|
"Captain Newman, M.D:"(David Miller, soggetto di Leo Rosten, sceneggiatura di Richard L.Breen, sceneggiatura di Henry e Phoebe Ephron, 1963): durante la seconda guerra mondiale presso una base aerea, uno psichiatra cerca, anche con l'aiuto di un caporale intelligente quanto"estroso"(cerca di coinvolgere umanmente i pazienti) di "recuperare" soldati e ufficiali in crisi a causa dell'evento bellico. Subirà varie crisi personali, anche perché un colonnello"disoociato"si uccide, un soldato tornato alla guerra muore, per altri sorgono problemi legati a fattori diversi. Valido film tipicamente yankee, però, perché , cerca di mostrare, certo in un quadro di psichiatria ancora pienamente repressiva(elettroshock e Penthotal tra le cure più diffuse, e, intendiamoci, negli States come in Europa e in URSS erano le "cure"ancora dominanti non solo all'epoca della Seconda Guerra Mondiale, ma anche negli anni 1960, prima parte, gli anni di realizzazione del film). Una"mission impossible", diremmo... Ma bisogna apprezzare e, ovviamente, da inserire in una prospettiva storica, questo tentativo di ragionare per immagini e parole: A)sulla guerra e sui disastri che essa produce, sempre e comunque, da qualunque punto di vista si giudichi la questione: B ) sulla psichaitria; se "psichiatri"come Laing e Cooper in Gran Bretagna, Thomas Szasz negli USA, in Italia Franco Basaglia, Giorgio Antonucci e pochi altri, in Frnaia Gilles Delueze e(più contradditoriamente)Felix GUattari si sono presi la briga di mettere in discussione il punto di vista"imperialistico"da cui le persone"normali"giudicano il"folle", è chiaro che non si può continuare a imporre schematicamente il punto di vista, solo efficientista e distirminante per cui voglaimo"far funzioanre"chi pensa e agisce diversamene da come agiscono coloro che costiuitscono la"maggioranza".CHiaro che in tempo e condizioni di guerra ciò che è eclatante, ossia le contraddizioni espoldono e c'è chi ha paura e si colpevolizza temendo d'essere un"vigliacco"e chi invece si"sdoppia"facendo , tragicamente ma anche in modo grorttesco, l'eroe anche in una corsia d'ospedale. Il film, certamente datato(ovvio, dal 1963 sono passati ben 58 anni), è però un documento notevole di come comunque si volevano vedere le cose in anni precedenti al mitico e spesso troppo"mitizzato"1968, tra colpi all'indietro(sono gli anni dei Rosenberg, del maccarthismo, dellla guerea contro il Vietnam del Nord, invaso dagli USA e quindi torna il fantasma della "difesa dell'Occidente"e contro la"barbarie", certo violentando storia e verità, ma, d'altro parte, rimane l'afflato umanistico che percorre la cultura USA da Mark Twain(per non dire da Edgar Allan Poe)in poi. E il film è indubbiamente anche un film"umnista",, pur in mezzo alle contraddizioni e il personaggio di "Captain Newman, M.D."a ribadire l'importanza dlela sua formazione specialistica, è lì per dimostrarlo, con la presenza di un Greogy Peck che sa rendere le sfaccettature di un personaggio che deve adattarsi, in ogni momento, a situazioni tra loro diversissime. Idem vale per il brigadiere che lo sostiene e aiuta(a tratti anche"contesta", a sua modo)reso d aun ineffabile Tony Curtis. mentre Angy Dickinson è il sostegno infermieristico indispensabile e tra gli interpreti c'era già, in un ruolo abbastanza rilevato e rilevante, Robert Duvall. ma anche Bobby Darin, idolo delle girls dell'epoca. El Gato
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
twitter
diventa fan
