Anno | 2021 |
Genere | Animazione |
Produzione | Italia |
Regia di | Michele Rech |
Attori | Valerio Mastandrea, Michele Rech . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 18 ottobre 2021
Zerocalcare scrive e dirige una serie d'animazione ambientata nel suo universo narrativo.
CONSIGLIATO SÌ
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Zerocalcare ripercorre la sua vita saltando avanti e indietro fra presente e passato, da studente modello a delusione per la maestra delle elementari, da ragazzo intento a "guardare il futuro con tracotanza" a 37enne "filo d'erba che non fa differenza a nessuno". Lungo la narrazione emerge il suo rapporto con l'Armadillo immaginario e gli amici Secco e Sarah, nonché con la ragazza del cuore Alice, a cui non osa dichiararsi. Zero era convinto di poter seguire la strada tratteggiata di ciò che gli sarebbe dovuto capitare, ma scoprirà che il percorso è accidentato e gli toccherà strappare lungo i bordi di un'esistenza incerta.
Michele Rech, noto nell'universo del fumetto come Zerocalcare, affronta la sfida della serie televisiva e la stravince con un'overdose di immagini, parole (in slang) e gag visive: un ottovolante sensoriale che, come avverte un cartello iniziale, "potrebbe disturbare gli spettatori fotosensibili.
Anche la dizione romanesca di Rech, che dà personalmente voce a Zerocalcare, è trafelata, e gli eventi si accavallano a velocità tale da non darci quasi il tempo di ridere al fuoco di fila di battute, che descrivono con precisione chirurgica la quotidianità del tardotrentenne italico precario e squattrinato con un "master in lagna social".
L'aderenza alla contemporaneità è totale e declinata sul rapporto fra un maschile esautorato e vittima di un senso perenne di "inadeguatezza di genere" e un femminile determinato e poco incline a sottomettersi ad un patriarcato sulla via dell'obsolescenza: non è un caso che le due protagoniste femminili, Sarah e Alice, abbiano l'una un timbro maschile, l'altra metallico, perché Zero (che le doppia entrambe) ammette di non saper nemmeno riprodurre il suono della loro voce.
Le sue peripezie hanno un fondo amarissimo di verità, ovvero quello che manca regolarmente alla commedia italiana contemporanea, e l'irresistibile Armadillo (doppiato da Valerio Mastandrea) è un controcanto efficacissimo per i dolori del giovane Zero. Le scurrilità e gli episodi scatologici si sprecano, ma tutto ha un senso (soprattutto comico) all'interno di questa storia densa di accadimenti, giochi di parole, riferimenti pop e avventure rocambolesche. E quel Paese il cui motto è "Dio, patria e bricolage" è proprio l'Italia di oggi, che ci costringe ad una "guerra di posizione" e ci fa pensare che "forse siamo noi quelli difettosi".
Si vorrebbe fermare continuamente il flusso della storia (e molti certamente lo faranno grazie al telecomando) per cogliere ognuno dei mille dettagli di cui è inzeppata ogni inquadratura, dai poster e le scritte sui muri agli oggetti disseminati strategicamente: gli easter egg si sprecano, così come le spigolature metacinematografiche (compreso un riferimento a Netflix che produce e distribuisce la serie).
Siamo di fronte al rarissimo caso in cui il mondo di un autore di fumetti trova la sua perfetta trasposizione sul mezzo audiovisivo (cosa che non si poteva dire dell'adattamento cinematografico La profezia dell'armadillo).
Tre ragazzi di Roma stanno per intraprendere un viaggio in treno la cui destinazione è inizialmente ignota. A caratterizzare la spedizione il fatto che tutti e tre: Sarah, Secco e Zero si conoscano fin dall’infanzia e che seppur cresciuti siano rimasti fedeli alle proprie caratteristiche. Sarah, che si barcamena fra mille lavori, è in attesa di un concorso che le permetta finalmente [...] Vai alla recensione »