nicolas bilchi
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mercoledì 14 settembre 2011
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il principe e la ballerina.
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Incantevole commedia rosa dal retrogusto amaro, Il principe e la ballerina è un classico della Hollywood degli anni '50, diretto magistralmente da Olivier e prodotto dalla stessa Marilyn, a formare un connubio assai vincente. Il film si regge sulla grandezza dei suoi caratteristi: la Monroe è splendida e brava, Olivier ha una comicità travolgente e mostra tutto il suo talento riuscendo a coprire il principe Carlo di una vena drammatica che lo rende un personaggio che merita compassione, tanto più per la simpatia degli spettatori nei suoi confronti necessariamente creata dal genere, e che trova forma nella vacuità della sua vita, nella sua totale apatia (intesa come mancanza di emozioni sincere e positive), derivata da un rigido ed artificioso sistema di norme comportamentali, di frasi di circostanza e da una surreale diplomazia che lo porta finanche a dare del lei al figlio in quanto futuro re di Carpazia.
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Incantevole commedia rosa dal retrogusto amaro, Il principe e la ballerina è un classico della Hollywood degli anni '50, diretto magistralmente da Olivier e prodotto dalla stessa Marilyn, a formare un connubio assai vincente. Il film si regge sulla grandezza dei suoi caratteristi: la Monroe è splendida e brava, Olivier ha una comicità travolgente e mostra tutto il suo talento riuscendo a coprire il principe Carlo di una vena drammatica che lo rende un personaggio che merita compassione, tanto più per la simpatia degli spettatori nei suoi confronti necessariamente creata dal genere, e che trova forma nella vacuità della sua vita, nella sua totale apatia (intesa come mancanza di emozioni sincere e positive), derivata da un rigido ed artificioso sistema di norme comportamentali, di frasi di circostanza e da una surreale diplomazia che lo porta finanche a dare del lei al figlio in quanto futuro re di Carpazia. Infine merita una lode anche l'altrettanto straordinario personaggio di Northbrook (Wattis), salace, dalla risposta sempre pronta, squisitamente inglese, in grado di applicare la propria imperturbabile ironia anglofona tanto all'alto lignaggio di Carlo che alla spregiudicata spontaneità della signorina Marina, con risultati veramente molto divertenti. Laurence Olivier, prima che regista, è uomo di teatro (e in questo sta la sua unicità nella storia del cinema); in quanto tale la teatralità è una costante di tutte le sue produzioni, e Il principe e la ballerina non fa eccezione: escludendo la sequenza iniziale e quella dell'incoronazione, tutto il film si svolge all'interno dell'ambasciata reale, in un arco di tempo estremamente ristretto (appena due giorni) e con una trama che, pur sviluppandosi nell'intreccio, non cambia mai nella sostanza, accompagnata da scene molto lunghe con continui movimenti di macchina, rispettando così le celebri unità aristoteliche di spazio, tempo e azione. Olivier abbandona qui la materia "alta" delle tragedie shakespeariane per calarsi in una dimensione, quella comica, troppo spesso ritenuta a torto meno artistica. Da grande maestro quale è, il regista di Amleto riesce ad adattarsi al diverso registro con assoluta precisione e gestisce la Monroe in tutta la sua sensualità, facendole indossare un vestitino abbastanza stretto che fa la gioia degli spettatori, ma da lei riesce anche (e soprattutto) a tirare fuori una delle migliori interpretazioni della sua carriera. La Monroe recita benissimo, meglio che in molte altre circostanze, e si cala con naturalezza nella parte assegnatale, duettando con Olivier in una gara di bravura che è squisita per gli occhi e per l'anima. Va menzionata, infine, la scena veramente sublime della visita alla chiesa per l'incoronazione; un passaggio a sè stante, che contrasta in modo evidente con la leggerezza e la logorroicità del resto della pellicola, caratterizzato dal totale silenzio delle voci umane, sostituito dall'angelica e trascendente voce delle musica, a creare un incontro straordinario tra la pura semplicità di Marilyn e l'incredibile mistero della sacralità, che trova un solo parziale segno distintivo nei disegni stilizzati delle vetrate della navata, con le spettatore che si trova rapito all'interno di un momento di così inattesa profondità d'animo. Delizioso.
