Venere in pelliccia |
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Un film di Roman Polanski.
Con Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric
Titolo originale Venus in Fur.
Drammatico,
durata 96 min.
- Francia, Polonia 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 14 novembre 2013.
MYMONETRO
Venere in pelliccia
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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l'arte di narrare l'artedi margot campFeedback: 203 | altri commenti e recensioni di margot camp |
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mercoledì 27 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se cercate un film dove i dialoghi possono essere estemporanei e metatestuali, questo è il film per voi. La speculazione ci viene offerta come base per assaporare nuove combinazioni geniali e nuovi rovesciamenti di ruolo e convenzioni. Il film è prima di tutto un film sulla conoscenza, intesa a 360°: tra Thomas e Wanda, tra uomo e donna, tra regista e attrice, tra personaggi e il testo teatrale, infine sul meccanismo del sadomasochismo. Movente delle accese discussioni tra i due personaggi è proprio il testo di Masoch, da cui poi derivò il termine masochismo. L’esperimento si ripete come inCarnage solo con due attori in meno ed una tecnica affinata: laddove era una lite per futili motivi a generare una serie di accuse e dichiarazioni, questa volta il problema è l’interpretazione del testo. La battaglia a suon di battute ed esercizi stanislavskiani è tra “ambiguo” (l’uomo, il regista) e “ambivalente” (la donna, l’attrice). Ma anche un tentativo di liberare l’arte dalla nostra concezione contemporanea di funzionalità, superando questo desiderio di ricercare l’elemento sociale a tutti i costi (il rapporto di coppia, il maltrattamento) e analizzando l’opera per quello che è. L’arte per l’arte, anche il sadomaso viene liberato dall’accezione erotica e scandalosa, per essere sublimato in qualcosa di puramente estetico, in un atteggiamento mentale, in un duello sul potere. E in questa pièce nella pièce, Polanski si diverte ad orchestrare continui capovolgimenti di ruolo al punto che non sappiamo più discernere chi è la vittima e chi il carnefice. La sensazione alla fine del film è di restare come Thomas, inerti ed interdetti, legati a quel simbolo fallico, ammaliati dalle movenze dionisiache di una Venere reincarnata, combattuti tra l’aver visto una presenza demoniaca o una sovrapposizione perfetta tra Wanda attrice e Wanda personaggio.
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