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domenica 24 marzo 2013
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per un plico di vecchie lettere...
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Questa volta Emidio Greco si cimenta in un thriller e lo fa nel migliore dei modi. Un cast interessante, un'ambientazione insolita, una musica semplice ed adeguata. Gian Maria Volontè è strepitoso e dall'alto della sua bravura ridimensiona tutti gli altri. La scena girata all'interno del posto di Polizia, dove espone lentamente al commissario ciò che ha visto e soprattutto sentito, vale da sola la visione del film. I personaggi principali sono tre. Il commissario di Polizia (Ennio Fantastichini) saccente, presuntuoso, antipatico. Il giovane brigadiere con il quale collabora e divide l'ufficio (Ricky Tognazzi), intraprendente e brioso, arguto e con ambizioni da detective. L'anziano professore (Gian Maria Volontè), amico di vecchia data della vittima, preciso e intrigante nell'esposizione dei fatti, un uomo colto dal fascino sfuggente.
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Questa volta Emidio Greco si cimenta in un thriller e lo fa nel migliore dei modi. Un cast interessante, un'ambientazione insolita, una musica semplice ed adeguata. Gian Maria Volontè è strepitoso e dall'alto della sua bravura ridimensiona tutti gli altri. La scena girata all'interno del posto di Polizia, dove espone lentamente al commissario ciò che ha visto e soprattutto sentito, vale da sola la visione del film. I personaggi principali sono tre. Il commissario di Polizia (Ennio Fantastichini) saccente, presuntuoso, antipatico. Il giovane brigadiere con il quale collabora e divide l'ufficio (Ricky Tognazzi), intraprendente e brioso, arguto e con ambizioni da detective. L'anziano professore (Gian Maria Volontè), amico di vecchia data della vittima, preciso e intrigante nell'esposizione dei fatti, un uomo colto dal fascino sfuggente. Comunque anche il Questore (Massimo Dapporto), il colonnello dei Carabinieri (Paolo Graziosi) e il Procuratore (Gianluca Favilla) sono figure importanti per la soluzione dell'intricata vicenda. C'è poi il rappresentante farmaceutico di Verona (Massimo Ghini) alla guida della Volvo bianca, che viene a trovarsi in una situazione a dir poco imbarazzante... E non va dimenticato Omero Antonutti, in una parte davvero ambigua. Il film è impreziosito dalla presenza di Macha Meril, nei panni di una donna bella, cinica e affascinante. La storia inizia con il presunto suicidio di Luca Roccella, un anziano benestante del paese, amico del professor Franzò (Gian Maria Volontè), che torna nella villa di famiglia, disabitata da anni, per cercare un plico di vecchie lettere custodite in una cassapanca, lettere importanti risalenti all'epoca di Pirandello. Ma non si tratta di suicidio, è un brutale omicidio come sospetta subito il brigadiere nello svolgere le indagini, suscitando così la curiosità del Questore. Invece il commissario è infastidito da questa idea dell'omicidio. Lui vorrebbe, insieme al Procuratore, credere in una "storia semplice", Roccella si è suicidato e che la cosa finisca lì. Forse il professor Franzò ha già intuito tutto, ma aspetta che gli eventi proseguano, aiutando comunque il brigadiere a vederci più chiaro e a risovere brillantemente il caso. Alla fine però, per volere del Procuratore, la versione dei fatti data alla stampa sarà "di comodo", per calmare le acque e prendere tempo. Questore e colonnello dei Carabinieri non sono molto d'accordo ma acconsentono al volere del Procuratore, funzionario cinico e molto influente. Tutto il film è costruito con metodo e pazienza, i ritmi sono lenti e la fotografia splendida. Alcune inquadrature, come il treno fermo in aperta campagna e i passeggeri a terra, spazientiti, sono notevoli, un valore aggiunto in questa opera. Anche i dialoghi, secchi e determinati, contribuiscono con la musica alla strana e... inquietante atmosfera della storia, girata in una Sicilia invernale e fredda. D'altronde l'improvvisazione e la mancanza di dettagli non hanno mai fatto parte del mondo di Emidio Greco. Questo bel film, quasi sconosciuto, è un'ulteriore prova del suo talento, un film che sorprende per il "dinamismo lento" con cui coinvolge e affascina lo spettatore. - di "Joss" -
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giancarlo isaia
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domenica 27 dicembre 2009
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bellissimo
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Magistrale interpretazione di Volontè alias Sciascia-da rilevare l'interpretazione di Massimo Ghini che dopo vent'anni cadeva miseramente sul cine-panettone
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margan
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venerdì 30 agosto 2013
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ottima trasposizione dal libro
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Bellissima trasposizione dell'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, innanzittutto gli attori scelti sono eccellenti nell'interpretare la loro parte e nel fare vedere i dubbi del brigadiere, il cinismo del commissario, la volontà di nascondere tutto del Procuratore e l'iniziale volontà del Questore di non approfondire il caso oltre ad un semplice suicidio. Tutto quello che ne esce dal film sono i pensieri e non i discorsi; anche quando l'uomo con la Volvo impersonato da Massimo Ghini si ricorda dove aveva visto Padre Cricco prima vuole tornare dalla polizia ma poi decide che non è una buona idea: è lì c'è tutta una scena fatta di pensieri. Anche le musiche sono state curate per dare più suspence prima dell'uccisione del commissario e anche gli attori marginali sono esperti e lavorano alla perfezione.
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Bellissima trasposizione dell'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, innanzittutto gli attori scelti sono eccellenti nell'interpretare la loro parte e nel fare vedere i dubbi del brigadiere, il cinismo del commissario, la volontà di nascondere tutto del Procuratore e l'iniziale volontà del Questore di non approfondire il caso oltre ad un semplice suicidio. Tutto quello che ne esce dal film sono i pensieri e non i discorsi; anche quando l'uomo con la Volvo impersonato da Massimo Ghini si ricorda dove aveva visto Padre Cricco prima vuole tornare dalla polizia ma poi decide che non è una buona idea: è lì c'è tutta una scena fatta di pensieri. Anche le musiche sono state curate per dare più suspence prima dell'uccisione del commissario e anche gli attori marginali sono esperti e lavorano alla perfezione.
Bel lavoro sul mafia, droga e politica che viene sono lasciato in sospeso ma lo spettatore capisce tutto.
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