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luigi chierico
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giovedì 7 gennaio 2016
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un’ icona
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Questo film non può definirsi un musical di Broadway e neanche un’operetta, che nell’ambito della musica occupano uno spazio tutto loro, tra quello della musica leggera e quella operistica. Bella musica, bel canto, una vicenda allegra, protagonisti presi dall’opera lirica e dal varietà, gente di spettacolo. Un po’ tutti in passato hanno gustato le danze, le musiche e le canzoni di: West side story, Sette spose per sette fratelli, La vedova allegra, Al cavallino bianco, Cin cl là, Il paese dei campanelli, La danza delle libellule. Il principe e la ballerina è una brillante commedia. Gli appassionati del cinema e di questo genere non possono mancare di andar a vedere questo delizioso film.
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Questo film non può definirsi un musical di Broadway e neanche un’operetta, che nell’ambito della musica occupano uno spazio tutto loro, tra quello della musica leggera e quella operistica. Bella musica, bel canto, una vicenda allegra, protagonisti presi dall’opera lirica e dal varietà, gente di spettacolo. Un po’ tutti in passato hanno gustato le danze, le musiche e le canzoni di: West side story, Sette spose per sette fratelli, La vedova allegra, Al cavallino bianco, Cin cl là, Il paese dei campanelli, La danza delle libellule. Il principe e la ballerina è una brillante commedia. Gli appassionati del cinema e di questo genere non possono mancare di andar a vedere questo delizioso film.
Lo spettacolo c’è tutto.
La bella musica ed il gran ballo in un uno sfarzoso teatro, in cui domina il rosso ed un enorme candelabro nero, le ballerine danzano come libellule in sgargianti e svolazzanti gonne dinanzi ad un teatro gremito di uomini che indossano eleganti frak tra cui sovrasta la presenza del Granduca Carlo, principe reggente della Carpazia, mentre tra le ballerine spicca la figura della cantante Elsie Marine dalla voce soave e dall’aspetto incantevole. A rappresentare questi due personaggi ci sono due attori che hanno lasciato il segno nella storia del cinema: il grandissimo Laurence Oliver, anche regista, e l’affascinante Marilyn Monroe, un’icona nel firmamento hollywoodiano. I canoni della bellezza pura non ci sono ma è bello quel che piace e la magnifica indimenticabile Marilyn piace a tutti, e come piace! Lei ha una carica sexi enorme, e se c’è cascato il Granduca Carlo è giustificato che nella realtà ci sia potuto cascare anche un Presidente. La macchina da presa si trasferisce abilmente dal teatro alle sale dell’ambasciata della Carpazia, in uno sfarzo che soddisfa l’occhio in ogni scena. In quest’ambiente finisce la bellissima ballerina tanto affascinante quanto sciocca. Un oca a corte. Ma è proprio qui tutta la bellezza del film, perché dinanzi al sex appeal non regge neanche il più compassato Granduca,principe reggente. A facilitare un galante incontro tra il principe Carlo ed Elsie ci sono i violini tzigani, ma al momento dell’atteso bacio ecco arrivare l’intruso ad interrompere l’idillio. Il principe è furente, aveva tra le braccia Elsie, e se Elsie era Marilyn ne aveva ben donde. Era sul punto di “annegare felice nei suoi occhi ..laghi di gioia ed ebbrezza!”. L’interpretazione dei due è eccezionale, se solo si pensi alle parti teatrali a cui era solito partecipare Sir Laurence Oliver (famosissimo l’Amleto, Oscar nel 1949), e al contrario a quelli a cui partecipava la bionda M.Monroe, da tante brillanti commedie: “Gli uomini preferiscono le bionde “ (appunto), alla celeberrima “Quando la moglie è in vacanza” , a tutti nota da generazioni per la scena della gonna sollevata al passaggio su una griglia, a mostrare le famose gambe della ballerina Marilyn. Per questo film la Ballerina Elise ottenne il Donatello dalle mani della grandissima Anna Magnani. La fotografia è eccellente, le musiche altrettanto, lo sfarzo e sceneggiatura e scenografia di una Londra agli inizi del 1900 perfette. Il granduca Carlo, principe reggente della Carpazia, come ha fatto Carlo con Camilla, prometterà di sposare in un matrimonio morganatico l’affascinante ballerina Elsie; manterrà la promessa o Elsie farà la triste fine di Marilyn coperta soltanto da qualche goccia di Chanel n°5.? chibar22@libero.it
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paolp78
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sabato 30 ottobre 2021
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sgargiante e ritmato
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Questo film diretto ed interpretato dal grande Laurence Olivier è l’adattamento cinematografico, nel complesso certamente ben riuscito, di un'opera teatrale del britannico Terence Rattigan.
