbia come un grande romanzo, summa d'avventure, di storie d'amore e di suspense prima ancora che di fede. La sua versione è robusta ma non eccezionale. Alta spettacolarità, senza pompierismi, nellesequenze babeliche – provate a vedere la torre di Babele o l’Arca di Noè. Per il resto, gran spreco di divi fuori parte (alcuni davvero ridicoli), troppi discorsi sacri, nei quali il regista non è completamente a proprio agio, e un'impressione generale di frammentarietà. La parte introduttiva della Creazione è affidata alle immagini del fotografo Ernst Haas. Uno degli sceneggiatori è il raffinato Christopher Fry. Di realismo sconvolgente la scena dell’uccisione di Abele da parte di Caino – interpretato da un ottimo Richard Harris agli esordi – e indimenticabile O’Toole nella parte di uno dei tre angeli che distruggeranno Sodoma e Gomorra. Spiccano su tutti George C. Scott e lo stesso Huston che interpretano rispettivamente Abramo e Noè. Il film è imponente, le intenzioni di De Laurentiis erano chiare, ma a volte, il film è lento, eccessivamente lungo e a tratti noioso. Non per tutti i palati.
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mondolariano
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giovedì 21 aprile 2011
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un inquietante "brodo primordiale"
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Il taglio eroico dei “Dieci comandamenti” è soltanto un ricordo. Huston immerge la Bibbia in un’atmosfera oscura, densa, scolpita a tinte cupe e a tratti inquietanti. La caratterizzazione dei personaggi è spaventevole, gli uomini sono presentati come mostriciattoli dalla pelle dipinta e inclini al male assoluto, tra i quali si distingue soltanto la figura simpatica di Noè (inizialmente la parte fu proposta a Charlie Chaplin, poi interpretata dallo stesso John Huston). Molto drammatico l’arrivo di Abramo tra le rovine della città di Sodoma.
Certo il regista ci crede davvero e pretende dallo spettatore il massimo dell’attenzione: un vero e proprio atto liturgico, assolutamente straordinario ma - proprio per questo - deleterio in termini di popolarità (infatti non raccolse il successo del pubblico e il ciclo si fermò alla “Genesi”, accantonando il progetto di un secondo film pensato da Dino de Laurentiis).
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Il taglio eroico dei “Dieci comandamenti” è soltanto un ricordo. Huston immerge la Bibbia in un’atmosfera oscura, densa, scolpita a tinte cupe e a tratti inquietanti. La caratterizzazione dei personaggi è spaventevole, gli uomini sono presentati come mostriciattoli dalla pelle dipinta e inclini al male assoluto, tra i quali si distingue soltanto la figura simpatica di Noè (inizialmente la parte fu proposta a Charlie Chaplin, poi interpretata dallo stesso John Huston). Molto drammatico l’arrivo di Abramo tra le rovine della città di Sodoma.
Certo il regista ci crede davvero e pretende dallo spettatore il massimo dell’attenzione: un vero e proprio atto liturgico, assolutamente straordinario ma - proprio per questo - deleterio in termini di popolarità (infatti non raccolse il successo del pubblico e il ciclo si fermò alla “Genesi”, accantonando il progetto di un secondo film pensato da Dino de Laurentiis). Gli attori, sprofondati a loro volta in questa specie di brodo primordiale, mimano molto e parlano pochissimo, muovendosi come tartarughe all’interno delle lentissime scene. Abbondano i silenzi, le immagini e le ombre.
Ingiustamente sottovalutato. Girato anche in Italia.
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alexmanfrex
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martedì 19 dicembre 2017
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non per tutti
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Diciamoci la verità: La Bibbia è un'opera cinematografica non per tutti, una lezione di stile innovativa per i suoi tempi e forse poco compresa dal grande pubblico.
Se ci si vuole definire "cinefilo", bisogna necessariamente passare dalla visione di questo film, che porta sullo schermo le vicende narrate nella Bibbia, dalla creazione fino all'alleanza stretta fra Dio e il popolo di Israele, nella figura di Abramo. Le storie dei primi patriarchi vengono narrate con un taglio decisamente mitologico laddove inevitabilmente ci si scontra con la difficoltà del rimanere su un piano più realistico.
Stilisticamente impeccabile, il film risente di una lentezza narrativa e scenica che a tratti stordisce; la prima sequenza, quella della creazione, per quanto visionaria, si sviluppa su un minutaggioa a mio avviso eccessivo.
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Diciamoci la verità: La Bibbia è un'opera cinematografica non per tutti, una lezione di stile innovativa per i suoi tempi e forse poco compresa dal grande pubblico.
Se ci si vuole definire "cinefilo", bisogna necessariamente passare dalla visione di questo film, che porta sullo schermo le vicende narrate nella Bibbia, dalla creazione fino all'alleanza stretta fra Dio e il popolo di Israele, nella figura di Abramo. Le storie dei primi patriarchi vengono narrate con un taglio decisamente mitologico laddove inevitabilmente ci si scontra con la difficoltà del rimanere su un piano più realistico.
Stilisticamente impeccabile, il film risente di una lentezza narrativa e scenica che a tratti stordisce; la prima sequenza, quella della creazione, per quanto visionaria, si sviluppa su un minutaggioa a mio avviso eccessivo.
