paolo
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venerdì 20 dicembre 2019
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il tempo che esiste è quello che ci consuma.
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Solo nel luogo della follia, il manicomio, è possibile continuare a vivere un intenso amore del passato, attraverso una dimensione nuova, dove il tempo ( credi che esista il tempo?) non può ferire, consumare, e ciò che ancora è reale può prende per mano ciò che non esiste più. Ritorna l'ossessivo fantasma di struggente nostalgia dell'amore perduto , per sconvolgere la vita del protagonista, troppo rassegnato ad accettare una routine insoddisfacente nella vita di tutti i giorni . Il ricordo lo avvolge poco alla volta come una nebbia dove i veli diventano sempre più consistenti, trascinandolo attraverso un intreccio di vicende che passano dal fatto di cronaca nera alla dimensione esoterica, per approdare alla consapevolezza amara di aver ritrovato in una forma estranea alla concretezza dei sensi la sola cosa che avrebbe dato un significato alla nostra vita.
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Solo nel luogo della follia, il manicomio, è possibile continuare a vivere un intenso amore del passato, attraverso una dimensione nuova, dove il tempo ( credi che esista il tempo?) non può ferire, consumare, e ciò che ancora è reale può prende per mano ciò che non esiste più. Ritorna l'ossessivo fantasma di struggente nostalgia dell'amore perduto , per sconvolgere la vita del protagonista, troppo rassegnato ad accettare una routine insoddisfacente nella vita di tutti i giorni . Il ricordo lo avvolge poco alla volta come una nebbia dove i veli diventano sempre più consistenti, trascinandolo attraverso un intreccio di vicende che passano dal fatto di cronaca nera alla dimensione esoterica, per approdare alla consapevolezza amara di aver ritrovato in una forma estranea alla concretezza dei sensi la sola cosa che avrebbe dato un significato alla nostra vita. Ma non importa. Il quadro si è svelato poco alla volta, attraverso la ricerca del tempo perduto, percorrendo i vecchi vicoli della città, ritrovandosi circondato dalla incredulità e ironia degli amici, oppure percorrendo d'inverno in solitudine su una barca la via d'acqua del grande fiume che segna il confine tra l'esistenza e l'aldilà. La vita e la morte. L'amore come dimensione eterna, che tutto comprende. Vale anche per chi ha avuto una educazione laica. Ma i professori del manicomio, bravi, non capiscono questa verità semplicissima.
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parsifal
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giovedì 11 maggio 2017
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il ritorno del passato
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Opera concepita nel 1981 da Dino Risi, regista d'eccezione del cinema italiano del '900, tratta dall'omonimo romanzo di Mino Milani, ambientato a Pavia, con alcune incursioni in altre cittadine del Nord Italia, affronta il tema ricorrente nel cinema di tutti i tempi, ovvero il rapporto tra il mondo materiale e l'aldilà , tutto in virtù di ciò che muove il Sole e l'altre stelle , ovvero l' Amore. Il protagonista Nino Monti( un maturo e sempre affascinante Mastroianni), noto commercialista pavese, incontra in modo non casuale , la donna che fu il grande amore della sua giovinezza, Anna Brigatti, interpretata da una Romy Schneider già provata dalla malattia che la condusse alla morte e che coraggiosamente mostra i segni del male che portava in sè.
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Opera concepita nel 1981 da Dino Risi, regista d'eccezione del cinema italiano del '900, tratta dall'omonimo romanzo di Mino Milani, ambientato a Pavia, con alcune incursioni in altre cittadine del Nord Italia, affronta il tema ricorrente nel cinema di tutti i tempi, ovvero il rapporto tra il mondo materiale e l'aldilà , tutto in virtù di ciò che muove il Sole e l'altre stelle , ovvero l' Amore. Il protagonista Nino Monti( un maturo e sempre affascinante Mastroianni), noto commercialista pavese, incontra in modo non casuale , la donna che fu il grande amore della sua giovinezza, Anna Brigatti, interpretata da una Romy Schneider già provata dalla malattia che la condusse alla morte e che coraggiosamente mostra i segni del male che portava in sè. Nino non la riconosce e non dà peso a quell' episodio apparentemente casuale. Sarà lei a cercarlo e a dichiarare la sua vera identità. Incuriosito, si mette sulle sue tracce e viene a conoscenza del fatto che si era sposata con un nobile di Sondrio. MA non è questo il particolare più saliente; il fatto è che Anna risulta deceduta da più di tre anni, come gli confermerà un suo amico medico. Eppure gli incontri continuano, alla luce di quell'amore che li aveva visti giovani e pieni di passione. Nel frattempo , una serie di delitti vengono commessi nella tranquilla città di provincia ed Anna svelerà retroscena dolorosi sulle persone coinvolte e vittime dei suddetti. Come per incanto , Anna svanirà così come era apparsa lasciando Nino sull'orlo del baratro. A breve , il noto professionista, perderà il senno e verrà ricoverato in lussuosa casa di cura, dove l'infermiera che avrà cura di lui sarà proprio lei. Amor Omnia VIncit. Da scoprire e da rivedere.
