elgatoloco
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sabato 26 maggio 2018
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film tipico del miglior cinema civile anni '70
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"lUCKY lUCIANO"(1973, di Francesco Rosi)è tipico esempio, anzi embelma di quel cinema civile che Rosi, qui autore anche della sceneggiatura con Lino Jannuzzi, allora giornalista dell'"Espresso", e con l'indimenticabile poeta, scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra, insieme a Elio Petri e a pochi altri, porta avanti negli anni Settanta e poco dopo, cercando di smuovere le coscienze civili, con un cinema storico, di documentazione seria e di ricerca indefessa sulle fonti. Qui, con documenti originali e ricostruzioni accurate sulla figura di Salvatore Lucanìa, boss mafioso italo-americano, tornato in Italia ma a Napoli(lui, invece, siciliano)dove afferma di non conoscere nessuno ma in realtà"manovra tutto", contestualizza la biografia di questo accorto e intelligente ultreacriminale in quel vasto background di attività illecite(traffico di droga in primis, con l'allora"montante"eroina)che prelude allo sbarco in Sicilia degli Alleati, dove elementi vari contribuiscono anche, naturalmente, a instaurare in Italia, nella controversia sull'ormai affermata"lotta tra i due blocchi"che è la guerra fredda, all'affermazione del blocco occidentale, ovviamente in funzione di argine anticomunista.
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"lUCKY lUCIANO"(1973, di Francesco Rosi)è tipico esempio, anzi embelma di quel cinema civile che Rosi, qui autore anche della sceneggiatura con Lino Jannuzzi, allora giornalista dell'"Espresso", e con l'indimenticabile poeta, scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra, insieme a Elio Petri e a pochi altri, porta avanti negli anni Settanta e poco dopo, cercando di smuovere le coscienze civili, con un cinema storico, di documentazione seria e di ricerca indefessa sulle fonti. Qui, con documenti originali e ricostruzioni accurate sulla figura di Salvatore Lucanìa, boss mafioso italo-americano, tornato in Italia ma a Napoli(lui, invece, siciliano)dove afferma di non conoscere nessuno ma in realtà"manovra tutto", contestualizza la biografia di questo accorto e intelligente ultreacriminale in quel vasto background di attività illecite(traffico di droga in primis, con l'allora"montante"eroina)che prelude allo sbarco in Sicilia degli Alleati, dove elementi vari contribuiscono anche, naturalmente, a instaurare in Italia, nella controversia sull'ormai affermata"lotta tra i due blocchi"che è la guerra fredda, all'affermazione del blocco occidentale, ovviamente in funzione di argine anticomunista. Rosi, più che altro, era appunto uno "storico", un autore cinematografico che tendeva a non indulgere alla mera creatività ma cercava di andare al"sodo"di questioni civili e poltiche(ovviamente, dunque, anche economiche), con l'ausilio di un attore particolarissimo, che anche qui certo non si smentisce come Gianmaria Volonté e di un altro"pezzo da Novanta"quale Rod Steiger, nella parte di Gene Giannini, altro boss mafioso dell'epoca. El Gato
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onufrio
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sabato 5 gennaio 2019
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lucky luciano : la calma e il potere
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Nel raccontare la storia, o meglio, una parte della vita di lucky Luciano, il genere documentario da sempre "arma" prediletta da Rosi per narrare i propri film in questa circostanza non rende del tutto. La storia analizza il periodo in cui Lucky Luciano dopo 9 anni di prigione viene rimesso in libertà e fatto ritornare in Italia nel 1946. Si stabilirà a Napoli, dove grazie alle proprie capacità ed al potere acquisito negli anni in America gestirà un losco traffico di affari in cui la droga la farà da protagonista assoluta. I toni documentaristici ed un pò lenti ci descrivono un Luciano quieto, pacato, ben diverso da alcune opere cinematografiche piene di azione e sparatorie.
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Nel raccontare la storia, o meglio, una parte della vita di lucky Luciano, il genere documentario da sempre "arma" prediletta da Rosi per narrare i propri film in questa circostanza non rende del tutto. La storia analizza il periodo in cui Lucky Luciano dopo 9 anni di prigione viene rimesso in libertà e fatto ritornare in Italia nel 1946. Si stabilirà a Napoli, dove grazie alle proprie capacità ed al potere acquisito negli anni in America gestirà un losco traffico di affari in cui la droga la farà da protagonista assoluta. I toni documentaristici ed un pò lenti ci descrivono un Luciano quieto, pacato, ben diverso da alcune opere cinematografiche piene di azione e sparatorie.
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carloalberto
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mercoledì 5 gennaio 2022
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cinema inchiesta - non più di moda
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Lucky Luciano di Francesco Rosi del 1973 non è un biopic convenzionale, è piuttosto un film di inchiesta ben documentato e realizzato con la consulenza di Charles Siragusa, un agente del Narcotic Bureau, che recita nel film nella parte di sé stesso, doppiato da Adolfo Celi, che cercò di incastrare il boss per il narcotraffico che dirigeva da Napoli, dove era sbarcato dopo essere stato graziato in America.
