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Paesaggi desolati, armi letali, violenza sparsa ovunque e tanto sangue. "Non è un paese per vecchi" vero? Sbagliato.
Primo tra i film dei Coen, diretto da Joel, prodotto da Ethan e scritto magistralmente da entrambi, "Blood Simple-Sangue Facile" si interroga sulla natura tendenzialmente perversa dell'uomo.
I personaggi dei Coen, dal Drugo di Bridges (Il grande Lebowski) allo psicopatico Anton Chigurh di Bardem (Non è un paese per vecchi), passando per l'Ed Crane di Thornton (L'uomo che non c'era), e negli anni ne abbiamo conosciuti altri, sono carismatiche figure che vivono in una specifica dimensione che i registi elaborano a partire da materiale più o meno divertente. Sono attratti dal denaro, dal benessere, dal sesso e dalla realizzazione in genere. Anche qui non fanno eccezione. Sono uomini crudeli e opportunisti che non sembrano disprezzare più di tanto l'uccisione del prossimo quando questo fa comodo. In realtà, il mondo di "Blood Simple" (un Texas crudele abbandonato a se stesso) è pervaso da un'ironia tangibile solo a tratti, e qui in particolare viene mascherata da uno sviluppo narrativo più violento e macabro che in altre occasioni. Il noir e la commedia si spengono in un horror dalle atmosfere cupe, in cui gli interni vengono illuminati attraverso le veneziane come "Blade Runner" insegna, e in cui i due registi non si fanno troppi problemi a girare scene forti che comprendono badili, pistole e coltelli.
Comunque sia, si tratta di una pellicola forte, geniale e giustamente acclamata, in cui è possibile percepire, anni prima dei loro lavori più apprezzati e conosciuti, la magistrale sceneggiatura e lo splendore registico dei due fratelli. Un esordio da non perdere, con il "solito" finale imprevedibile a sigillare i tratti distintivi del loro cinema.
             
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