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Bella prova alla regia per Kheiron che interpreta anche il ruolo principale assieme ad una sempre brava Catherine Deneuve.
Un film che fa ridere e ragionare sui temi del multiculturalismo e integrazione. Temi arcinoti ancor più in Francia, ma che sono ben trattati in questo film che si fa vedere con piacere sia per la sicura regia sia per la buona prova degli attori. Consigliato dunque a chi è appassionato di temi sociali trattati con un pizzico di ironia.
Sinossi: Wael proviene da una infanzia molto difficile in una zona di guerra ed aiutato da Monique (la Deneuve) si rifa una vita in Francia. Però al limite (se non oltre) la legge. Sono due truffatori. La loro vita cambia dopo aver tentato di truffare Victor, un vecchio amico di Monique, a capo di un progetto di rieducazione di adolescenti con problemi scolastici. Wael, dietro pressione di Monique, abbandona i panni di truffatore per vestire quelli di educatore di sei ragazzi: Shana, Fabrice, Karim, Ludo, Nadia e Jimmy. I due riusciranno a riscattarsi e ad aiutare Victor ed i ragazzi, facendo tesoro delle esperienze negative vissute nella vita.
Il tema dunque appare chiaro: i partecipanti al corso sono appartenenti a diverse etnie o religioni. Il saper condividere i problemi delle minoranze e il sapere emergere assieme da queste difficoltà sono il chiaro messaggio lanciato da questo film.
Kheiron fa esercizio di stile nella regia. Il montaggio ne da un bel ritmo. Molto belle le scene iniziali con un montaggio da manuale che rende la crudelà della guerra fastidiosa e rivoltante. Piacevoli i continui rimandi con flashback all'infanzia di Wael. Scenografia mai banale, anzi avvincente e piena di spunti di riflessione. Gli attori sono molto bravi non solo i mostri sacri francesi Deneuve e Dussolier, ma anche i giovani esordienti.
Film consigliato, a mio parere passato immeritatamente inosservato.
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