giuseppe acciaro
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sabato 10 novembre 2007
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"il western e'ad una svolta"
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Uscito a cavallo di "Per un pugno di dollari", questo film di Sergio Corbucci, al suo secondo western dopo "Massacro al grand canyon",è un ulteriore dimostrazione di come il genere western stia prendendo un'altra direzione, lontana dal consolidato modello americano.Lo scenario è ancora più aspro, selvaggio,si uccide con ogni mezzo, si spara a tradimento, predomina l'insidia, l'inganno.Si resprira un'atmosfera carica di tensione, mitigata ogni tanto da qualche siparietto brillante. Con il personaggio di "Minnesota Clay", interpretato da un convincente Cameron Mitchell, Corbucci tratteggia la figura di un eroe tutt'altro che immacolato,tormentato, conflittuale, abilissimo nell'uso del colt, ma afflitto da una menomazione con la quale spesso deve fare i conti.
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Uscito a cavallo di "Per un pugno di dollari", questo film di Sergio Corbucci, al suo secondo western dopo "Massacro al grand canyon",è un ulteriore dimostrazione di come il genere western stia prendendo un'altra direzione, lontana dal consolidato modello americano.Lo scenario è ancora più aspro, selvaggio,si uccide con ogni mezzo, si spara a tradimento, predomina l'insidia, l'inganno.Si resprira un'atmosfera carica di tensione, mitigata ogni tanto da qualche siparietto brillante. Con il personaggio di "Minnesota Clay", interpretato da un convincente Cameron Mitchell, Corbucci tratteggia la figura di un eroe tutt'altro che immacolato,tormentato, conflittuale, abilissimo nell'uso del colt, ma afflitto da una menomazione con la quale spesso deve fare i conti.In seguito,con "Django" e "Il grande silenzio", il regista svilupperà ulteriormente questa tematica.Lo scontro finale è molto lungo,dilatato, e consta di diverse sequenze mozzafiato.In opposizione a cameron Mitchell, spicca un bravissimo Georges Riviere, eclettico attore francese.Fernando Sancho è il solito vilain, mentre Ethel Rojo si cala nei panni di una donna cinica e ambiziosa.La colonna sonora di Piccioni è perfettamente adeguata.Le musiche sono coinvolgenti e consone alle immagini. Un altro capisaldo del western italiano.
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gianni lucini
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mercoledì 1 maggio 2013
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sergio corbucci scrive le prime regole
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Primo western firmato da un regista italiano con un nome italiano, in genere è considerato importante dal punto di vista storico soltanto perché si tratta di uno dei primi western girati in Italia. In realtà la sua importanza va oltre l’aspetto squisitamente storico. Sergio Corbucci, infatti, prima di Leone, con questo film definisce alcuni dei codici di genere del western all’italiana quali:
- lo scontro tra le due bande contrapposte
- la corruzione degli elementi che amministrano la giustizia
- l’antieroe costretto ad affrontare il duello in condizioni svantaggiate per una grave menomazione fisica
In ogni caso il film è lontanissimo dagli stilemi del western hollywoodiano.
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Primo western firmato da un regista italiano con un nome italiano, in genere è considerato importante dal punto di vista storico soltanto perché si tratta di uno dei primi western girati in Italia. In realtà la sua importanza va oltre l’aspetto squisitamente storico. Sergio Corbucci, infatti, prima di Leone, con questo film definisce alcuni dei codici di genere del western all’italiana quali:
- lo scontro tra le due bande contrapposte
- la corruzione degli elementi che amministrano la giustizia
- l’antieroe costretto ad affrontare il duello in condizioni svantaggiate per una grave menomazione fisica
In ogni caso il film è lontanissimo dagli stilemi del western hollywoodiano. Si muove in un clima senza particolari riferimenti etici, si uccide in ogni modo possibile e il tradimento è uno degli elementi costitutivi della narrazione. Accanto a un bolso ma efficace Cameron Mitchell e al discreto Georges Riviere spicca un Fernando Sancho alla prima esperienza nel western all’italiana.
Girato nel mese di settembre del 1964 in Spagna, nel 1966 è il primo western all'italiana che può godere di una distribuzione negli Stati Uniti.
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