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elgatoloco
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lunedì 2 gennaio 2017
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ottima ghost-story made in italy
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"Fantasma d'amore"di Dino Risi(1981), da un romanzo di Mino Milani di quattro anni prima. Ossia, potremmo dire, di quando il cinema italiano era tale(sia detto senza"nostalgismo", ma con un certo rimpianto). Risi, già versato nel genere drammatico, con"La Grande Guerra"(metà anni Sessanta, se non sbaglio), con "Anima persa"(1977), affronta qui anche ciò che, spesso per comodità tassonomica, si definisce"paranormale"; "Psy", etc.UN esempio abbastanza raro nel cinema d'autore made in Italy, anche se, per quanto riguarda non solo la mia pochezza, ma molti storici e studiosi di cinema, sono senz'altro d'autore anche i film di Riccardo Freda, di Mario Bava, di Dario Argento, di Lucio Fulci(cito in ordine cronologico, non valutativo), tuttavia più contaminati con il genere"horror".
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"Fantasma d'amore"di Dino Risi(1981), da un romanzo di Mino Milani di quattro anni prima. Ossia, potremmo dire, di quando il cinema italiano era tale(sia detto senza"nostalgismo", ma con un certo rimpianto). Risi, già versato nel genere drammatico, con"La Grande Guerra"(metà anni Sessanta, se non sbaglio), con "Anima persa"(1977), affronta qui anche ciò che, spesso per comodità tassonomica, si definisce"paranormale"; "Psy", etc.UN esempio abbastanza raro nel cinema d'autore made in Italy, anche se, per quanto riguarda non solo la mia pochezza, ma molti storici e studiosi di cinema, sono senz'altro d'autore anche i film di Riccardo Freda, di Mario Bava, di Dario Argento, di Lucio Fulci(cito in ordine cronologico, non valutativo), tuttavia più contaminati con il genere"horror". Qui, invece, nel film di Risi da Milani, l'"orrore", quando c'è, è nello sconcerto, nello stupore carico di timore e anche di terrore, non negli effetti di cui vari degli altri registi citati erano maestri. Così, le sequenze del lago(gita tragica, ma...), nella nebbia, gli inseguimenti sull'autobus, dall'autobus e poi per strada, ma in realtà tutto il film, con due intensissimi protagonisti(Mastroianni e Romy Schneider, cui la tragica fine ha fatto velo per una più seria valutazione critica, dai film degli anni Sessanta in poi, lasciando da parte"Sissi"e altre operine degli anni Cinquanta, che sono , tutt'al più, esercici di stile da ragazza, neppure lontane prefigurazioni di quanto l'attrice avrebbe realizzato in seguito); ma c'è anche , nella parte di un"veggente".occultista, un intensissimo Julian Beck, attore, regista, pittore, scenografo, fondatore-con JUdith Malina- di quella straordinaria esperienza che fu- e in parte ancora è- il"Living Theatre". Da esaminare, a livello mimico(mimica faccila, in primis, pur se non solo)l'intensità dei volti, come anche la gestualità dei due protagonisti(e di Beck, per la parte che gli compete, comunque non minima), che dà parecchi punti a chi affronta il cinema oggi, dove intendo interpreti che spesso non hanno dietro di sé, neppure per colpa propria, una"gavetta"teatrale, che solo "gavetta"chairamente non è né può essere, visto il rapporto diretto con spettatori e spettatrici. Quanto altrimenti è relegato nelle altre letteratura, e in Italia emerge sono con TOmmaso Landolfi e Dino Buzzati e al cinema viene frequentato, ma saltuariamente e considerato "di genere"qui viene esplicitato e "detto", in modo laico, senza nessuna concessione a modelli triti e ritriti di presentare la"cosa". E a Risi riesce, indubbiamente, in questa zona scelta per il fim(l''OLtrepò pavese), dove, diremmo, si sentono il senhal e i suoi fantasmi(da leggersi anche lacanianamente, ovvero come fantasmi mentali, non solo in senso"proprio", certo)a dare a ogni ambiente, a ogni androne di casa un sentore inquietante, dove l'inquietduine , però, e forse mi ripeto, viene principalmente "da dentro", dall'interiorià della psiche(inconscio, volendo)non da quanto appare e si manifesta. Arte filmica vera, dove si mostra quanto non appare"immediatamente", ma lo si fa intuire e"comprendere". El Gato
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mencio
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lunedì 2 gennaio 2017
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non si può staccare il telefono
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E' veramente un bel film ed è insensato accusarlo di sentimentalismo (ma il Morandini non è quello che stronca Signori si Nasce?). Tra le molte scene memorabili sono rimasto colpito da quella in cui il protagonista Mastroianni stacca il telefono, che tuttavia continua lo stesso a suonare. Ed anzi io avrei fatto finire lì il film, invece di proseguire con la sequenza del manicomio
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paola
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lunedì 4 aprile 2016
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finale di un film
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Sarà bene che ogni regista ti contatti,d'ora in poi,per stabilire quando mettere la parola fine al proprio film.
