Non ci posso credere |
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Un film di Philippe Claudel.
Con Clotilde Courau, Marie Seux, Philippe Rebbot, Aude Koegler, Xavier Boulanger, José Luis Roig, Anouk Aimée.
continua»
Titolo originale Tous les Soleils.
Commedia,
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Tenero come un bambinodi mapadesFeedback: 100 |
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martedì 16 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alessandro (Stefano Accorsi) ha lasciato l'Italia ed insegna musica antica a Strasburgo. Vive col fratello (Neri Marcorè) un pittore schivo fuggito dal governo Berlusconi e con la figlia Irina(Lisa Cipriani), una quindicenne che non ha mai conosciuto la mamma morta in un incidente d'auto quando lei era ancora piccola e con la quale ha un rapporto tormentato perché lui non si rende conto dell'età della figlia. Incombe nella vita del musicista il ricordo della bella moglie; un ricordo che non gli consente di prendere in considerazione la benché minima ipotesi di ricostruirsi un rapporto affettivo, in una sorta di inconscia autocensura perfino masochista, finché qualcosa non si affaccia nello scorrere del tran tran quotidiano. Momenti di comicità a volte surreale si alternano a tensioni familiari e ad un intimismo e romanticismo per nulla stucchevole. Anzi c'è da dire proprio che la vena romantica del film è pennellata in modo così delicato da essere pienamente godibile. Alessandro, con quella sua rinuncia ed indisponibilità ad un'offerta amorosa, fa si che lo spettatore parteggi per lui così come fanno i suoi familiari. E' un film che sa scovare in chi lo guarda tutti i più nascosti pensieri melanconici e li tira fuori per osservarli come si osserva una vecchia foto che ci illanguidisce. La capacità del regista Philippe Claudel sta nel tratteggiare gli scontri generazionali, la malattia e l'amore con sobrietà in modo di non farne un motivo strappalacrime troppe volte sfruttato per la riuscita di un film. Eppure sono sentimenti e situazioni che esistono e che vanno rispettati non sfruttandoli, ma semplicemente ricordandoli. Di pregevole stile e qualità è la colonna sonora in gran parte ispirata alla Tarantella. Il film scorre come il fiume che bagna la città, senza sussulti con un ritmo costante accompagnando le curve delle variazioni di situazione.
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