Una lettura molto ermetica e conforme della Bibbia, che lascia poco spazio alla sperimentazione sulle tematiche e alle interpretazioni, che si limita a descrivere nalla maniera più coerente possibile quanto raccontato nei primi libri di questa opera sconfinata.
Dialoghi ridotti al minimo, sequenze lente e riprese nel minimo dettaglio; tutto questo riduce la dinamicità dell'opera, ma aiuta lo spettatore a riflettere sul senso di primordialità delle civiltà che sono nate in questa area così importante per la cultura umana nei secoli a venire.
Prima di guardare La Bibbia, lo spettatore deve scendere a patti con se stesso e con il fatto che questo vuole essere un film principalmente mitologico, in cui l'umanità dei personaggi viene esplorata il minimo indispensabile e relegata alle inevitabili ricadute del progetto di Dio per gli uomini.
Non si può certamente apprezzare al meglio il talento dei grandi caratteristi coinvolti nel progetto, relegati a compiere limitati movimenti scenici e dialoghi poco approfonditi.
Raccontare la storia più importante e conosciuta di tutti i tempi non era compito semplice: la potenza del film è tutta nei simboli e nelle immagini evocative, nell'enfatizzazione delle azioni, dei gesti e dei paesaggi ... manca una carica emotiva e umana fondamentale, una maggiore spinta sulla narrazione. E per tutte questa ragioni, il film resta tremendamente incompleto !!
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elgatoloco
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lunedì 23 aprile 2018
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in parte "commissionato", ma...
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Per"La Bibbia"(in italano, il titolo, in quanto è produzione italiana)di John Huston(1966)si possono anche notare certi difetti retorici legati all'eccesso, al calligrafismo, ma almeno il film ha il merito di evidenziarfe gli snodi fondamentali della Bibbia, testo che a molti credenti cristiani(in specie cattolici, bisogna dirlo, nelle confessioni evangeliche lo stuido della Parola è comunque ben più radicato e comunque previsto nelle celebrazioni liturgiche)è ancora ignoro o quasi... La genesi, ossia la creazione, la"felix culpa"di Adamo ed Eva, certo in modo un po'calligrafico(cfr.sopra), Abele e Caino, il "Diluvio universale"(che peraltro come mito è radicato anche in molte altre tradizioni culturali, oltre che religiose), Sodoma e Gomorra, ossia le città del"peccato", il(poi mancato per intervento dall'altro)sacrifico di Isaak, ossia i primi 22"capitoli"di quello che impropriamene la tradizione cristiana chiama"Antico Testamento"lo si trova in questo film, a tratti a colori forti, abbastanza retorico, ma indubbiamente di notevole presa anche proprio drammaturgica su chi guarda; avrebbe potuto essere una introduzione visiva efficace alla lettura di questo fondamento culturale fondamentale della nostra società, se, pur in epoca di Concilio Vaticano II°compiuto(parlo sempre rispetto alla"parte cattolica")sacerdoti e laici, persone di cultura, l'avessero presto più sul serio.
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Per"La Bibbia"(in italano, il titolo, in quanto è produzione italiana)di John Huston(1966)si possono anche notare certi difetti retorici legati all'eccesso, al calligrafismo, ma almeno il film ha il merito di evidenziarfe gli snodi fondamentali della Bibbia, testo che a molti credenti cristiani(in specie cattolici, bisogna dirlo, nelle confessioni evangeliche lo stuido della Parola è comunque ben più radicato e comunque previsto nelle celebrazioni liturgiche)è ancora ignoro o quasi... La genesi, ossia la creazione, la"felix culpa"di Adamo ed Eva, certo in modo un po'calligrafico(cfr.sopra), Abele e Caino, il "Diluvio universale"(che peraltro come mito è radicato anche in molte altre tradizioni culturali, oltre che religiose), Sodoma e Gomorra, ossia le città del"peccato", il(poi mancato per intervento dall'altro)sacrifico di Isaak, ossia i primi 22"capitoli"di quello che impropriamene la tradizione cristiana chiama"Antico Testamento"lo si trova in questo film, a tratti a colori forti, abbastanza retorico, ma indubbiamente di notevole presa anche proprio drammaturgica su chi guarda; avrebbe potuto essere una introduzione visiva efficace alla lettura di questo fondamento culturale fondamentale della nostra società, se, pur in epoca di Concilio Vaticano II°compiuto(parlo sempre rispetto alla"parte cattolica")sacerdoti e laici, persone di cultura, l'avessero presto più sul serio. Del resto remakes più recenti(penso, per fare solo un esempio a"Exodus: Gods and kings"(2014, Ridley Scott)non brillano certo né per inventiva né tantomeno per rispetto del testo... Una pletora di attori e attrici coinvolti/e, con nomi famosi come Peter O'Toole(uno dei tre angeli), Franco Nero(Abele), Richard Harris(Caino), John Huston(NOè), George Scott(Abraham), Ava Gardner(Sarah), coinvolti(e)in questo kolossal biblico, ovviamente, tutt'altro che trascurabile. El Gato
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