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Certamente"Nativity"o meglio"The Nativity Story"(Catherine Hardwicke, soggetto e sceneggiatura di Mike Rich, 2006)è una rappresentazione in realtà conforme a quanto sappiamo(Vangeli canonici, dove però bisogna dire che , se Matteo e Luca dedicano un certo-.invero limitato. spazio alla natività propriamente dettto, se prescindiamo dall'annunicazione, mentre in Marco e Giovanni non si trova praticamete nulla, salvo la stessa anunciazione, ma soprattutto Vangei detti"apocritfi"che poi hanno fonito tanto spazio all'iconografica), dunque certamente accettabile. In parallelo si raccontano : il periplo di Maia e Giuseppe alla ricerca di un posto sicuro per fare nascere il Bambino Gesù, con il finale a Betlemme(come vuole la ttadizione), il viaggio e poi l'arrivo dei Magi, passando anche per il palazzo di re Erode e il sospetto timoroso di Erode stesso, appunto. Si nota decisamente un piglio documentaristico da parte della regista Hardwicke e questo nelle riprese in primo piano, ma non solo: estremamene attenta nel riprendere visi, volti, vesti(con il"delirito cromatico", pur se parziale riscontrabile nelle vesti orientali dei Magi), espressioni anche posturali delle persone, mercati, eventi in qualche modo"magici"(o visti come tali per dire meglio)quali l'impollinazione, che però non blocca il tema della profezia, previsto fortemente dalla sceneggiatura e dai dialoghi(certo non troppo lunghi nè in alcun modo"invasivi"o"ONNIPERVASIVI"DI Rich, dato che il maggior rilievo vivene comunque riservato alle immagini), il film non rinuncia a evidenziazioni "evenemenziali"come l'ìarrivo della Cometa, che peraltro guida il cmamino dei Magi ma influenza cocmunque la vita di tutti, Una certa "facilità"nella citazione di elementi iconografici tipici è in qualche modo"necessaria"oltre che comprenisbilissima, né sarebbe sensato rimproverare alla regista di non aver scelto musiche diverse da quelle previste dal repertorio natalizio"classico"e conclamato. Sul piano interpretativo Kasha Catle.Hughes è una Maria molto giovane come espressamente previsto nelle concezione anche dei producers(italiani ma soprattutto made in the USA)del film e Oscar Isaac è il Giusepppe(sna Giuseppe, cattolicamente)come anch'esso previsto e Hiam Abbas è Anna come da raffigurazione prevista, mentre Claràn Hinds rappresenta un Erode forse più astuto-insidioso che semplicemente attento alla"potenza". El Gato
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