Il film contiene una tale mole di informazioni, dall’immediato dopoguerra fino alla morte del boss nel 1962, sul fenomeno mafioso e sul traffico di stupefacenti, avviato in Italia proprio da Luciano con la complicità di alcune società farmaceutiche del nord, da essere pari a quella di un piccolo saggio.
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Lucky Luciano di Francesco Rosi del 1973 non è un biopic convenzionale, è piuttosto un film di inchiesta ben documentato e realizzato con la consulenza di Charles Siragusa, un agente del Narcotic Bureau, che recita nel film nella parte di sé stesso, doppiato da Adolfo Celi, che cercò di incastrare il boss per il narcotraffico che dirigeva da Napoli, dove era sbarcato dopo essere stato graziato in America.
Il film contiene una tale mole di informazioni, dall’immediato dopoguerra fino alla morte del boss nel 1962, sul fenomeno mafioso e sul traffico di stupefacenti, avviato in Italia proprio da Luciano con la complicità di alcune società farmaceutiche del nord, da essere pari a quella di un piccolo saggio.
Il confine tra il documentario, il reportage giornalistico e la narrazione drammatica è labile ed i piani si sovrappongono rivelando la cifra stilistica di Francesco Rosi che fa un cinema pensante, un cinema di impegno civile che crede nella potenza del mezzo come strumento di crescita culturale e morale delle masse, un cinema che coinvolge lo spettatore in una riflessione sui mali della società per indagarne le cause.
Il dramma umano e le vicende biografiche di Salvatore Lucania passano in secondo piano, nonostante la straordinaria interpretazione di Volonté e la sua capacità camaleontica di entrare nella pelle del suo personaggio. Il film è corale ed abbraccia gli ambienti più disparati, da quello malavitoso di cosa nostra a quello investigativo, fino a lambire quello politico. E’ un affresco impietoso della società civile dell’epoca, con un’opinione pubblica in parte affascinata dalla figura del potente boss, e delle sue istituzioni, non sempre schierate sul fronte della giustizia.
La storia di Luciano, in particolare dell’ultimo periodo della sua vita trascorso a Napoli, è l’occasione per una analisi lucida delle alterne fortune della mafia in Italia dagli anni ’40 in poi; sostenuta fin dall’inizio dall’esercito americano, dopo lo sbarco in Sicilia, per agevolare l’occupazione del sud e da ambienti corrotti della politica americana e nostrana, anche ai più alti livelli, ma combattuta, allora come in seguito, da un manipolo di magistrati e poliziotti onesti osteggiati dal sistema stesso.
Con quale metro giudicare, oggi, un opera di questo tipo, che si colloca fuori dai canoni a cui siamo abituati e secondo i quali un film è apprezzato in relazione alla sua capacità di suscitare emozioni? Rosi con i suoi film non vuole far piangere o ridere o meravigliare, non parla al cuore o alla pancia dello spettatore, intende stimolarne un pensiero critico sulla società in cui vive.
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luca scialò
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sabato 23 luglio 2011
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la storia di lucky luciano
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Salvatore Lucania - detto Lucky Luciano - è un mafioso di origini americane, che come tanti, in epoca fascista, viene spedito in America, diventando un autentico gangster. Con la fine della Seconda Guerra mondiale approda a Napoli, come tanti mafiosi italo-americani fecero nel resto d'Italia, per una sorta di scambio politico-economico tra i due Paesi. Qui, per circa vent'anni, diventa autentico crocevia per il traffico internazionale di droga; oliando un meccanismo di corruzione che gli consentì la totale protezione. Si distinse anche per la sua morte, che lo raggiunse ancor prima della giustizia.
Il binomio Rosi-Volontè da' ancora una volta grande prova di sé raccontandoci un pezzo d'Italia in modo chiaro e impeccabile.
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Salvatore Lucania - detto Lucky Luciano - è un mafioso di origini americane, che come tanti, in epoca fascista, viene spedito in America, diventando un autentico gangster. Con la fine della Seconda Guerra mondiale approda a Napoli, come tanti mafiosi italo-americani fecero nel resto d'Italia, per una sorta di scambio politico-economico tra i due Paesi. Qui, per circa vent'anni, diventa autentico crocevia per il traffico internazionale di droga; oliando un meccanismo di corruzione che gli consentì la totale protezione. Si distinse anche per la sua morte, che lo raggiunse ancor prima della giustizia.
Il binomio Rosi-Volontè da' ancora una volta grande prova di sé raccontandoci un pezzo d'Italia in modo chiaro e impeccabile. A differenza del precedente film sul caso Mattei, Lucky Luciano è un film in tutto e per tutto, più che un docu-film, grazie anche all'abilità di due scenografi quali Gerra e Jannuzzi.
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