Padri e figlie

Il film parla della prima vera storia d'amore di ogni bambina, quella con il proprio padre. La protagonista della nuova pellicola di Muccino si sente come un involucro vuoto, incapace di amare e di essere felice. Rifiuta ogni rapporto serio e si concede occasionalmente a sconosciuti. Due diversi piani temporali, ma paralleli, si alternano e mostrano da un lato lo strettissimo legame padre-figlia formatosi in seguito alla morte prematura della madre della bambina e dall'altro le vicende di quella stessa bambina divenuta ormai donna che, studente di psicologia, cerca di aiutare bambini con casi problematici. Nella vita di Katie compare un ragazzo che si innamora di lei e con cui inizia una relazione stabile, ma ben presto i fantasmi del passato, la paura di un nuovo abbandono e l'insana inclinazione all'autolesionismo porteranno la ragazza a scappare di fronte a quella vera nuova possibilità di sentirsi di nuovo felice e soprattutto amata. Un cast a dir poco stellare quello di "Padri e Figlie" tra premi oscar e giovani promesse, ma è proprio la protagonista Amanda Seyfried che ci regala la sua interpretazione più matura e la migliore di tutto il film, considerato anche il poco rilievo dato a grandi attrici come Kruger, Fonda o Spencer. Nella norma Russell Crowe e sorprendente la giovanissima Kylie Rogers. Il film non nasce da un'idea di Muccino e il regista "si limita" a sviluppare una storia già bell'e pronta. Una storia scritta male, fatta di dialoghi scontati e frasi fatte (l'unico motivo per cui il film non raggiunge il voto massimo di 5/5 stelle), ma il regista italiano ci aiuta ad andare oltre la banalità di questi limiti e ancora una volta si conferma uno scandagliatore professionista dell'animo umano, capace di presentarci un prodotto dalla peculiare sensibilità, il suo film più introspettivo e che per fortuna non scade nel tragico e nel forzato come qualche suo lavoro precedente. Certo non potevano mancare le scene puramente mucciniane: le lunghe corse dei protagonisti accompagnate dalla bellissima colonna sonora di Paolo Buonvino, i pianti silenziosi e quelli isterici, la voglia di far commuovere. Solo che questa volta si aggiunge e non passa inosservato il desiderio di far pensare. Il film è una soglia che accompagna noi, con la protagonista, ad una nuova consapevolezza: per quante delusioni, cicatrici o insidie possano colpire il nostro cuore, c'è sempre qualcuno in grado di riportarci alla vita, di regalarci la felicità, di offrirci la possibilità di sentirci amati davvero.