signorbagheri
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venerdì 20 maggio 2022
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una green eccellente in un fumettone
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Quattro personaggi, in cerca di autore o di un senso della vita, cercata senza sosta, nella morte inscenata tra estetismo parossistico e auto voyeurismo, nel figlio schizofrenico scomparso, nella fanciulla evanescente compagna di giochi e primo amore infantile, fino allo stravolgimento totale della realtà in una visione gotico onirica che trasforma Londra in una plumbea Gotham City, che si ricongiungono in un finale in cui McMorrow lima via il soprannaturale restituendo alla pellicola una normalità da fumettone rosa che guasta tutto e rovina le premesse, peccato, ma merita per la performance artistica dell’unica attrice di peso del film, Eva Green
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gianlucarinaldi
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venerdì 12 settembre 2014
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lunga vita a eva green!
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Preest è un vigilante mascherato in cerca di vendetta nella distopica e spettrale Meanwhile City. Milo è un ragazzo abbandonato dalla fidanzata poco prima del matrimonio. Emilia è una giovane e bella studentessa d'arte incline al suicidio. I percorsi di questi tre personaggi sono destinati a collidere con quello di Peter Esser, padre disperato in cerca del figlio tra le strade dell'odierna Londra.
Con un budget di soli 6 milioni di dollari ed un'intrigante ma non complessa costruzione a scatole cinesi (che si risolve nel finale), l'inglese McMorrow firma il suo esordio alla regia con un film molto particolare.
Trionfo del gotico fuso al neoclassicismo, la tetra Meanwhile City (allegoria psicologica della Londra moderna) è visivamente spettacolare.
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Preest è un vigilante mascherato in cerca di vendetta nella distopica e spettrale Meanwhile City. Milo è un ragazzo abbandonato dalla fidanzata poco prima del matrimonio. Emilia è una giovane e bella studentessa d'arte incline al suicidio. I percorsi di questi tre personaggi sono destinati a collidere con quello di Peter Esser, padre disperato in cerca del figlio tra le strade dell'odierna Londra.
Con un budget di soli 6 milioni di dollari ed un'intrigante ma non complessa costruzione a scatole cinesi (che si risolve nel finale), l'inglese McMorrow firma il suo esordio alla regia con un film molto particolare.
Trionfo del gotico fuso al neoclassicismo, la tetra Meanwhile City (allegoria psicologica della Londra moderna) è visivamente spettacolare. La legge principale sancisce che nessun cittadino può vivere senza una religione, escamotage che analizza il tema della "religio instrumentum regni": chi è senza fede è senza controllo; chi è senza controllo è pericoloso per il sistema.
La scene ambientate a Meanwhile City sono senza dubbio le più interessanti, nonostante le trappole del "già visto" siano sempre in agguato (si avvertono lievi rimandi al fumetto di "V per Vendetta" ma sopratutto al "Dark City" di Alex Proyas).
Da notare come il personaggio di Preest sia visibilmente ispirato al celebre Rorschach della grapich novel di culto "Watchmen". La maschera, il carattere "difficile", i monologhi fuori campo, la sete di vendetta piuttosto che di giustizia, il suo sguardo disilluso sopra una realtà marcia e irrecuperabile: imitazione o celebrazione?
Non un granché la colonna sonora, a tratti retorica ma in linea di massima buona la sceneggiatura, notevole l'ambizione di voler mescolare insieme passato e futuro, realtà e finzione.
Con una regia meno standard, un maggior gusto per il rischio e un finale meno frettoloso, Franklyn avrebbe sfiorato il capolavoro. Rimane comunque un esordio ben riuscito e a tratti geniale.
A questo punto potrei avervi già convinto a guardare il film (anche perché dura solo una novantina di minuti, non è un grande sforzo). Se ancora siete in dubbio, permettete che vi presenti l'asso nella manica.
Si chiama Eva.
Cognome Green.
Se lei è nel cast di un film la visione non sarà mai sprecata, qualunque sia il film in questione. Promossa a pieni voti da Bertolucci in "The Dreamers" e ormai lanciatissima a Hollywood, Miss Green è senza dubbio una delle più espressive, sensuali, carismatiche, fenomenali attrici dell'ultimo mezzo secolo. Vederla recitare è sempre un grande piacere, anche perché le parti che accetta non sono mai banali né tantomeno stereotipate: in Franklyn interpreta due personaggi femminili completamente antitetici (interessante e complesso quello di Emilia), senza mai sbagliare una mossa.
Aspettiamo con ansia di assistere alla sua performance in "Sin City: A Dame To Kill For". Anche se il film sarà inguardabile (spero di no), scommetto che la Green ci lascerà a bocca aperta.
Come sempre.
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liuk!
