Spara Gringo, spara!

Il pistolero Stark evade da una cella e uccide alcuni uomini di un ricco fazendero messicano il quale non lo uccide ma gli chiede di riportargli il figlio Fidel che ora compie rapine con la banda di un ex militare della guerra di Secessione. Stark lo raggiunge e lo cattura ma il ragazzo fa di tutto per sfuggirgli talvolta riuscendovi salvo poi essere nuovamente ripreso. Anche Stark però corre i suoi rischi perché c'è chi non ha apprezzato il suo comportamento durante la guerra.
Bruno Corbucci dirige il suo primo western e sceglie come protagonisti un attore americano che è arrivato alla notorietà grazie alle avventure del delfino Flipper e Fabrizio Moroni che non era solo il bello di film e fotoromanzi ma aveva già avuto un'esperienza nel genere con il film Uccidi o muori. Il regista mostra di trovarsi subito a suo agio con lo spaghetti western scrivendo con Mario Amendola una sceneggiatura ricca di colpi di scena che sin dall'esordio (si vedano i ribaltamenti di situazione dei primi minuti) promette ciò che poi manterrà.
Anche sul piano del ritmo narrativo il film si colloca in più che buona posizione nella classifica di appartenenza grazie, ad esempio, alla sapienza con cui accenna al versante sentimentale rendendolo determinante per le scelte finali ma offrendogli uno spazio decisamente relativo nell'economia complessiva del plot. Le classiche location spagnole si rivelano funzionali e non cadono nell'effetto deja vu di altre produzioni di minor livello. Una annotazione a parte merita poi la musica che accompagna i titoli di testa e che avrà una sua storia particolare.
Nel finale del film si trasforma infatti in una canzone dal titolo "Rainbow (Vorrei...vorrei)" cantata da Little Tony. A portarla però al successo con un altro titolo e un altro testo sarà quattro anni dopo Gianni Morandi ("Il mondo cambierà"). 