paolo bardelli
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mercoledì 25 luglio 2007
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cavalcare le mode...
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E' innegabile che il trash all'italiana stia vivendo un periodo di grande rilancio: Dvd di vecchi film in uscita, ritorni "eccellenti"sullo schermo(basti pensare ad Alvaro Vitali...), dichiarazioni d'amore da parte di grandi uomini di cinema(Quentin Tarantino è un cultore del genere).Talvolta, però, per cavalcare le mode si rischia di non curare il prodotto nella sostanza e si lascia che sia solo il "Brand" a renderlo appetibile e, soprattutto, ben vendibile... Questo "Eccezziunale veramente-Capitolo secondo...me" non è all'altezza delle aspettative e non riesce a seguire il solco del predecessore che comunque, piaccia o non piaccia, è un film che, nel suo genere, ha fatto scuola ed è rimasto nella memoria di molti grazie al bravo Diego Abatantuono.
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E' innegabile che il trash all'italiana stia vivendo un periodo di grande rilancio: Dvd di vecchi film in uscita, ritorni "eccellenti"sullo schermo(basti pensare ad Alvaro Vitali...), dichiarazioni d'amore da parte di grandi uomini di cinema(Quentin Tarantino è un cultore del genere).Talvolta, però, per cavalcare le mode si rischia di non curare il prodotto nella sostanza e si lascia che sia solo il "Brand" a renderlo appetibile e, soprattutto, ben vendibile... Questo "Eccezziunale veramente-Capitolo secondo...me" non è all'altezza delle aspettative e non riesce a seguire il solco del predecessore che comunque, piaccia o non piaccia, è un film che, nel suo genere, ha fatto scuola ed è rimasto nella memoria di molti grazie al bravo Diego Abatantuono. Il film, si articola in tre parti, come nel caso del primo film e, proprio come nella pellicola del 1983, il personaggio di spicco è senza alcun dubbio quello del "Ras della Fossa" Donato, sfegatato tifoso milanista. I tre protagonisti del fim(tutti interpretati da Abtantuono) sono, oltre il sopracitato Donato, l'interista Franco ed il camionista di fede bianconera Tirzan. La trama è fiacchissima(ma non è un ricco script quello che vogliamo da un film di questo genere)ed Abatantuono risulta appesantito, prevedibile e quasi incapace di riprodurre il simpatico "Terruncello" di una ventina d'anni fa. Lontano anni luce dall' esilarante Attila o dall'indimenticable "Nipote del Fornaio" del film di Fantozzi, il personaggio di Donato sembra aver smarrito la "vis comica" messa in mostra nel primo film, mentre, riguardo le altre due vicende, ritengo che siano state davvero tirate via e, scusate la franchezza, non fanno quasi mai ridere. Il momento più alto de film è, a mio modesto parere, la sequenza iniziale nella quale Donato catechizza i giocatori del Milan, ma è la sola scena da ricordare in tutto il film. In conclusione, ritengo che l'occasione poteva essere sfruttata molto meglio mentre ci si è limitati esclusivamamente a calvacare l'onda della moda del momento per fare facili incassi al botteghino. La mia speranza è che l'annunciato seguito de "L'allenatore nel pallone" non finisca per calcare le orme di questo evitabilissimo sequel...
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marco
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martedì 24 gennaio 2006
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terribile
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Si ride poco e per forza.E' un film terribile. Abatantuono è l'imitazione uscita male di se stesso, non riesce più nemmeno a parlare come una volta. La regia è a dir poco raffazzonata e approssimativa. Nel finale a Milano si vedono pure le persone che salutano in macchina... L'unica cosa positiva è che andrà ad arricchire il panorama trash italiano, questo è sicuro.
Non sono riuscito a guardarlo tutto perchè in diversi punti ho dormito e come me hanno fatto i miei amici. Mi spiace molto perchè anche io sono uno dei numerosi fan del terruncello più famoso d'italia ma questo film è veramente ignobile!
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(di kaka22)
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great steven
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sabato 6 dicembre 2014
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monotono e scevro, poteva essere fatto meglio.
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ECCEZZZIUNALE VERAMENTE – CAPITOLO SECONDO… ME (IT, 2006) diretto da CARLO VANZINA. Interpretato da DIEGO ABATANTUONO – SABRINA FERILLI – CARLO BUCCIROSSO – ANNA MARIA BARBERA – TONY SPERANDEO – NINO FRASSICA – LUIGI MARIA BURRUANO – MAURO DI FRANCESCO – UGO CONTI – STEFANO CHIODAROLI – LUIS MOLTENI § Caso non troppo raro di un seguito realizzato ventiquattro anni dopo il numero uno (analogo esperimento è stato effettuato, più o meno nello stesso periodo cinematografico, con altre due commedie italiane il cui primo episodio è uscito negli anni 1980, e mi riferisco precisamente a Vado a vivere da solo con Jerry Calà e L’allenatore nel pallone con Lino Banfi).
