aram
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mercoledì 11 marzo 2009
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una trama incredibile come solo l'amore riesce ad
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Come andare su e giù in altalene, come iniziare a rotolare da un campo senza riuscire a fermarsi, come un'eterna domanda senza risposta. Questo film è esattamente in questo modo, è come l'amore ne fornisce il quadro completo, sotto forma di favola, perchè è sempre bello sognare.
Gli attori sono molto bravi ad interpretare questa storia al limite del reale, la colonna sonora aiuta a mentenere quell'atmosfera tra sogno e realtà che la trama stessa suggerisce.
Questo film è per le persone che sono ancora capaci di aprire il loro cuore, a lanciarsi dalla cima di una montagna senza controllare che il paracadute funzioni.
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beppe baiocchi
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mercoledì 28 novembre 2012
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l'amore è un gioco?
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Julen è Sophie sono due bambini con problemi. Julien ha la mamma malata, e un brutto rapporto con il padre, Sophie invece è povera e derisa da tutti i compagni perchè polacca.
I due ragazzi giocano tra di loro sfidandosi in una serie di imprese più o meno coraggiose. I due bambini crescono, diventano adolescenti, ma il loro rapporto sembra sempre segnato dal loro gioco da bambini, i due continuano a sfidarsi, ma tra i due nasce un sentimento, ma quanto di questo amore è gioco e quanto è realtà?
Yann Samuell racconta una favola sull'amore, tanto irreale quanto suggestiva, infatti quasi tutto rimanda al sogno nel suo miscuglio pop/grottesco.
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Julen è Sophie sono due bambini con problemi. Julien ha la mamma malata, e un brutto rapporto con il padre, Sophie invece è povera e derisa da tutti i compagni perchè polacca.
I due ragazzi giocano tra di loro sfidandosi in una serie di imprese più o meno coraggiose. I due bambini crescono, diventano adolescenti, ma il loro rapporto sembra sempre segnato dal loro gioco da bambini, i due continuano a sfidarsi, ma tra i due nasce un sentimento, ma quanto di questo amore è gioco e quanto è realtà?
Yann Samuell racconta una favola sull'amore, tanto irreale quanto suggestiva, infatti quasi tutto rimanda al sogno nel suo miscuglio pop/grottesco. Il regista racconta l'amore in tutte sue le sfaccettature dalla sofferenza della lontanza alla gelosia, sempre con un tono "sopra le righe".
La Cotillard e Carnet sono i punti cardine del film, i personaggi di contorno ci sono, ma non hanno importanza perchè il fulcro del film è chiaramente il rapporto tra i due protagonisti e i due attori sono capaci e bravi (più la Cotillard a mio parere).
L'amore dunque è un gioco, una serie di sfide tra i due innamorati ed è questo che il regista vuole mostrarci, certo Samuell ne ha una visione un tantino cinica, ma idealmente crede nel lieto fine (come in tutte le storie d'amore che si rispettino) nella possibilità di superare le sfide improbe della vita e del cuore per il raggiungimento dell'amore eterno, che non si consuma nel matrimonio, o con una semplice promessa, ma con i fatti.
Da citare la Vie En Rose, il tema onnipresente del film che però riproposto in innumerevoli versioni non stanca mai, anzi te la trovi a canticchiare alla fine del film.
Concludo col dire che questo è un film che va visto, un film che finalmente racconta l'amore non nel solito modo, certo il film di difetti ne ha, ma passano facilmente in secondo piano. Un ora e mezza volata, ma che ti lascia qualcosa
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paioco89
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giovedì 18 ottobre 2012
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una regia frizzante per una storia sadica
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"Amami se hai coraggio" o in francese "Jeux d'enfants" (quest'ultimo riassume meglio la presa di posizione dello sceneggiatore/regista Samuell e Cukier) è un sentimentale in salsa fantasy con - come la scuola francese è maestra - richiami al genere grottesco/trash, mixando il tutto mediante l'uso di effetti speciali degni dei videoclip anni '80, con quel loro accento spiccatamente scenografico (e poco grafico) al fine di esaltare la finzione stessa e lo spazio surreale.
Yann Samuell, alla sua opera prima, esordisce con una regia ai limiti dello sperimentale e dirige una storia sadica e perversa, ricca di controsensi e giustificazioni.
La Cotillard e Canet sono protagonisti, padroni ma allo stesso tempo schiavi del loro mondo e di loro stessi.
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"Amami se hai coraggio" o in francese "Jeux d'enfants" (quest'ultimo riassume meglio la presa di posizione dello sceneggiatore/regista Samuell e Cukier) è un sentimentale in salsa fantasy con - come la scuola francese è maestra - richiami al genere grottesco/trash, mixando il tutto mediante l'uso di effetti speciali degni dei videoclip anni '80, con quel loro accento spiccatamente scenografico (e poco grafico) al fine di esaltare la finzione stessa e lo spazio surreale.
Yann Samuell, alla sua opera prima, esordisce con una regia ai limiti dello sperimentale e dirige una storia sadica e perversa, ricca di controsensi e giustificazioni.
La Cotillard e Canet sono protagonisti, padroni ma allo stesso tempo schiavi del loro mondo e di loro stessi. Si creano e si annullano. L'uno non può esistere senza l'altro.
Una storia di 80 minuti che si regge sull'entusiasmo di una regia originale e di una storia semplice ma che, con il suo sentimentalismo, potrà far vibrare le corde dei più sensibili.
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domenica 6 maggio 2012
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l'inquietante normalità
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Un amore bello ma insopportabile, come piacerebbe dire ad Opzetek. Struggente e distruttivo nei confronti di quella normalità che qui sembra essere messa al bando, depauperata di ogni suo merito: è forse un reato vivere mediamente felici? Questo è quanto mi son chiesta per tutti i 93 minuti di pellicola. Una pellicola che, bisogna dirlo, nonostante i temi triti e ritriti, ha saputo fornire un che' di innovativo, a tratti inquietante. Si, perchè vedere un uomo trascinarsi nel suo quotidiano, fugando la realtà in gesti inconsueti, è inquietante. Sotto il peso sovrumano di un amore folle, reso ancora più folle dal reciproco tacere, non si può fare altro che morire.
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Un amore bello ma insopportabile, come piacerebbe dire ad Opzetek. Struggente e distruttivo nei confronti di quella normalità che qui sembra essere messa al bando, depauperata di ogni suo merito: è forse un reato vivere mediamente felici? Questo è quanto mi son chiesta per tutti i 93 minuti di pellicola. Una pellicola che, bisogna dirlo, nonostante i temi triti e ritriti, ha saputo fornire un che' di innovativo, a tratti inquietante. Si, perchè vedere un uomo trascinarsi nel suo quotidiano, fugando la realtà in gesti inconsueti, è inquietante. Sotto il peso sovrumano di un amore folle, reso ancora più folle dal reciproco tacere, non si può fare altro che morire. Come seppelliti da una inesorabile cascata di cemento...
Bella la semplicità delle scene, lineari, quasi a volersi scontrare con l'ingarbugliata faccenda di anime.
Bella la madre di lui.
Noiosa lei, in alcuni momenti forzata nella sua ostentata diversità. Noiosa ma calamitante.
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