Tutte le commedie brillanti trovano la loro più adatta ambientazione nell’alta società; in questo caso non si fa eccezione, tanto che la storia è addirittura collocata nel mondo sfarzoso ed elegante delle teste coronate europee, durante la cerimonia d’incoronazione di Re Giorgio V d’Inghilterra.
Olivier si cimenta nella parte dell’ambiguo Granduca reggente di uno stato immaginario, fornendo un’interpretazione di grande mestiere e di piacevolissimo effetto, come era possibile attendersi dal grandissimo interprete inglese; l’altra attrazione della pellicola è costituita dalla protagonista femminile, la leggendaria Marilyn Monroe, che recita perfettamente il classico ruolo della bella ed appariscente ragazza, genuina e dal buon cuore, ma un po’ svampita, parte che la celebre diva americana si trovò più e più volte a dover ricoprire in carriera.
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Questo film diretto ed interpretato dal grande Laurence Olivier è l’adattamento cinematografico, nel complesso certamente ben riuscito, di un'opera teatrale del britannico Terence Rattigan.
Tutte le commedie brillanti trovano la loro più adatta ambientazione nell’alta società; in questo caso non si fa eccezione, tanto che la storia è addirittura collocata nel mondo sfarzoso ed elegante delle teste coronate europee, durante la cerimonia d’incoronazione di Re Giorgio V d’Inghilterra.
Olivier si cimenta nella parte dell’ambiguo Granduca reggente di uno stato immaginario, fornendo un’interpretazione di grande mestiere e di piacevolissimo effetto, come era possibile attendersi dal grandissimo interprete inglese; l’altra attrazione della pellicola è costituita dalla protagonista femminile, la leggendaria Marilyn Monroe, che recita perfettamente il classico ruolo della bella ed appariscente ragazza, genuina e dal buon cuore, ma un po’ svampita, parte che la celebre diva americana si trovò più e più volte a dover ricoprire in carriera.
La pellicola funziona sufficientemente bene, proponendo una storia leggera e non molto appassionante, che però ha il merito di essere messa in scena con una narrazione briosa e carica di simpatia, nonché con un ottimo ritmo, che riesce a far scorrere in modo abbastanza gradevole l’opera sino alla fine.
La fotografia del grande Jack Cardiff è volutamente molto luminosa e dai colori accesi, contribuendo in tal modo a rimarcare quella che è la cifra stilistica sgargiante e sopra le righe della pellicola.
Sceneggiatura e dialoghi non convincono in pieno e certamente hanno la pecca di non saper restare affatto impressi.
Notevoli i costumi e la scenografia.
Dei quattro film di cui Olivier curò personalmente la regia, questo è l’ultimo, nonché l’unico a non essere la trasposizione cinematografica di un’opera di Shakespeare.
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