Gian Luigi Rondi
Il Tempo
L’allarme continua, Ingmar Bergman si rifà alla vigilia del nazismo per annunciare che “un flagello sta per abbattersi su di noi”. Lina Wertmüller prende occasione dalla crisi di una coppia per farci intendere che “la fine del mondo” è vicina, Marco Ferreri, con il film di oggi, dice che ci siamo già dentro, che è qui. Anche se non tutti la vedono.
Un giovane a New York. In un tugurio di periferia. Fa lavoretti qua e là per campare (in un museo delle cere dedicato all’Impero Romano, in un teatrino d’avanguardia) ma soprattutto si occupa di vecchi, come una balia e a pagamento, in realtà per una solidarietà quasi filiale nei confronti di quei destini che vede avviati al tramonto. [...]
di Gian Luigi Rondi, articolo completo (7036 caratteri spazi inclusi) su Il Tempo 31 marzo 1978
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