Paolo D'Agostini
La Repubblica
Il collegamento con The Dreamers di Bernardo Bertolucci è evidente e devotamente riconosciuto dal regista Philippe Garrel. Che rende omaggio al collega più anziano citando dentro il suo film, Les amants réguliers, il titolo così densamente simbolico di Bertolucci Prima della rivoluzione. Gli rende omaggio anche ingaggiando lo stesso giovane e tenebroso attore, Louis Garrel, che del regista francese è figlio ma è stato l’italiano a scoprire e come il film di Bertoluccì anche questo imperniato su un intreccio tra passione politica, cinematografica e amorosa inestricabile, Le amants réguliers è un’ode alla beI1ezza dei sogni giovanili perduti del Sessantotto: Libertà, ribellione, provvisorietà colma di promesse: il mito dei vent’anni - quei vent’anni sta a cuore a Garrel in modo tanto radicato (del resto lo lascia capire a prima vista, dai suoi modi e dal suo aspetto di 57enne capellone e mai pentito) da indugiare per tre ore sui suoi adorati ventenni parigini “ingenui e perversi” (come diceva un bel titolo degli anni 60), sfaccendati e un po’ cafoni, tra vertici di raffinatezza e qualche abisso di noia, del tutto indifferente a calcoli di mercato. Chi ci sta ci sta, chi non ci sta peggio per lui. La differenza è tra la soffice, avvo1gente,accattivante e astuta eleganza dell’italiano e la puntuta, respingente antipatia del collega. Comunque un film da vedere e non solo per i nostalgici.
da La Repubblica, 30 settembre 2005
di Paolo D'Agostini, 30 settembre 2005