Pier Paolo Pasolini
C'è una profonda scissione, nel nostro mondo culturale, tra la critica letteraria e la critica cinematografica. Sembra strano ma il crocianesimo - abolendo la distinzione dei generi e instaurando la sola possibile distinzione tra poesia e non poesia - ha favorito una critica tecnicistica, che implica necessariamente i generi, magari non come distinzioni retoriche, ma come distinzioni stilistiche.
Poiché per i crociani - ossia per i critici borghesi - l'operazione artistica è un dato unico, inimitabile e metastorico, l'esame di un'opera d'arte tende a diventare tutto interno: e quando, con la critica stilistica - che discende per li rami da Croce - l'esame, disperatamente interno, si propone come funzione ultima quella di leggere nell'opera d'arte singola un'intera epoca letteraria, finisce poi per risultare soltanto un contributo a una critica sociologica o marxista. [...]
di Pier Paolo Pasolini, articolo completo (20954 caratteri spazi inclusi) su 23 febbraio 1960