
Anno | 2022 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 63 minuti |
Regia di | Antonello Matarazzo |
Attori | Pablo Echaurren . |
MYmonetro | 3,30 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 5 settembre 2022
Cosa sarebbe successo se l'uomo di Neanderthal fosse prevalso sull'Homo Sapiens?
CONSIGLIATO SÌ
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Come si è sviluppato, nel tempo, il rapporto tra evoluzione umana e arte? Una domanda complessa, che a cascata genera molti altri interrogativi. Con spirito laico, competente e ironico, tentano di illuminare la questione l'artista Pablo Echaurren e lo storico dell'audiovisivo Bruno Di Marino, autori della sceneggiatura, insieme al regista e videoartista Antonello Matarazzo, e principali interpreti di questo documentario peculiare. Pablo di Neanderthal si apre con una corposa citazione da "Sapiens. Da animali a dei" di Yual Noah Harari (Bompiani, 2014) che ipotizza una mescolanza genetica diversa da quella che si è data nella storia umana tra Homo Sapiens (prevalente) e di Neanderthal.
Il meccanismo del "cosa sarebbe successo se" Neanderthal invece di estinguersi fosse convissuto con altre specie innesca una serie di ragionamenti e digressioni molto libere, scandite in capitoli.
Da uno all'altro, si utilizzano tecniche differenti e si alternano interventi programmaticamente disomogenei. "Arte, evoluzione e bricolage" è il sottotitolo che accompagna come una prima chiave di lettura questa riflessione originale e molto eclettica sulle potenzialità dell'umano e i preconcetti alla base dell'idea di evoluzione, come quella di progresso lineare. Spaziando dalla scheggia di selce dell'uomo primitivo alle creazioni e all'impatto dirompente di Marcel Duchamp nella storia dell'arte, una delle convinzioni degli autori è che "l'evoluzione si comporta come un bricoleur, che nel corso di milioni e milioni di anni rimaneggia lentamente la sua opera, ritoccandola continuamente". Lontano dal format del documentario d'arte didattico-celebrativo, affollato di concetti, soprattutto nella prima metà, più preoccupata di accumulare punti di riferimento teorici, suggestioni scientifiche e citazioni (come La scimmia artistica di Desmond Morris), questo bizzarro, autarchico video essay ibridato a interviste si fa più intellegibile e interessante quando illumina la traiettoria artistica di Echaurren. Pittore, fumettista, attivo dagli anni Settanta, nel movimento del '77 e negli Indiani Metropolitani, autore di cover di libri leggendari come "Porci con le ali" e "La violenza illustrata" di Nanni Balestrini (1976). Infine, durante il lockdown, di nuovo creatore di composite scatole delle meraviglie (ricombinazioni di materiali preesistenti, come la serie Neander / Tales), molto in primo piano nel film. Esempio tipico di ready made e prova del parallelismo tra rimpicciolimento dell'opera d'arte e regola biologica di Forster, per cui è la selezione naturale a imprimere il corso del cambiamento. Viaggio sui generis in alcuni luoghi simbolici della capitale, vertiginosa e misteriosa conversazione a più voci, sull'inaspettata persistenza di geni originari e il loro riverberare nel presente, Pablo di Neanderthal è consigliato a curiosi, sperimentatori, interessati alle origini e alle prospettive della creatività.
Dalla produttiva interazione di due importanti figure del mondo dell'arte degli ultimi decenni nasce un interessante, un po' ripetitivo, mediometraggio intitolato Pablo di Neanderthal (in "Notti Veneziane". Le figure in questione sono l'artista (pittore, fumettista, autore di ready made) di origine cilena Pablo Echaurren (1951) e il videoartista Antonello Matarazzo (1962).