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ECCEZZZIUNALE VERAMENTE – CAPITOLO SECONDO… ME (IT, 2006) diretto da CARLO VANZINA. Interpretato da DIEGO ABATANTUONO – SABRINA FERILLI – CARLO BUCCIROSSO – ANNA MARIA BARBERA – TONY SPERANDEO – NINO FRASSICA – LUIGI MARIA BURRUANO – MAURO DI FRANCESCO – UGO CONTI – STEFANO CHIODAROLI – LUIS MOLTENI § Caso non troppo raro di un seguito realizzato ventiquattro anni dopo il numero uno (analogo esperimento è stato effettuato, più o meno nello stesso periodo cinematografico, con altre due commedie italiane il cui primo episodio è uscito negli anni 1980, e mi riferisco precisamente a Vado a vivere da solo con Jerry Calà e L’allenatore nel pallone con Lino Banfi). In questa pellicola nuovamente diretta dal maestro delle commedie di cassetta C. Vanzina, affiancato come da copione dal fratello Enrico alla sceneggiatura, ricompaiono i tre personaggi interpretati da Abatantuono che hanno in comune la tifoseria sfegatata per una squadra di calcio, per la precisione le tre grandiose campionesse del calcio nostrano: Donato per il Milan, Tirzan per la Juventus e Franco per l’Inter. Ecco sintetizzati gli episodi che li vedono protagonisti: Donato rientra in Italia dopo vent’anni di esilio volontario a Ibiza (dove s’era sposato con una donna spagnola e disturbava il cuoco di un ristorante sulla spiaggia) e scopre di avere avuto un figlio da Ginevra che, grazie al padre putativo Sandrino il Mazzulatore (suo vecchio e acerrimo nemico), è diventato un ultrà interista, e Donato, pur di stargli vicino e di agganciare un rapporto con lui, si finge tifoso neroazzurro, ma la sua fede milanista eromperà preponderante; Tirzan ha avuto un incidente col suo camion quindici anni prima rispetto al tempo della storia corrente ed è finito in coma, ma improvvisamente si risveglia e scopre di aver perso la memoria: ritornato a casa dalla moglie Nunzia, scopre che la donna nel frattempo s’è fatta aiutare da Beniamino, un fattorino napoletano che ora non vuole schiodare dalla sua residenza, e pertanto i tre dovranno convivere in una sorta di spassosissimo ménage à trois che causerà non pochi problemi; Franco gestisce un bar milanese ed è pieno di debiti fino al collo, ma una valigia pregna di denaro scambiata per caso con un corrispondente di Cosa Nostra gli permette di saldare tutti i conti in sospeso, ma i mafiosi reclameranno imperativi l’utilizzo dei soldi, e per pareggiare i conti il povero Franco, benché non sia un assassino, dovrà uccidere un vecchio imprenditore molto scomodo per la cricca criminale con cui s’è involontariamente immischiato. Prima di recensire il film, c’è da fare una premessa importante: i seguiti realizzati a lunga distanza di anni dall’uscita della prima opera si trascinano dietro strascichi imbarazzanti e fiacchezze non indifferenti, in quanto c’è il rischio della ripetizione e non manca mai un canovaccio strenuamente imitato o addirittura scimmiottato che tenta di riprendere le gag fortunate che hanno avuto successo durante l’esperimento iniziale. Detto ciò, questo secondo capitolo delle avventure dei due terruncielli e del milanese doc non regge il confronto con il predecessore, in quanto la pellicola è spaventosamente povera, e pecca di spunti poco divertenti e interessanti fino a mezzogiorno. I caratteristi di contorno non mancano, ma sono sottoutilizzati, e almeno il partenopeo Buccirosso poteva essere impiegato con maggiore sfruttamento positivo per esprimere al top le sue doti recitative da comico triste, e nemmeno M. Di Francesco e U. Conti, amici di vecchia data di Abatantuono, hanno lo spazio necessario per regalare due personaggi secondari che fanno da spalla umoristica al protagonista, distinguendosi per vigliaccheria, stupidità e cocciutaggine. La Ferilli è una delle note positive del film, e la sua interpretazione non disdegna la sua procace romanità di serie A e la sua autoironia pungente e sarcastica. T. Sperandeo e L. M. Burruano se la cavano egregiamente nell’incarnare i due malviventi che affidano un compito impossibile ad un individuo che non ha mai avuto a che fare con morti ammazzati e incarichi di “prestigio”. La Barbera, in arte Sconsolata, compare in scene troppo esigue per avere i ritagli di tempo indispensabili per esternare un talento comico femminile da donna brutta ma simpatica che non si riscontra poi tanto spesso nelle caratteriste di italica patria, ma qualche battuta azzeccata e due o tre situazioni irriverenti riesce a centrarle. Quanto al protagonista, egli si impegna a fondo per sostenere la natura corposa e consistente di un trio piuttosto variegato che pone la passione calcistica al centro della propria vita e ne fa una fede idolatrica quasi ossessiva, arrivando a compiere scelleratezze e atti inconsulti pur di mantenerla sorniona e attiva, e l’autocompiacimento di Abatantuono nel fornire l’acqua della vita al galleggiamento in superficie della pellicola si nota ma è solo la minima parte di quello che ci si potrebbe aspettare da un sequel a pieno titolo ed effettuato a regola d’arte. E ciò non è purtroppo avvenuto. L’opera rimane comunque impoverita di spunti preziosi e fa ridere solo a tratti, e neppure l’apporto dei fratelli Vanzina riesce a risollevarla dal laghetto acquitrinoso in cui ristagna suo malgrado. Un’occasione sprecata. Ma c’è anche da aggiungere che raramente la coppia di autori del film ha fatto di meglio. Diego resta tuttavia la colonna portante non solo di Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me, ma pure degli altri film più o meno congeniali al suo carattere e alle sue aspettative da lui interpretati a partire dal Nuovo Millennio.
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