elgatoloco
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martedì 20 agosto 2019
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molto debitore di"vitelloni"di fellini
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Questo"Leoni al sole"(1961), esordio registico di Vittorio Caprioli, valente attore napoletano scomparso da qualche anni, anzi decennio, è tratto da un romanzo, a mio sapere irreperibile di Raffaele La Capria, per cui si pone anche il problema di verificare di quanto i film si discosti dal libro e in che modo. Per il resto, una fonte, decisamente importante, è individuabile in ambito filmico. "I vitelloni"di Fellini, anteriore di otto anni, mentre altri film di Fellini credo Caprioli li abbia tenuti presenti ma in forma certo minore. Per quanto riguarda lo stile, il film è a episodi, abbastanza staccati tra loro(avventure di amici"vitelloni"nepoletani, dove la differenza rispetto al gouache riminese di Fellini è ovviamente di tipo antropologico.
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Questo"Leoni al sole"(1961), esordio registico di Vittorio Caprioli, valente attore napoletano scomparso da qualche anni, anzi decennio, è tratto da un romanzo, a mio sapere irreperibile di Raffaele La Capria, per cui si pone anche il problema di verificare di quanto i film si discosti dal libro e in che modo. Per il resto, una fonte, decisamente importante, è individuabile in ambito filmico. "I vitelloni"di Fellini, anteriore di otto anni, mentre altri film di Fellini credo Caprioli li abbia tenuti presenti ma in forma certo minore. Per quanto riguarda lo stile, il film è a episodi, abbastanza staccati tra loro(avventure di amici"vitelloni"nepoletani, dove la differenza rispetto al gouache riminese di Fellini è ovviamente di tipo antropologico.culturale, visto che qui siamo a Positano, by Naples, divisi tra la caccia alle turiste straniere, amori e"amourettes", prbolemi economici comunque risolvibili)ma che si ricompongono sempre quando gli amcii si ritrovano-riuniscono. Il fil rouge, nonostante un'accentuazione comica rispetto al prototipo felliniano, è decisamente malinconico, come dimostra il finale( ma invero non solo)con la corsa nel mare rincorrendo i barchini dei pescatori. Alcune modalità tecniche per distanziarsi dall'archetipo dei"Vitelloni". l'uso del campo lungo, del piano americano, di una "totale", qualche indulgenza al film turistico, che invece è totalmente assente nei"Vitelloni". Un film in complesso senz'altro accettabile, salvo il calco accennato, anche in virtà delle/delgi interpreti. strepitosa Franca Valeri, che qui parla in milanese(nel"suo"milanese, dovremmo dire)mentre in genere recita in romanesco, di Philippe Leroy, allora non famosissimo, di Caprioli stesso, di Carlo Giuffré, di Enzo Cannavale e di altri/e di cui forse si è anche persa memoria... Scarsa originalità, se vogliamo, ma complessivamente l'opera è ben strutturata e"gestita", soprattutto se si fa una certa attenzione ai dettagli... El Gato
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eugen
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martedì 25 luglio 2023
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nulla a che vedere con"il sorpasso"ma...
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A Positano, spiaggia "di lusso"della costiera amalfitana, un gurppo di piu'o meno attempati maschi locali vive"di rendita", un po'(o molto)anche imbrogliando, amoreggiando"senza impegno"con le turiste straniere o milanesi, senza in realta' mai"voler)cocludere nulla. Siamo a inizio degli anni 1960, quelli detti del"boom"eonomico in Italu... Sostanzialmente c'e'molto "male di vivere"(concetto esistenzialistico, volendo, gia'dalla"malatia mortale"kierkegaardiana in poi, ma anche nello"spleen"baudelairiano e non solo, per non dire che 'sensazione di ogni tempo e di ogni cultura)in questo"Leoni al sole"_(Vittorio Caprioli, che aveva scritto il film con lo scrittore Raffaele La Capria, autore del romanzo"Ferito a morte", a cui il film si ispira parzialmente, 1961), parente prossimo, volendo, anche dei felliniani vitelloni , ma certamente uno dei migliori film sull'estate, dove pero'il capolavoro assoluto riamne assolutamente"Il soprasso"di Dino Risi, con Gassman e Trintignant.
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A Positano, spiaggia "di lusso"della costiera amalfitana, un gurppo di piu'o meno attempati maschi locali vive"di rendita", un po'(o molto)anche imbrogliando, amoreggiando"senza impegno"con le turiste straniere o milanesi, senza in realta' mai"voler)cocludere nulla. Siamo a inizio degli anni 1960, quelli detti del"boom"eonomico in Italu... Sostanzialmente c'e'molto "male di vivere"(concetto esistenzialistico, volendo, gia'dalla"malatia mortale"kierkegaardiana in poi, ma anche nello"spleen"baudelairiano e non solo, per non dire che 'sensazione di ogni tempo e di ogni cultura)in questo"Leoni al sole"_(Vittorio Caprioli, che aveva scritto il film con lo scrittore Raffaele La Capria, autore del romanzo"Ferito a morte", a cui il film si ispira parzialmente, 1961), parente prossimo, volendo, anche dei felliniani vitelloni , ma certamente uno dei migliori film sull'estate, dove pero'il capolavoro assoluto riamne assolutamente"Il soprasso"di Dino Risi, con Gassman e Trintignant. Qui, certo, tutto e'declinato molto in senso partenopeo, dunque anhce il citato "spleen# eil"male di vivere, ma rimane una certa tensione che mostra come anche i "gaudenti imbroglioncelli"(semplifico, certo, ma in buona sostanza lo sono)protagonisti del film, che sfruttnao le donne, senza mai volersi impegnare in un rapporto serio,, ma anche senza mai pensare a un 'occupazione stabile, a un impegno politico serio etc. Decisamente, siamo ai limiti della commedia, ai confini con il dramma, ma, sapessimo meglio come il genere si configurava realmente(non ne abbiamo che frammenti), escludendo l'unico esempio pervenuto a noi, par"IL Ciclope"di Euripide)pareremmo quasi del classico"dramma satresco", ocn cui forse qualche raffronto, certo, mutatis mutandis sembra possibile. Anche un film"turistico", dato che illustra le bellezze del luogo e dei luoghi.Protagonisti di grande effcacia lo stesso Caprioli, Philippe Leroy, Carlo Giuffre'e una streptosa Franca Valeri. Musiche mai i"invadenti" ma commisurate al tema e al "prodotto"di Fiorenzo Carpi. Eugen
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