L'uomo che non c'era |
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Un film di Joel Coen.
Con Billy Bob Thornton, Frances McDormand, James Gandolfini, Michael Badalucco, Katherine Borowitz.
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Titolo originale The man who wasn't there.
Drammatico,
b/n
durata 116 min.
- USA 2001.
MYMONETRO
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Le fallaci proiezioni dell’anima
di fsromaitFeedback: 1053 | altri commenti e recensioni di fsromait |
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martedì 12 gennaio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'uomo che non c'era, film del 2001 di Joel e Ethan Coen, autori anche del soggetto e della sceneggiatura, è un superbo esempio di cinema espressionista nella misura in cui vuole, e decisamente riesce a, fascinosamente ricreare gli stili di vita e le atmosfere culturali e di costume dell’America dei primi anni '50. Già nella scelta del B&N il film propone ciò ma il tutto si accentua attraverso la sceneggiatura fondantesi sui naturalistici resoconti narrativi del protagonista, il taciturno barbiere Ed Crane reso da un convincentissimo Billy Bob Thornton. Ciò si accresce, indirettamente, grazie all'amico-rivale interpretato da James Gandolfini, consumato attore di impronta anche televisiva, in grado così di conferire al personaggio ancor più forza persuasiva nell’immaginario del pubblico all’interno di una vicenda ambientata in quegli anni. Il fascino affabulatorio si amplifica grazie alle annotazioni di costume, alle affezioni megalomani e allucinatorie dei personaggi, proprie e peculiari anche di un'epoca storica, quella postbellica, della paura comunista o aliena, della minuta borghesia rampante della piccola provincia americana. Otre che per questi ingredienti di costume tuttavia il film brilla e si colora, paradossalmente malgrado il B&N e forse proprio grazie a esso, delle sapienti connotazioni pertinenti agli angoli più riposti della psiche umana, delle luci e delle ombre, tenebrose, colte negli anfratti del silenzioso e opaco incedere del protagonista, delle sue impennate improvvise verso una fallace speranza destinata a essere elusa, volgendo in tragedia, della sua inconsapevole junghiana proiezione dell'anima nei confronti di una fanciulla che, inopportunamente, lo sorprenderà spiazzandolo inaspettatamente. Cornice, potente, a ciò è il sapiente girotondo della sparuta folla di comprimari, radi come certi capelli da tagliare e celati da un mistificante parrucchino, essenziali e asciutti come i toni della provincia americana raccontata, saccenti imbonitori di illusioni e di vanagloriosi vanti, tutti magnifici nella loro cruda schiettezza o nella tormentosa loquela, nella presuntuosa menzogna o nella spietata e cinica arrogante brama di presenzialismo sulla ribalta umana; ciò ovviamente a scapito dell’esserci dell’uomo, pena la scomparsa tanto del singolo, quale era Ed Crane, quanto dell’Uomo nella sua accezione più ampia. Una grande e intensa allegoria, prova calligrafica da autori navigati, nel cinema e nell’osservazione della tragicità della sempiterna Commedia Umana.
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