La Tigre Bianca |
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Un film di Ramin Bahrani.
Con Priyanka Chopra, Rajkummar Rao, Mahesh Manjrekar
Titolo originale The white Tiger.
Drammatico,
durata 125 min.
- India, USA 2021.
MYMONETRO
La Tigre Bianca
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Servus callidus protagonista del realismo oriental
di massimiliano santucciFeedback: 529 | altri commenti e recensioni di massimiliano santucci |
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lunedì 3 gennaio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Chi lo scorso anno abbia goduto del premio Oscar "Parasite" (recensito dal sottoscritto su Mymovies) potrà comprendere come la figura del "servo astuto", tipica della cultura classica, sia protagonista, in entrambe le pellicole, di una lotta impari contro la classe dirigente del proprio paese. Allo stesso spettatore attento non sembreranno azzardate le affinità tra i personaggi dei due film: Balram e Kim Kiwoo (ragazzi indubbiamente dotati, ma tigri bianche, prive di scrupoli), Pinky e la Sig.ra Park (nella loro genuinità che fa intravedere un'etica superiore destinata però a svanire nello svolgersi della trama), Ashok e il Sig. Park (la personificazione del potere, con un cinismo che emerge lentamente e travolge il buonismo di primo impatto).
In entrambi i film i poveri, seppure "rivestiti a nuovo", secondo i loro padroni/datori di lavoro, puzzano, non tanto per mancanza di igiene ma per quello che mangiano.
Asia orientale e Asia meridionale fanno dunque da sfondo a questi 2 potenti film capaci di spiegare una società meglio di un manuale di antropologia culturale. In entrambi i film non si fanno sconti a nessuno; chiunque voglia uscire dalla "stia dei polli" senza aver il collo tagliato, non può farlo senza infrangere il muro dell'onestà e del rispetto tra esseri umani. E le prime vittime sono i propri consimili: Balran scalza dal ruolo il "primo autista" di "Cicogna" minacciando di rendere noto il suo credo musulmano così come il Sig. Kimki Taek prende il posto dell'autista del Sig. Park facendo ritrovare, più prosaicamente, un paio di mutandine nella di lui vettura. Anche alcune frasi risuonano quasi alla stessa maniera nei due film, non per plagio, certo, ma per naturale omogeneità di contesto: la frase "facile essere gentili quando si è ricchi" è infatti declinata in maniera quasi identica in entrambe le pellicole. Certo "La Tigre bianca" è un film prettamente drammatico, non si ride nè si sorride, mai.
Riuscire ad utilizzare registri differenti, suscitare emozioni contrastanti, stupire, far riflettere, far sperare, far impietosire, far arrabbiare, sono questi i sommovimenti interiori che fanno acclamare un capolavoro. Pur non rientrando in questa categoria, però, "La tigre bianca" ha il merito, come "Parasite" di tenere vivi in noi, fortunati occidentali, quel senso critico che si spera potrà essere l'ancora di salvezza per non finire, un domani, nella "stia dei polli" destinata a nutrire la fame atavica di un Oriente ambizioso e senza scrupoli.
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