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luca scial�
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mercoledì 23 luglio 2014
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un giallo sbiadito
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Dino Risi ci propone un thriller dalle tinte gialle, sfociante nel drammatico. Pur apprezzando il tentativo di trasporre il romanzo omonimo di Mino Milani, il risultato è a malapena sufficiente, grazie al sempre impeccabile Mastroianni nei panni dell'avvocato Nino Monti, mentre la Schneider mostra già la sua stella cadente e gli ambienti sono troppo provinciali. Il film non riesce così mai a coinvolgere pienamente ed emozionare lo spettatore, e a tratti appare ingenuo e mediocre. Un giallo all'italiana, troppo provinciale.
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luigi chierico
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venerdì 5 luglio 2013
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il ritorno di un amore distrutto
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Comunemente la roba bella non si usa perchè si sciupa o si rompe. A me pare che altrettanta sorte è destinata a tanti bei film, d'altronde la conferma viene dal fatto che si
vedono propinare di continuo tante baggianate con giovani figure di attrici ed attori sconosciuti ora e per sempre.
Ho avuto l'occasione di rivedere questo film che già mi piacque alla sua uscita, ma ora che gli interpreti non ci sono più, mi ha particolarmente lasciato ancor più tanta
tristezza, ma anche tanta speranza in una vita che non finisce. Chi lascia un buon ricordo può vivere in eterno senza neanche bisogno di andare a rispolverare i Vangeli.
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Comunemente la roba bella non si usa perchè si sciupa o si rompe. A me pare che altrettanta sorte è destinata a tanti bei film, d'altronde la conferma viene dal fatto che si
vedono propinare di continuo tante baggianate con giovani figure di attrici ed attori sconosciuti ora e per sempre.
Ho avuto l'occasione di rivedere questo film che già mi piacque alla sua uscita, ma ora che gli interpreti non ci sono più, mi ha particolarmente lasciato ancor più tanta
tristezza, ma anche tanta speranza in una vita che non finisce. Chi lascia un buon ricordo può vivere in eterno senza neanche bisogno di andare a rispolverare i Vangeli.
Il film è una meravigliosa storia d'amore che conserva il suo fascino ed il suo mistero al di là della vita, oltre la mortre. Ne sono interpreti due figure romantiche per eccellenza: Romy Schneider e Marcello Mastroianni. La grande sensibilità dei due protagonisti e la struggente immagine della Schneider, in continua metamorfosi, consentono di dar vita ad un film fantastico con tale credibilità, però, da farne una storia verosimile.
Assistiamo così ad una struggente e meravigliosa storia d'amore o ad un sogno irragiungibile di ritrovare, fuori dalla realtà, il grande amore perduto per sempre. Il continuo alternarsi della realtà con la fantasia, del ricordo del passato con il vivere quotidiano, del vero con il falso, ci obbliga a vedere immagini di una bellezza femminile estrema, con una macilenta, che strappa il cuore.
In questo film trionfano i sentimenti, la fedeltà e la purezza anche contro la violenza e la tragedia, tanto è sufficiente a qualificarlo più che buono.
I due che si sono rincorsi una vita nel racconto cinematografico,oggi si saranno ritrovati.
