Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni |
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Un film di Woody Allen.
Con Antonio Banderas, Josh Brolin, Anthony Hopkins, Gemma Jones, Freida Pinto.
continua»
Titolo originale You Will Meet a Tall Dark Stranger.
Sentimentale,
durata 98 min.
- USA, Spagna 2010.
- Medusa
uscita venerdì 3 dicembre 2010.
MYMONETRO
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"La volontà infinita e l'esecuzione ristretta
di hannaFeedback: 132 | altri commenti e recensioni di hanna |
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giovedì 9 dicembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
che il desiderio è sconfinato e l’atto schiavo del limite” (W.S.)La messa in scena del reale anche questa volta è stata riprodotta. Il bersaglio non è stato mancato,centrato come un colpo di revolver senza indugio con un calibratissimo gesto descrittivo più che narrativo. Certo,la ripetizione come un antico canovaccio riproposto con le sue infinite variabili a mò di ‘esercizio di stile’ è diventato l’ingrediente fondamentale,quasi standard dei poteri narrativi di Allen, ma come in fondo biasimarlo? Non è che cambiano tanto le storie di vita, ma sono i personaggi a caratterizzare le differenze narrative nella trama delle esistenze umane. Diversamente dagli esordi e dai ‘suoi pezzi d’autore’ cadono quei veli di poetico intellettualismo che caratterizzavano le sue storie.È un po’ come se con gli anni la sua délicatesse fosse andata piano piano svanendo, lasciando il posto all’esplicito sbattuto in faccia.Come la pseudo prostituta amante e moglie dell’ormai trito e ritrito personaggio maschile in crisi di età, quasi uno stereotipo di attualissima eco,la bionda svampita e volgare,una concreta e reale material girl dei nostri tempi. Senza altri attributi. L’essenziale: popolare, prostituta e priva di qualsiasi altra sfumatura. Come la guarda bene la realtà Allen.Il patetismo dello scrittore che caratterizza buona parte degli scrittori smerciati alle librerie come salami quasi andati a male a basso costo, pronti a tutto pur di farsi spazio negli scaffali dei supermarket delle lettere e non più della letteratura. La sbiadita figura di giovane moglie, resa scialba nel suo decoro che appare proprio come il detto ‘né carne né pesce’, ancora smarrita dietro ai suoi sogni di gloria anziché ai suoi progetti di esistenza. Pronta ad invaghirsi di tutto e di tutti pur di evadere dalla sua routine che ogni giorno le ricorda che deve smettere di dimenticare di svegliarsi dal tardivo suo sogno infantile. La madre, quante persone e forse si, in maggioranza femminili,hanno dilapidato i loro averi per continuare a comprare illusioni proprie dagli altri, visto che a lungo andare non ce la facevano più a reggere il teatrino dei loro inganni da sole/i. Un’altra pagina di cronaca resa cinematograficamente con la meravigliosa frase senza origini‘meglio un’illusione che una medicina’. Forse, meglio né l’una né l’altra, visto che tutte e due non sono riuscite a debellare i mali della vita.Che questi mali debbano esistere inesorabilmente e basta? Che dobbiamo attingere solo dalla nostra forza di vita senza artifici esterni e senza estremizzazioni della mente?La morale la ricaviamo ognuno a modo proprio. Non è questo l’importante.Il magico Allen riesce ancora a sollevarci con sottile ironia in certi passaggi. Quando la Watts intraprende l’infelice dialogo confessione con il suo capo e si biforca su due binari semantici totalmente differenti, opposti, uno che dice “prendimi”, l’altro “non ti voglio” l'ilarità è di casa. L’assurdo rientra in scena nella realtà, spinto da illusioni di donna comprate al mercato del passaparola e una disincantata voce maschile che respinge ad ogni costo quelle farneticazioni.L’accenno al rosso personaggio, che spicca principalmente per il suo colore appunto:Dia, il nome un programma se ne riscopriamo l’etimologia. La classica ‘goccia che ha fatto traboccare il vaso’. E infine la fine, assolutamente non importante, trascurabile per il messaggio che non Allen, ma la vita vuole darci: “Molto rumore per nulla”, ma attenzione a questo nulla.
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