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mercoledì 6 marzo 2013
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non ci siamo
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Troppo surreale questo Franklyn, la visione è veramente difficile e poco attraente. La maggior parte degli spettatori verrà annoiata drammaticamente fino quasi al sonno, a qualcuno potrebbe anche piacere e interessare, ma non sono stato tra questi.
Complessivamente è un prodotto veramente da dimenticare.
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brucemyhero
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venerdì 10 giugno 2011
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franklyn.
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Diciamo che inizialmente, si fatica notevomente a rimettere in piedi il puzzle. A capire quale connessione c'è tra la Terra di mezzo e il mondo normale, la città dove si svolgono gli eventi. Belle le ambientazioni gotiche di una (Londra?) visionaria, in cui il nostro 'eroe' si muove. Una miscela abbastanzxa riuscita tra dark e reality, dove tutto sembra essere sconnesso. Solo volti conosciuti, che via via ci si accorge esistere in entrambe le dimensioni, indicano la probabile soluzione finale. Il susseguirsi dei salti tra questo e quel mondo si susseguono e possono stancare. Ma quando si inizia a capire, tutto trova una sua ragione. Tre vite che apparentemente lontane, finiscono per determinare il destino, l'una dell'altra.
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Diciamo che inizialmente, si fatica notevomente a rimettere in piedi il puzzle. A capire quale connessione c'è tra la Terra di mezzo e il mondo normale, la città dove si svolgono gli eventi. Belle le ambientazioni gotiche di una (Londra?) visionaria, in cui il nostro 'eroe' si muove. Una miscela abbastanzxa riuscita tra dark e reality, dove tutto sembra essere sconnesso. Solo volti conosciuti, che via via ci si accorge esistere in entrambe le dimensioni, indicano la probabile soluzione finale. Il susseguirsi dei salti tra questo e quel mondo si susseguono e possono stancare. Ma quando si inizia a capire, tutto trova una sua ragione. Tre vite che apparentemente lontane, finiscono per determinare il destino, l'una dell'altra. Da vedere.
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ultimoboyscout
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venerdì 18 febbraio 2011
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sballottati da un mondo all'altro.
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Il film gioca principalmente sui continui salti da Londra oggi alla Città di mezzo, fantasiosa e ipotetica città gotico-futuristica buia come il Potere che la controlla, da un mondo reale a uno immaginario, oltrepassando la sottilissima linea che divide verità e finzione. E l'idea poteva essere buona anche se a conti fatti il risultato è poco convincente. Delle due storie, prima parallele poi si congiungeranno, ho preferito quella futuristica per via della particolare ambientazione, della città umida, nebbiosa, sinistra e della fotografia particolarmente azzeccata e di quel genere di atmosfere che amo molto, rispetto alla storia che vede Eva Green intenta a cercare di far percepire la propria inutile esistenza inscenando timidissimi tentativi di suicidio, Eva green che "deve uccidersi una volta al mese senza morire".
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Il film gioca principalmente sui continui salti da Londra oggi alla Città di mezzo, fantasiosa e ipotetica città gotico-futuristica buia come il Potere che la controlla, da un mondo reale a uno immaginario, oltrepassando la sottilissima linea che divide verità e finzione. E l'idea poteva essere buona anche se a conti fatti il risultato è poco convincente. Delle due storie, prima parallele poi si congiungeranno, ho preferito quella futuristica per via della particolare ambientazione, della città umida, nebbiosa, sinistra e della fotografia particolarmente azzeccata e di quel genere di atmosfere che amo molto, rispetto alla storia che vede Eva Green intenta a cercare di far percepire la propria inutile esistenza inscenando timidissimi tentativi di suicidio, Eva green che "deve uccidersi una volta al mese senza morire". Mi aspettavo molto di più (stando a ciò che ho letto), non mi è proprio piaciuto.
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darkangel ita
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martedì 29 giugno 2010
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non ci siamo
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Film molto artistico e psicologico. La prima parte del film non succede nulla rendendolo noiosetto. Unica attrazione sono le varie storie parallele che vi confonderanno le idee cercando di farvi sforzare nel capire. Lentamente si intrecceranno per unirsi nel finale un po' troppo tirato via. La storia di Franklyn, quella apparentemente piu' complicata, alla fine e' quella meglio spiegata. Mentre l'innamorato milo e l'eterna suicida lasciano aperti dei dubbi: E' il destino che li portera' ad incontrarsi? Destino ( o Dio ) che sembra inspiegabilmente apparire come un vecchio pulitore di pavimenti ( in chiesa parla col padre, in ospedale parla con emilia, al bar parla con emilio ).
