
Anno | 2024 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 45 minuti |
Regia di | SanPa Cine Lab |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 luglio 2024
Gli ospiti di San Patrignano realizzano il loro primo film parlando non di droga ma di amore.
CONSIGLIATO SÌ
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Nella comunità di San Patrignano finalizzata al recupero dalla tossicodipendenza si intrecciano le storie di quattro ospiti. Due sono legate al rapporto messo in crisi o costruibile con un'altra persona. Altre due riguardano invece il rapporto con se stessi e la capacità di amarsi e perdonarsi.
Un film che nasce dall'esigenza profonda di utilizzare il linguaggio del cinema per esprimere i propri problemi e iniziare a risolverli.
Ci poteva essere solo Paolo Ruffini alla base di questo film. La sua attenzione al sociale è nota e nasce dall'empatia con cui da molto tempo si rivolge a coloro che, come diceva Gaber, sono grida in cerca di una bocca. Lui mette la sua professionalità al servizio di questa ricerca consentendo alle grida di compiere un'ulteriore passo divenendo parole, gesti, espressione di bisogni a cui attribuire un nome anche quando la loro definizione è complicata. Trattandosi del primo film realizzato da un laboratorio costituito all'interno della comunità di San Patrignano ci si sarebbe potuti attendere una riflessione sulla tossicodipendenza e sul percorso, non sempre facile, da affrontare per uscirne. Nulla di tutto ciò. Dal lavoro in comune è emersa l'esigenza di raccontare il rapporto con quella parola a cui ognuno finisce con il dare un proprio significato che ha comunque sfumature del tutto personali: amore. Le quattro storie vanno viste e non raccontate in anticipo. Ciò che si può dire è che in fondo, pur senza citarlo, alla loro base sta il precetto evangelico "Ama il prossimo tuo come te stesso". Cioè è a partire dal sé che si può e si deve costruire il rapporto con gli altri.
Quando questo è stato messo in crisi da situazioni in cui si è oltrepassato il limite o in cui altri sono intervenuti a demolire la sempre necessaria fiducia nelle proprie capacità, gli ostacoli finiscono con il sembrare insormontabili. Si è appunto 'sospesi' in attesa di riuscire a trovarsi o ritrovarsi per poi potersi poi dare in modo pieno e consapevole agli altri. Tutto ciò viene sviluppato nella quotidianità della vita comunitaria con i suoi ritmi, i suoi punti fermi, le sue regole. Non occorrevano degli 'attori' per portare a termine questa ricerca. Era invece necessario che i soggetti reali di San Patrignano si mettessero a disposizione della telecamera e del bianco e nero (positivamente suggerito dai film del neorealismo visti durante il laboratorio) per offrire la possibilità di uno sguardo da cui sono assenti retorica e falsi pietismi e in cui tutto è stato realizzato da chi in quella comunità è entrato (anche magari senza esserne cosciente) per poter imparare a stare bene, come viene detto, con la persona con cui dovrà condividere l'intera vita: se stesso/a.