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gianluca78
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giovedì 8 dicembre 2011
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angosciante e affascinante
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Appena ci si appresta a vedere questo film,il consiglio più spontaneo è quello di farsi trascinare, dalla bravura di Marcello Mastroianni, che dona al personaggio di Nino, un angoscia che sembra poter rivivere in ognuno di noi,per l'amore mai dimenticato, ma non capito dal resto della gente;dalla splendida lucidità di Dino Risi, che potendo affidarsi a due attori di un certo spessore, ispeziona nell'animo di tutti noi, e nelle nostre paure, con mano ferma ma attento a non essere troppo patetico, ma sa risultare asciutto e concreto nello scavare in quel volto di Nino,soffermandosi con la macchina da presa ma portandoci nel cuore un messaggio sincero:l'amore è vita,perchè l'amore vero non muore,ma muove.
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Appena ci si appresta a vedere questo film,il consiglio più spontaneo è quello di farsi trascinare, dalla bravura di Marcello Mastroianni, che dona al personaggio di Nino, un angoscia che sembra poter rivivere in ognuno di noi,per l'amore mai dimenticato, ma non capito dal resto della gente;dalla splendida lucidità di Dino Risi, che potendo affidarsi a due attori di un certo spessore, ispeziona nell'animo di tutti noi, e nelle nostre paure, con mano ferma ma attento a non essere troppo patetico, ma sa risultare asciutto e concreto nello scavare in quel volto di Nino,soffermandosi con la macchina da presa ma portandoci nel cuore un messaggio sincero:l'amore è vita,perchè l'amore vero non muore,ma muove.
E poi, una splendida,Romy Schneider,funerea, ma dolcemente adorabile.
Tutto è a suo posto,anche la stupidità della gente.
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mondolariano
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giovedì 12 maggio 2011
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un ghost all'italiana
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A trent’anni di distanza dalla giovane Sissi, Romy Schneider è ormai una donna matura. Torna indietro nel tempo per rianimare memorie di fresche gioventù, complice un Mastroianni dall’aspetto stanco, quasi passivo, impegnato in un dramma di raro prestigio. Sospeso a mezze tinte in atmosfere fumose, sorta di palude da cui emergono ombre, enigmi e situazioni assurde, si tratta di un ghost all’italiana dove alla brughiera inglese si sostituisce l’inverno della campagna padana, che assurge a capolavoro nella scena in barca sul Ticino: gli alberi scheletrici emergono dalle nebbie come minacciose presenze di un quadro irreale. Il senso della storia non dice molto ma appartiene all’immaginario privato di chiunque, di chi si sente smarrito e alla ricerca del tempo perduto.
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A trent’anni di distanza dalla giovane Sissi, Romy Schneider è ormai una donna matura. Torna indietro nel tempo per rianimare memorie di fresche gioventù, complice un Mastroianni dall’aspetto stanco, quasi passivo, impegnato in un dramma di raro prestigio. Sospeso a mezze tinte in atmosfere fumose, sorta di palude da cui emergono ombre, enigmi e situazioni assurde, si tratta di un ghost all’italiana dove alla brughiera inglese si sostituisce l’inverno della campagna padana, che assurge a capolavoro nella scena in barca sul Ticino: gli alberi scheletrici emergono dalle nebbie come minacciose presenze di un quadro irreale. Il senso della storia non dice molto ma appartiene all’immaginario privato di chiunque, di chi si sente smarrito e alla ricerca del tempo perduto. Il finale andrebbe anticipato di pochi minuti (allo squillo del telefono senza filo), evitando l’esagerazione di finire al manicomio.
Impressionanti primi piani della Schneider avvizzita, cui risponde un’inquietudine di fondo perennemente sprofondata nel basso, thriller psicologico con alcune venature horror. Da sconsigliare ai depressi. Tre stelle e mezzo.
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gigi52
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martedì 18 agosto 2009
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dolcemente nostalgico.e' un sogno che si coltiva
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Il film è stato stroncato dalla critica;non è stato riprodotto in DVD ed in questo diventa un pò "Fantasma" esso stesso.Forse lo rivedremo quando e se sarà pubblicata l'opera omnia di Risi a cui spero qualcuno si stia dedicando. Pur essendo il linguaggio artistico semplice ,quasi elementare,credo che il film abbia colpito molto un numero apparentemente limitato di persone perchè racconta la storia che ciascuno di noi (specialmente nell'eta matura) sognano ancora un'amore passato,magari molto lontano nel tempo.Pensano a ciò che poteva essere ma non è stato e tutto diventa magicamente appagante in un ricordo,un'immagine,un sogno.
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