Film d’avventura con interessanti e romanzati riferimenti storici, che la impreziosiscono.
La pellicola deve essere intesa come un’opera di mero intrattenimento, non coltivando particolari velleità di ricostruzione o documentazione storiografica (lo stesso protagonista è un personaggio di fantasia), ma più semplicemente accontentandosi di mettere in scena una bella storia d’avventura che prende ispirazione da eventi e personaggi realmente esistiti, il più noto dei quali è certamente Cesare Borgia, il famoso Duca Valentino a cui si ispirò Niccolò Machiavelli per la realizzazione della sua opera più celebre, “Il principe”.
La regia è di Henry King, molto esperto in film del genere e capace di confermarsi anche in questo caso, con una direzione ben studiata e impeccabilmente eseguita. Da segnalare, in quanto estremamente spettacolare e molto ben realizzata, la messa in scena dell’assedio con cannoni, catapulte e quant’altro, sequenza che offre a King l’opportunità di esibire la sua collaudata tecnica, con riprese davvero suggestive.
Molto buona la sceneggiatura, impreziosita da tradimenti, complotti e trame machiavelliche che ben funzionano, rendendo la pellicola assai accattivante per lo spettatore. Buonissimi i dialoghi, persino profondi e toccanti in alcune punti.
La parte del protagonista è affidata a Tyrone Power, già più volte diretto da King, anche in pellicole molto simili, tra cui si ricorda l’ottimo “Il cigno nero”, di qualche anno precedente. Power si conferma, anche stavolta, adattissimo ed assai convincente nei panni dell’avventuriero tenebroso ed amante passionale. Cesare Borgia è invece interpretato da Orson Welles che giganteggia da par suo, imponendosi come il migliore in scena. Tra gli altri interpreti si devono citare Wanda Hendrix nella parte femminile di primo piano, Katina Paxinou che interpreta la madre del protagonista, la bella Marina Berti, il decisamente meno attraente Everett Sloane, ed infine Felix Aylmer nella parte per lui consueta dell’anziano giusto e di alta levatura morale.
Eccellente fotografia in bianco e nero.
Molto belli i costumi.
Nella parte iniziale della pellicola c’è un riferimento al famoso concetto del fine che giustifica i mezzi, popolarmente attribuito a Machiavelli.
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