In una remota e tipica isoletta irlandese, quelle da "più capre che anime" le vite dei pochi abitanti prosegue in una routine monotona e asfissiante. Tra loro qualcuno però si ribella. E' Colm, musicista compositore, che di punto e in bianco, decide di stroncare l'amicizia con il pastore Padraic, poiché lo ritiene mentalmente limitato e noioso. Arriva perfino ad amputarsi le dita ogni qualvolta lui provi a riprendere i contatti. Come non bastasse, la confort zone di Padraic viene stravolta dalla partenza della sorella. Tanti eventi drammatici che cambieranno il suo modo di essere mite ed ingenuo. Martin McDonagh scrive, dirige e produce un film sui rapporti umani, che rischiano di diventare deleteri e limitanti. Gli spiriti dell'isola sono intesi come i demoni prodotti dalla solitudine e dalla stanca routine quotidiana. Che genera mostri anche in luoghi immersi nella natura e nella serenità, ritenuti perfino una panacea per l'anima. Ma ogni medicinale ha le sue controindicazioni. La donna anziana vestita di nero, che girovaga per l'isola, ben incarna quegli spiriti che tormentano i suoi abitanti.
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
antonio montefalcone
|
venerdì 24 febbraio 2023
|
la vera guerra è soprattutto nel cuore dell''uomo
|
|
|
|
''Gli spiriti dell''isola'' riprende un testo che Martin McDonagh ha inizialmente scritto a chiusura della sua trilogia teatrale sulle Isole Aran (''Lo storpio di Inishmaan'' e ''Il tenente di Inishmore'' sono le opere precedenti) e qui ne fa una ballata irlandese dal sapore tragico-comico che sa ben condensare ironia ed elementi stranianti, non sense e follia, in un microcosmo che è riflesso ed effetto della storia d''Irlanda (siamo negli anni Venti del XX secolo – della guerra civile che flagella l''Irlanda). Questa ineluttabilità, questa riduzione al nulla sa tanto di ieri come di oggi e avvenire. Coppa Volpi a Colin Farrell e premio per la sceneggiatura alla Mostra di Venezia 2022, la pellicola è molto coinvolgente.
[+]
''Gli spiriti dell''isola'' riprende un testo che Martin McDonagh ha inizialmente scritto a chiusura della sua trilogia teatrale sulle Isole Aran (''Lo storpio di Inishmaan'' e ''Il tenente di Inishmore'' sono le opere precedenti) e qui ne fa una ballata irlandese dal sapore tragico-comico che sa ben condensare ironia ed elementi stranianti, non sense e follia, in un microcosmo che è riflesso ed effetto della storia d''Irlanda (siamo negli anni Venti del XX secolo – della guerra civile che flagella l''Irlanda). Questa ineluttabilità, questa riduzione al nulla sa tanto di ieri come di oggi e avvenire. Coppa Volpi a Colin Farrell e premio per la sceneggiatura alla Mostra di Venezia 2022, la pellicola è molto coinvolgente. Ha un''ottima e solida sceneggiatura, un''interessante messinscena e due eccelsi interpreti, ma anche il resto del cast e la location/fotografia sono altrettanto efficaci. Il film è un''interessante commedia grottesca che stringe tutti/o nell''assurdo e nella solitudine, davanti all''imprevedibilità e apparente incomprensibilità di azioni e reazioni, scelte e fatti, ragioni e irrazionalità. Tutto è estremizzato ed esasperato, cupo e surreale come nel miglior teatro di Samuel Beckett: conflitti vari, archetipi polarizzati hanno come origine il senso di finitezza dell''uomo e quel contrasto tra chi accetta la propria limitata/nte esistenza e chi ha voglia di lasciare il proprio segno nella Storia. Chi ha ragione? Chi vive nel presente, legato alle persone che ama, o chi pensa al futuro, magari trascurando chi gli è vicino per fare qualcosa di più grande, di cui però non coglierà mai i frutti? Difficilissimo dare una risposta. La vera guerra è soprattutto nel cuore (oggi sempre più inaridito) degli uomini. Il regista Martin McDonagh dirige una delle sue opere più coese e compiute dopo ''In Bruges'' (Colin Farrell e Brendan Gleeson erano qui 14 anni fa) e ''Tre Manifesti a Ebbing, Missouri'', complessa e stratificata che va oltre il semplice argomento, amaro e malinconico, di un''amicizia che si è rotta all''improvviso e in modo inaspettato. Scrutatore delle dinamiche umane, tra amicizie, affetti familiari, e rapporti interpersonali interrotti o agognati, il regista ritrova quell''asciuttezza di spazi per espandere con maggior forza le proprie battute e quelle scene atte a rendere ancora più indecifrabili e sfuggenti gli imprevedibili meccanismi mentali e i processi interiori dei personaggi. Il regista riesce a trattare con estrema delicatezza e sensibilità tematiche forti che fanno riflettere ed emozionare. Un esempio di grande cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio montefalcone »
[ - ] lascia un commento a antonio montefalcone »
|
|
d'accordo? |
|
gabriella
|
mercoledì 29 marzo 2023
|
chi ha ragione?
|
|
|
|
Mi rivolgo al commento di Antonio Montefalcone, la risposta è nel cuore inaridito dell''uomo, nell''indifferenza più subdola, che non prende in considerazione nulla e non si fa carico di nulla. Non c''è solo l''amicizia interrotta tra due uomini, che diventa motivo di chiacchere inutili, senza nessun interesse reale, a parte per il giovane Dominic che cerca di trovare parole di conforto per Padriac, mentre nessuno si cura della sua sorte, le molestie e le violenze da parte del padre; Così come nessuno si cura di Siobhàn, che anzichè venire valorizzata , viene derisa. E'' il trionfo della violenza, della solitudine, del degrado dei sentimenti più puri e semplici, ma anche quelli più autentici.
[+] gabriella concordo con quel che ha scritto
(di antonio montefalcone)
[ - ] gabriella concordo con quel che ha scritto
|
|
[+] lascia un commento a gabriella »
[ - ] lascia un commento a gabriella »
|
|
d'accordo? |
|
|