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Film molto artistico e psicologico. La prima parte del film non succede nulla rendendolo noiosetto. Unica attrazione sono le varie storie parallele che vi confonderanno le idee cercando di farvi sforzare nel capire. Lentamente si intrecceranno per unirsi nel finale un po' troppo tirato via. La storia di Franklyn, quella apparentemente piu' complicata, alla fine e' quella meglio spiegata. Mentre l'innamorato milo e l'eterna suicida lasciano aperti dei dubbi: E' il destino che li portera' ad incontrarsi? Destino ( o Dio ) che sembra inspiegabilmente apparire come un vecchio pulitore di pavimenti ( in chiesa parla col padre, in ospedale parla con emilia, al bar parla con emilio ).
Che dire, si lascia guardare ma prefersico altri titoli su questo genere.
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benoit
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sabato 1 maggio 2010
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fuga dal dolore in una scheletro londra
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Guardi la locandina del film e pensi: <>!Guardi il primi 5 minuti e l'impressione iniziale permane; ma trascorsi questi ti rendi conto che il vigilante-scheletro Preest, che vaga nella visionaria "Città di Mezzo", agisce in un universo che recede. Un univero unico che coinvolge tutti gli altri personaggi del film: Emily, studentessa d'arte con tenedenze suicide e con un problematico rapporto con sua madre; Milo, con il cuore spezzato e all'inseguimento del mito del suo primo amore; Peter, alla ricerca di suo figlio scomparso. Disorenta questa opera prima di Gerald McMorrow e lo fa perchè dietro un'apparente veste commerciale, nasconde al suo interno una natura di cinema d'autore di solida scuola inglese.
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Guardi la locandina del film e pensi: <>!Guardi il primi 5 minuti e l'impressione iniziale permane; ma trascorsi questi ti rendi conto che il vigilante-scheletro Preest, che vaga nella visionaria "Città di Mezzo", agisce in un universo che recede. Un univero unico che coinvolge tutti gli altri personaggi del film: Emily, studentessa d'arte con tenedenze suicide e con un problematico rapporto con sua madre; Milo, con il cuore spezzato e all'inseguimento del mito del suo primo amore; Peter, alla ricerca di suo figlio scomparso. Disorenta questa opera prima di Gerald McMorrow e lo fa perchè dietro un'apparente veste commerciale, nasconde al suo interno una natura di cinema d'autore di solida scuola inglese. L'ambientazione iniziale alla Matrix, in questo caso, non è che un pretesto per mostrarci delle anime in fuga dal loro dolore, che si aggrappano ad una zattera ai margini della realtà che si sono creati. Alla fine a spazzare via tutto sarà un proiettile, che nella sua traettoria legherà questi destini apparentemente distanti, a sancire che la fuga dai propri mondi interiori è terminata e con essa lo scheletro temante che puntella le loro esistenze.
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germi86
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martedì 9 febbraio 2010
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2 mondi in 1
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Due mondi paralleli(Londra e Città di Mezzo) che si uniscono dando una completa e chiara spiegazione di ciò che accade e chi sono realmente i personaggi.non era facile rendersi cosi' comprensibili in un film di questo genere,complimenti al regista che non è caduto in trappole da cui poi non ne sarebbe più uscito.
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roberta gilmore
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mercoledì 20 gennaio 2010
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franklyn
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questo film mi ha ricordato a tratti "v per vendetta" (che, però, era di un livello nettamente migliore rispetto a questo) ed è riconducibile ad una tradizione di eroi (o forse sarebbe meglio dire anti-eroi) molto diversa da quella che il termine inteso nel suo significato standard suggerisce. il film mantiene viva la suspence fino alla fine e l'alternanza tra il mondo reale e quello futuristico, un mondo cupo che ricorda molto gotham city (non so precisamente perchè, ma qualcosa me l'ha ricordato), etranea lo spettatore, che fino alla fine non capisce COSA sta per succedere e COME finirà questo film. assolutamente avvincente, un buon film per un buon cast.
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questo film mi ha ricordato a tratti "v per vendetta" (che, però, era di un livello nettamente migliore rispetto a questo) ed è riconducibile ad una tradizione di eroi (o forse sarebbe meglio dire anti-eroi) molto diversa da quella che il termine inteso nel suo significato standard suggerisce. il film mantiene viva la suspence fino alla fine e l'alternanza tra il mondo reale e quello futuristico, un mondo cupo che ricorda molto gotham city (non so precisamente perchè, ma qualcosa me l'ha ricordato), etranea lo spettatore, che fino alla fine non capisce COSA sta per succedere e COME finirà questo film. assolutamente avvincente, un buon film per un buon cast.
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andre.inter 4 ever
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sabato 26 dicembre 2009
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capolavoro
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mi ha fatto accapponare la pelle mai visto un film cosi ben realizzato nonostante il soggetto fosse difficilissimo!!!
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